Da innumerevoli mesi e per l’ennesima volta Israele è stata colpita da razzi provenienti dai territori controllati da Hamas, com’è la “striscia di Gaza”. “Razzo” è un lemma più rassicurante e telegenico di altri. “Razzo” può evocare persino un ambito festoso, come invece è impossibile per “missile”, “granata”, “mina” o “bomba” dei quali tuttavia il razzo è parente strettissimo e non meno feroce. Il razzo è una bomba volante che uccide, come di solito fanno le bombe andando a segno. Immaginiamo che l’Italia, finita la 2^ GM, avesse lasciato sui confini giuliani i profughi perseguitati e cacciati malamente da Tito. Lasciatili lì, invece di accoglierli, immaginiamo di averli usati come un’arma contro la Jugoslavia e la comunità internazionale. Immaginiamo di averli ricattati, condizionati, armati, lanciandoli oltre confine, fomentando violenza, odio, attentati e dirottamenti, tirando razzi su Capodistria e dintorni. Che cosa sarebbe stato se non un crimine continuato?
Mille e cinquecento chilometri più a sud, sui confini di Israele, contro Israele e buona parte del mondo, tutto ciò è normale, anzi è epico.
Conclusa la 2^GM, la mai troppo esecrata “comunità internazionale”, attraverso le Nazioni Unite, decise che gli esuli ebrei e gli autoctoni potessero convivere sul territorio sul quale, sin dagli inizi del 1900, erano giunti i primi coloni ebrei, provenienti in gran parte dall’Europa orientale. Le persecuzioni contro gli ebrei, prima dello zarismo e poi del comunismo, incoraggiarono le migrazioni verso la Terra promessa. I finanziamenti arrivarono da varie organizzazioni sioniste e il notabilato locale fu molto felice di vendere terreni di nessun valore a prezzi esorbitanti; pezzi di arido deserto così come paludi infestate e malsane furono venduti come suoli di grandissimo pregio. E tali divennero dopo almeno tre generazioni di coloni che portarono le tecniche agricole apprese in Europa e inventandone di nuove attagliate ai luoghi.
La convivenza divenne più che accettabile, finché la comunità internazionale, accogliendo i satanici suggerimenti di Londra, non decise che, chiusesi le camere a gas, gli scampati potessero costituire uno Stato laddove erano stati preceduti dai coloni. Israele nacque con quel che restò del territorio dopo aver tracciato i confini a vantaggio degli stati confinanti.
In una terra equivalente alla Puglia più il Molise, che hanno in tutto 4milioni di abitanti, oggi sono prigionieri, come due gatti nello stesso sacco, 8milioni di ebrei e 3milioni di mussulmani. Sorvoliamo sugli aspetti ancora più drammatici della striscia di Gaza. È del tutto evidente che il problema non possono risolverlo quegli 11milioni che lo patiscono.
A questo si aggiungano le guerre fomentate tanto dai mussulmani come pure dai padroni del mercato petrolifero, che sono mussulmani, ma anche ebrei, britannici e statunitensi, senza escludere incroci alquanto difficili da districare.
In questo calderone di pece bollente si sono sviluppate guerre, guerre lampo, scaramucce, attentati, blitz aerei e chi più ne ha più ne metta, mentre la solerte comunità internazionale sermonizza la necessità di convivere, ben sapendo che se allo stato dei fatti è difficilissimo, in prospettiva è del tutto impossibile.
Concluse le elezioni presidenziali statunitensi, Israele, da mesi inerte sotto il tiro dei razzi, ha reagito da par suo e, sorpresa, ha ricevuto da Obama parole inaspettate: ”Israele ha diritto di difendersi”.
