Il Discorso Censurato di Meloni. Scherziamo?

OltreLaNotizia ha il testo inizialmente approntato per Giorgia Meloni, per pronunciarlo davanti all’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Poi, come si sa, è stato lievemente diverso. Forse è uno scherzo, forse no.😎🤣🤣🤣

Signore e Signori buongiorno,

saluto questa Assemblea che rappresenta tutti i governanti e i governati della Terra, la cui esistenza, l’esistenza dei governanti e dei governati, è messa in pericolo da un gruppo di sciacalli – a oriente come a occidente – determinati a sottomettere vaste porzioni di popolazioni terrestre. L’Italia è fra queste.

Non credo affatto in un unico governo mondiale, perché metterebbe intorno al medesimo tavolo i peggiori criminali della storia, al cui confronto Stalin e Hitler sono come san Francesco. Costoro intendono spartirsi la Terra in nuove zone di influenza, chiamando così le colonie che vorranno sfruttare, con scrupoli infinitamente inferiori a quelli di un passato più o meno recente.

A costoro interessano i giacimenti in Ucraina, quelli africani e la mano d’opera schiavizzata ovunque sia possibile reperirla. Sono interessati anche alle bellezze naturali dell’Italia e a distruggerne la popolazione autoctona.

La Rivoluzione Francese, la Rivoluzione Americana, due guerre mondiali, un’infinità di guerre di decolonizzazione sono cancellate. Il punto di equilibrio in precedenza raggiunto, faticoso, sempre precario ma pur sempre un equilibrio, lo abbiamo perduto in pochi anni.

Dal 1945, quando si concluse la Seconda Guerra Mondiale, fino al 1989, quando iniziò la disgregazione dell’Unione sovietica – peraltro acceleratasi dalla metà degli anni ’80 – il progresso parve inarrestabile verso la libertà, verso la stabilità e la prosperità.

Processo poi bloccato e invertito. Solo un italiano intuì l’importanza di coinvolgere la Russia nell’Europa, per democratizzarla nel sistema occidentale.

Quell’italiano, Silvio Berlusconi, poi si perse fra le proprie ubbie e nelle trappole preparategli soprattutto da Londra, non senza la complicità dei rimanenti amici e alleati, anche i russi, con le blandizie sessuali nell’isolamento d’una dacia caldissima in pieno inverno siberiano. I limiti umani hanno il loro peso.

Acqua passata, inutile da rimestare. Oggi siamo di fronte, in particolare noi italiani, davanti a un altro bivio. Dobbiamo decidere il nostro futuro, se possiamo continuare a esistere. Non è la prima volta nei tempi moderni, è accaduto innumerevoli volte nei secoli.

Accadde con l’invasione albanese a Bari ad agosto del 1991. Il servizio segreto tedesco organizzò l’esodo contemporaneo di 27mila albanesi, per piegare la politica e la pubblica opinione italiana alla “protezione” mafiosa della UE tedesca, per smembrare l’Italia a vantaggio della Germania, con la secessione del Lombardo Veneto, e la separazione della Sicilia, con la compartecipazione britannica e russa.

Le strategie non mutano e quella appena descrittavi per sommi capi, si trascina almeno da Trafalgar, passando per Portella della Ginestra, piazza Fontana e via Fani, in cui subentrò un attore allora nuovo e vigoroso, l’Unione sovietica.

Oggi siamo in una nuova fase. Finita la supremazia tedesca, a causa dei suoi adulteri con Mosca, l’Italia è sul punto di chiudersi nella trappola francese, molto ma molto vicina a cadervi.

Come tutti ricorderanno, avevamo chiesto, a premessa del Trattato con la Francia, l’estradizione di dieci italianissimi assassini, gabellati per profughi. Dopo che fu firmato il Trattato, la Cassazione francese – col beneplacito del vertice politico italiano – ha calpestato il diritto e la Costituzione italiana.

Oggi abbiamo assistito all’esodo in un solo giorno di oltre otto mila clandestini, su centinaia di barchini prefabbricati e tutti uguali, forniti di carburante, con informazioni precise su come navigare e come raggiungere le nostre coste. Questa logistica è peculiare a un’organizzazione militare, francese questa volta, non più germanica.

L’Italia deve scomparire. Questo disegno affiora dalla fine del Patto di Varsavia e cova da Ventotene. Si pensava di poter disciogliere l’Italia nell’Unione Europea, rivelatasi inadatta a sciogliere alcunché e visibilmente incapace di sopravvivere a se stessa, alle false fatturazioni dell’Olanda, ai traffici tedeschi, al razzismo luterano, alle decisioni della BCE in mano a un’economista di secondo piano, nel declino del cattolicesimo per mano del clero.

Esauritasi la tutela tedesca sull’Italia, è subentrata quella francese. Parigi – il principale problema per i clandestini – si gabella come soluzione. Mentre offre “collaborazione”, schiera l’esercito a Ventimiglia, picchia donne e bambini che essa ha spinto nel mare, prepara nuovi sbarchi sulle coste italiane, rifiutandosi di accogliere chiunque non abbia il titolo di rifugiato, cioè tutti quelli che essa spinge a emigrare clandestinamente verso l’Italia.

Signore e Signori, le situazioni non mutano né con le conferenze stampa né coi discorsi davanti a questa insigne Assemblea, tanto meno con le dichiarazioni in televisione, bensì dicendo “No” e spostando di conseguenza i rapporti di forza. Solo questo muta le situazioni: spostare i rapporti di forza.

