Archivi del mese: Gennaio 2015

Sergio Mattarella, attento alle triangolazioni

Sergio Mattarella: quanti hanno sospirato di sollievo per la sua ascesa al Quirinale, hanno più motivi di quanto possano immaginare. Continua a leggere

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Vaccino fa rima con “ti rapino”

Vaccino e filantropia, in apparenza; in realtà, la solita rapina a danno dei bambini più poveri e indifesi, e delle loro vere mamme. Continua a leggere

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Quirinale, voce del verbo colonizzare

Il Quirinale è da sempre il vero terreno di scontro di quanti voglio controllare la politica italiana.
Oggi la situazione appare confusa; in realtà il bandolo di essa è sempre il medesimo criterio: chi possiede il rapporto di forze più rilevante? Gli Stati Uniti d’America, quantunque altri si siano fatti avanti negli anni – la Germania innanzi tutto – e altri siano arretrati, come la Russia.
La Gran Bretagna ha funzioni ancillari per Washington; la Francia ha agenti nel mondo della finanza e dell’industria, la cui capacità d’influenza è tuttavia inversamente proporzionale ai guadagni che traggono dai loro tradimenti. Continua a leggere

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Banche e massoneria, solita ruberia

La massoneria inglese e la City dietro il decreto “Investment Compact” di Matteo Renzi, per espropriare che espropria l’Italia delle Banche Popolari. Le opposizioni hanno promesso la guerriglia in aula per la conversione in legge del decreto Investment Compact: il precedente sulla rivalutazione delle quote di Banca d’Italia non invita però all’ottimismo. Continua a leggere

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Bergoglio microfono del suo IO

Bergoglio ondivago più che mai e microfono del suo Io. Cancellate con un “pugno in faccia” le omelie sulla Misericordia, nessuno ha compreso, probabilmente neppure lui, quando e come la morale cattolica debba lasciare il passo alla boxe da strada e a che punto “fermarsi” davanti alle stragi. Continua a leggere

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Netanyahu saluta dalla prima fila – di U.Avnery

Francia e Israele, Holland e Netanyahu. Dopo la strage, si leva in campo israeliano la voce eccentrica di Uri Avnery. Continua a leggere

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Euro e Stati Uniti d’Europa – di Oscar*

Le uniche risorse vere, disponibili e spendibili, le ha individuate il FMI che indica la necessità che la Germania investa il suo surplus di parte corrente per stimolare la domanda interna e la crescita dell’Eurozona. L’unico collante che sembra tenere ancora insieme questa Europa unita/disunita sembra essere una sorta di pangermanesimo, per il momento assai gradito oltre Atlantico. Se non si imboccherà una strada diversa, allora sarà opportuno rinegoziare tutti gli accordi europei in essere, dal primo all’ultimo e per primo proprio il Trattato di Lisbona che, per parte italiana, fu sottoscritto, nel 2007, da due noti esponenti pulitici – guarda caso – oggi in lizza per il posto libero al Quirinale.A grandi linee, così stanno le cose. Come è possibile far finta che tutto sta andando per il meglio, che si è imboccata la strada giusta? Com’è possibile il trionfalismo renziano in occasione della chiusura del semestre europeo e alle esternazioni di Renzi/Padoan: “… adesso si svolta tocca correre”. Continua a leggere

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Ordine e Caos – di F.Dezzani

Il mondo, da quando Lehman Brothers è fallita nel settembre del 2008, sembra essere impazzito e scivolato in una tale spirale di caos e violenza da dover tornare indietro di decenni per trovarne un precedente. Da allora abbiamo assistito a: crisi dell’euro, spread btp/bund a 500, governi non eletti guidati da ex-Goldman Sachs e affiliati di Bilderberg, primavere arabe, intervento NATO in Libia con annessa uccisione di Gheddafi, colpi di stato consecutivi in Egitto, guerra siriana, Gezi Park in Turchia, tentato intervento NATO contro Damasco, nascita e proliferazione dell’ISIS, stragi di Boko Haram in Nigeria, golpe di estrema-destra in Ucraina con conseguente annessione russa della Crimea, trattati segreti per il TTIP, guerriglia nel Donbass con annesso abbattimento aereo di linea, sanzioni a Mosca, firma della cooperazione economica sino-russa, tentata rivoluzione colorata a Hong Kong, attentato a Charlie Hebdo e molto altro ancora nei prossimi mesi. Continua a leggere