Giusto, però salta all’occhio che Hamas tirava ben sapendo che Israele non poteva reagire con le elezioni statunitensi alle porte. È anche evidente che le parole dette oggi da Obama, potevano essere pronunziate alcuni mesi fa o, meglio ancora, esigere attraverso azioni diplomatiche silenziose che Hamas fermasse i razzi. Ma la “primavera mussulmana” ha avuto i suoi costi, si sa.
caro Piero, mi dispiace non essere affatto d’accordo con te su alcuni punti. gran parte delle terre vendute(in questo hai perfettamente ragione) dai vari notabili arabi ( e non direi palestinesi), erano invero molto ricche, vedi sopratutto quelle nella zona di Haifa. la storia del deserto trasformato dai coloni è una bella fandonia, tranquillamente dimostrabile. ma come tesi propagandistica è ottima. inoltre sulla convivenza, e su quanto venissero considerati gli arabi, non si parlava ancora di palestinesi al di fuori del contesto ottomano, bisognerebbe leggersi tutta la documentazione relativa a quanto Lloyd George pensasse. ma andando avanti, troverai come Israele sia stata ammessa alle UN , sottoscrivendo una serie di promesse , mai mantenute e di come gli USA abbiano forzato la mano a due nazioni in particolare per ottenere il quorum di voti necessario. non voglio dilungarmi su numerosi dettagli tecnici, ma solo arrivare a dire che l’idea di Ben Gurion della terra fra i due fiumi e quella di Jabotinsky, di cui il braccio destro era il padre di Bibi Netanyahu, inficino ancora oggi la possibilità di un accordo accetando una idea sionista che crea un mix fra leggenda, religione e verità. quello che sarebbe successo nel futuro, ebrei come Nordau lo avevano addirittura previsto nel corso del congresso sionista che sancì di fatto l’idea di Eretz Israel. in tutto questo, gli omicidi mirati non, ripeto non si sono fermati nonostante le elezioni statunitensi, al parti di quello che successe nel passato con hayyash allorquando hamas aveva dichiarato un tregua in vista di uno dei soliti incontri all’interno delle inutili trattative di pace. come non si sono fermate la distruzioni collettive, retaggio di una vecchia legge britannica perpetuata dai vari governi israeliani, i dinieghi di passaggio e così via. penso di aver letto da qualche parte che ogni famiglia palestinese ha almeno un morto ammazzato nelle vari operazioni di pulizia che dal 1948 stanno andando avanti per rendere etnicamente omogeneo un territorio che non lo è. colpe? certo, ci sono da ambedue le parti; ma non scordiamoci che la pagliuzza e la trave non sono eguali. e se illuminati ebrei lo stanno dicendo a più riprese, e proprio per questo vengono esecrati dal governo israeliano , si sarà pure un motivo.
Caro Guido, grazie per il tuo commento e non dolerti di non essere d’accordo con me. Piuttosto non cercare di convincermi con argomenti ideologici. Non ho fondato OltreLaNotizia per farmi catturare dagli illuminati ebrei, mussulmani, cattolici, anglicani e via lampeggiando. Da tempo vado ponendo una questione concreta: la comunità internazionale, l’Onu – col consiglio satanico di Londra – ha creato un problema geopolitico irresolvibile col territtorio disponibile al momento. La stessa comunità esige che la soluzione la diano le vittime del problema. Un nodo che genera una serie di storture – l’uso dei profughi come bomba umana, per esempio, del quale non mi dici nulla – anche e soprattutto da parte israeliana poiché non se le fanno suonare. Mi pare arduo esigere che gli ebrei passino con la fanfara in testa dalla parte delle vittime. Io non ho una visione ideologica del problema; piuttosto osservo che l’ideologia affiora sempre quando si analizza un conflitto secondo categorie morali di colpa e responsabilità, un metodo di analisi, questo, che ha incarognito la situazione piuttosto che lenirla. Supponiamo pure che Ben Gurion sia stato un criminale e Churchill un terziario francescano, basta questo per dire agli israeliani di oggi, sloggiate e nel frattempo godetevi lo spettacolo dei “razzi”?