Alfano, Letta e le zie

rcfAlfano, Letta, Berlusconi, Renzi, addirittura Cuperlo, Grillo, la Lega, il rientro di Fini… machissenefrega!  mentre il paese va a rotoli, scopriamo (ma si sapeva, eccome se si sapeva) che la Nomenklatura dei maneggioni di Stato (li chiamano manager) guadagnano il triplo dei colleghi statunitensi e tedeschi. 

No, decisamente, quanto accade sabato 16 novembre 2013, nel duo “reoconfesso” Berlusconi-Alfano non ci emoziona neppure un po’. Semmai sarebbe più interessante sapere chi sono le due zie, molto ma molto facoltose e recentemente scomparse, che hanno lasciato ricche, ricchissime eredità a Enrico Letta e Angelino Alfano, talmente ricche da consentire loro di buttarsi in politica, fottendosene il primo del Pd, l’altro del Pdl, e ambedue delle casse dei partiti oggi sulla piazza. 

Eh già, perché se le due zie non sono defunte, occorre che qualcuno si domandi come faranno i due a guidare due formazioni politiche proprie, alle prossime elezioni, senza le vagonate di denari che l’impresa ha sempre richiesto e ancor più richiede alle formazioni nascenti, le quali hanno necessità, come dire?, di promuovere il consenso.

D’altro canto, le coincidenze del passato qualche lume ce lo possono dare.

Il passaggio dalla prima alla seconda repubblica, col fiorire di nuove formazioni a sinistra e a destra, fu preceduto dalle vendite a saldo delle industrie Iri e dalle mai del tutto spiegate connessioni affaristico finanziarie fra Berlusconi e Putin.

Più tardi, il Pd nacque nel 2007, mentre altri svuotavano le casse di Monte Paschi.

Siamo naturalmente pronti a sottoscrivere che le suddette siano tutte maliziose coincidenze del destino beffardo, siamo altrettanto convinti tuttavia che col tempo verranno a galla altre curiose coincidenze che spiegheranno come e dove Angelino Alfano ed Enrico Letta abbiano trovato i dane’ per fare manichetto al Pdl e al Pd. A meno che le due zie non si siano spente davvero e, coi loro lasciti, abbiano dato una svolta pulita alla politica italiana.

Siamo tutti pronti a credere a questa seconda ipotesi, nevvero? 

conflittiestrategie elio
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Informazioni su Piero Laporta

Dal 1994, osservate le ambiguità del giornalismo italiano (nel frattempo degenerate) Piero Laporta s’è immerso nella pubblicistica senza confinarsi nei temi militari, come d'altronde sarebbe stato naturale considerando il lavoro svolto a quel tempo, (Ufficio Politica Militare dello Stato Maggiore della Difesa). Ha collaborato con numerosi giornali e riviste, italiani e non (Libero, Il Tempo, Il Giornale, Limes, World Security Network, ItaliaOggi, Corriere delle Comunicazioni, Arbiter, Il Mondo e La Verità). Ha scritto “in Salita, vita di un imprenditore meridionale” ed è coautore di “Mass Media e Fango” con Vincenzo Mastronardi, ed. Leonardo 2015. (leggi qui: goo.gl/CBNYKg). Il libro "Raffiche di Bugie a Via Fani, Stato e BR Sparano su Moro" ed. Amazon 2023 https://shorturl.at/ciK07 è l'inchiesta più approfondita e documentata sinora pubblicata sui fatti del 16 Marzo 1978. Oggi, definitivamente disgustato della codardia e della faziosità disinformante di tv e carta stampata, ha deciso di collaborare solo con Stilum Curiae, il blog di Marco Tosatti. D'altronde il suo più spiccato interesse era e resta la comunicazione sul web, cioè il presente e il futuro della libertà di espressione. Ha fondato il sito https://pierolaporta.it per il blog OltreLaNotizia. Lingue conosciute: dialetto di Latiano (BR) quasi dimenticato,, scarsa conoscenza del dialetto di Putignano (BA), buona conoscenza del palermitano, ottima conoscenza del vernacolo di San Giovanni Rotondo, inglese e un po' di italiano. È cattolico; non apprezza Bergoglio e neppure quanti lo odiano, sposatissimo, ha due figli.
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