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Charlie Ebdo: il laicismo fa strage

Effetto Charlie Ebdo: la Francia vittima di se stessa, del proprio volgare laicismo relativista. Facciamo una scommessa coi lettori: Charlie Ebdo non oserà più scrivere «Il Corano è merda». Il loro dopo tutto non era un alto esercizio morale per il quale si è disposti a morire, come i martiri per la propria fede. Era solo l’esercizio d’un dominio pieno e incontrollato, tuttavia proconsolare di para intellettuali servi inebriati del Potere, quello sceso in piazza al funerale di se stesso, in prima fila, l’uno sotto braccio all’altro. Un’illusione senza speranza davanti a un fatto incontrovertibile: il Potere davanti alla Forza arretra. Sicché Charlie Ebdo non oserà più scrivere «Il Corano è merda». Lezione data, lezione appresa, a caro prezzo per tutti e forse, Dio non voglia, troppo tardi.
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Charlie Ebdo, la mappazza retorica

I gazzettieri hanno paura. Charlie Ebdo li spiazza. Il Potere se ne frega. Se la sorpresa dei giornalisti francesi è comprensibile per forza di cose davanti ai morti di Charlie Ebdo, colpiscono invece le cronache correnti degli italici gazzettieri, sorpresi dall’approssimarsi del terrore e soprattutto dalla possibilità di trovarsi a loro volta nel mirino. Continua a leggere

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Strage Charlie Hebdo: calma!

Strage Charlie Hebdo: calma! Pietà per i morti, esecrazione per gli assassini islamici, nessun pregiudizio sui mandanti della strage di Parigi. Soprattutto smettiamola di sottovalutare l’importanza dell’Italia, la nazione chiave del Mediterraneo e dell’Europa. Roma val bene una bomba, a Parigi. E in questa confusione le due giulive torneranno dalla Siria. Lo smargiasso di Firenze le mostrerà come un trofeo e tutti tireremo un sospiro di sollievo, anche quanti si spartiranno trenta milioni di riscatto. Come non essere soddisfatti se qualcosa va per il verso giusto e meglio che a Parigi? Continua a leggere

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Greta e Vanessa rapite da ISIS: riscatto?

Vietare per legge il pagamento del riscatto all’estero. Intanto che fare con ISIS, Greta e Vanessa? Se il sequestro avviene in Italia, la magistratura blocca i beni del sequestrato: cioè gli uomini dello Stato si frappongono fra l’interesse dei rapitori a incassare denari e quello della famiglia del rapito a liberare l’ostaggio, privilegiando il superiore interesse dello Stato ad affermare la legalità e la propria dignità. Se invece il sequestro avviene all’estero, si va affermando dai tempi del primo governo Berlusconi, una perversa consuetudine: l’affermazione della legalità e della dignità dello Stato passano in secondo piano e gli stessi uomini dello Stato, che sul suolo patrio stroncherebbero ogni mercato umanitario, pagano il riscatto milionario coi soldi dell’erario, cioè i nostri. Se gli uomini dello Stato hanno due comportamenti così platealmente in contrasto, la spiegazione è una sola: nel primo caso la difesa del superiore interesse dello Stato è conveniente garantirla poiché ci rimette il rapito e ci rimette il rapitore; nel secondo caso la difesa del superiore interesse dello Stato non è garantita e occorre domandarsi perché. Non è pensabile che gli uomini dello Stato vogliano fare l’interesse del rapitore terrorista. Sussiste dunque un interesse ulteriore, assente nel primo caso – positivo, concreto e inconfessato – il quale non riguarda né il rapito né il rapitore. Tale interesse è dunque entro le pieghe più oscure dello Stato e della politica che ne regola le azioni. Continua a leggere

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