Emmanuel Macron e Angela Merkel, con grande sprezzo del ridicolo, si sono auto proclamati Carli Magni Imperatori d’Occidente in quel di Aquisgrana, capitale dell’Impero Romano d’Occidente.
Matrimonio grottesco e Re Carlo, Imperatore dei Franchi, si scompisciava dal ridere mentre i due si giuravano fedeltà sulla sua tomba.
L’anatra zoppa sposa il piccione dalle ali spezzate. Che cos’è? Un tentativo di assist per ridurre il disastro elettorale di En Marche (il partito di Macron) alle prossime europee? O una cooptazione, un’OPA del IV Reich sulla Francia, cui Macron non può dire di no?
Un po’ tutto questo, ridicolo incluso, ma se funzionasse il progetto esplicitato nel patto di governo unico franco-tedesco, l’Italia avrebbe solo due alternative: o essere colonizzata come la Grecia o mettere in atto una politica estera indipendente accordandosi bilateralmente con le grandi economie nel mondo, Stati Uniti e Russia in cima alla lista.
Gli schieramenti si stanno formando: da una parte gli europeisti, un esercito di mercenari, contractors prezzolati, al servizio dei colonizzatori, che fingono di agire per ridurre i danni, cioè con le stesse giustificazioni, accampate dal governo di Pétain, durante l’occupazione tedesca della Francia. sull’altro fronte c’è chi vorrebbe sottrarsi all’abbraccio soffocante ma non ha ancora definito il come, e non è ancora attrezzato per farlo.
In 20 anni di euro si è formata di fatto una Piccola Europa, con la propria banca centrale (la BCE) e la propria moneta (l’Ero) composta da Germania, Olanda, Austria, Belgio e Lussemburgo. E’ un’Europetta totalmente integrata, col territorio in continuità, con una lingua comune, il tedesco parlato dalla maggioranza della popolazione. Il loro PIL è un quarto di Cina e USA. A costoro si aggiungono le microeconomie satelliti (Slovacchia, Lituania, Slovenia, Lettonia, Finlandia) che pesano, economicamente, meno di un quinto dell’Italia.
L’Irlanda è ancora legata alla Gran Bretagna, Portogallo e Spagna vedono il loro futuro nei rapporti con l’America Latina, la Francia ha mantenuto una politica indipendente globalistica e, allo stesso tempo, spiccatamente nazionalista.
L’asse Germania-Francia (governance europea, esercito comune, fusione di grandi imprese, comunicazioni) sconvolge questo equilibrio e, nel contempo, vuole isolare il nostro paese.
Occorre che questo governo la smetta con le dispute sia interne sia con altri paesi, per mettere gli uomini giusti nelle ambasciate che contano (USA, Cina, Russia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Olanda) e un esperto di commercio internazionale come ministro degli esteri, per stipulare accordi bilaterali con tutti secondo il criterio do ut des. ©pierolaporta.it