Per tale motivo ho congedato tutti i generali e ammiragli di vertice nonché i direttori dei servizi segreti, palesemente inadeguati a fronteggiare una guerra, al più in condizione di mentirmi sulle informazioni, emanare circolari cicisbee su ombrelli e biglietti di invito, oppure fingersi facondi guerrieri per elemosinare un seggio a Bruxelles.

Ho dato quindi mandato al Parlamento di esaminare con urgenza la proposta del governo di dichiarare lo stato di guerra nel Mediterraneo, contro le invasioni organizzate e condotte da paesi che reputavamo amici e alleati.

I clandestini ospitati dall’Italia avranno passaporto europeo qualora vogliano emigrare. Spero che faremo finalmente felici quanti esigono lo ius soli.

La legge di guerra tra l’altro prevede che le navi non governative, prestatesi al traffico di esseri umani, saranno confiscate e affondate, seduta stante. Gli equipaggi arrestati e condannati all’ergastolo, come sarebbe dovuto accadere ai dieci assassini italiani “graziati” dalla Cassazione francese.

I barchini in attesa sulle coste nordafricane saranno affondati prima ancora di imbarcare i clandestini. Gli scafisti saranno considerati nemici militari e sottoposti alle leggi di guerra.

I clandestini già sul territorio italiano saranno selezionati, sulla base del diritto di asilo, e i rimanenti riportati sulle rive dei paesi di partenza, scortati da navi da guerra.

Le imbarcazioni che nonostante tutto s’approssimeranno alla linea di confine marittimo saranno intimate di arretrare, indicando col fuoco delle mitragliere qual è la linea insuperabile.

Le mitragliere e ogni altra adeguata arma sarà impiegata a protezione dei confini marittimi e terrestri. Ulteriori misure segrete saranno attuate senza preavviso.

Chiederemo alla NATO l’applicazione dell’articolo 5 del Trattato e quindi collaborazione militare a protezione dei nostri confini.

Questo causerà dei morti e dei feriti? Non più di quanti sono finora annegati, per essersi fidati dei negrieri nemici dell’Italia, dell’Africa, nemici dell’umanità.

I morti saranno comunque meno di quanti ne avremmo in Italia se lasciamo l’invasione irradiarsi indisturbata, rendendo invivibile l’esistenza degli italiani e persino quella dei clandestini già approdati.

Signore e Signori, immagino non pochi di loro in preda allo scetticismo, per i vincoli che porrebbero la NATO e l’Unione Europea. È vero, dobbiamo aspettarci questo. D’altronde la NATO e l’Unione Europea non possono attendersi che noi subiamo supinamente i loro errori durevoli da mezzo secolo.

In quanto alle negative ricadute economiche e sociali che tali mie decisioni causerebbero, allo stato dei fatti non appaiono inferiori alle conseguenze economiche, monetarie e militari già palesemente negative da numerosi decenni. Anzi, lasciando ad altri di disporre del nostro destino, gli svantaggi e i sacrifici nel prossimo futuro sarebbero sicuramente maggiori di quelli che patiremmo per spezzare questa schiavitù. In conclusione, continueremo a fare altri sacrifici, d’ora in poi però a vantaggio dell’Italia e di quanti abbiamo accolto, non più dei famelici stranieri europei.

Sono certa che il popolo italiano e quanti abbiamo accolto sinora mi seguiranno. Al contrario, non sono affatto sicura che questo mondo disordinato, sfruttato e incendiato da altri rappresenti i nostri interessi vitali.

Grazie, Signore e Signori.

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Questo discorso fu censurato all’ultimo momento. Dicono su impulso d’un funzionario piccolo piccolo del Quirinale, ma non possiamo crederci.

Cristo Vince nonostante i codardi. www.pierolaporta.it

Informazioni su Piero Laporta

Dal 1994, osservate le ambiguità del giornalismo italiano (nel frattempo degenerate) Piero Laporta s’è immerso nella pubblicistica senza confinarsi nei temi militari, come d'altronde sarebbe stato naturale considerando il lavoro svolto a quel tempo, (Ufficio Politica Militare dello Stato Maggiore della Difesa). Ha collaborato con numerosi giornali e riviste, italiani e non (Libero, Il Tempo, Il Giornale, Limes, World Security Network, ItaliaOggi, Corriere delle Comunicazioni, Arbiter, Il Mondo e La Verità). Ha scritto “in Salita, vita di un imprenditore meridionale” ed è coautore di “Mass Media e Fango” con Vincenzo Mastronardi, ed. Leonardo 2015. (leggi qui: goo.gl/CBNYKg). Il libro "Raffiche di Bugie a Via Fani, Stato e BR Sparano su Moro" ed. Amazon 2023 https://shorturl.at/ciK07 è l'inchiesta più approfondita e documentata sinora pubblicata sui fatti del 16 Marzo 1978. Oggi, definitivamente disgustato della codardia e della faziosità disinformante di tv e carta stampata, ha deciso di collaborare solo con Stilum Curiae, il blog di Marco Tosatti. D'altronde il suo più spiccato interesse era e resta la comunicazione sul web, cioè il presente e il futuro della libertà di espressione. Ha fondato il sito https://pierolaporta.it per il blog OltreLaNotizia. Lingue conosciute: dialetto di Latiano (BR) quasi dimenticato,, scarsa conoscenza del dialetto di Putignano (BA), buona conoscenza del palermitano, ottima conoscenza del vernacolo di San Giovanni Rotondo, inglese e un po' di italiano. È cattolico; non apprezza Bergoglio e neppure quanti lo odiano, sposatissimo, ha due figli.
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