Il cosiddetto “femminicidio” per condurci al liberticidio, obiettivo impostoci ben prima della caduta del Comunismo.
In prima linea contro la libertà vi sono le banche e il sistema finanziario. Se n’è parlato così a lungo e da fonti ben più autorevoli che è inutile tornarvi (leggi qui)
D’altro canto, è sotto gli occhi di tutti l’appiattimento nel senso più lato sugli interessi bancari di quanti (con rarissime eccezioni) si dissero marxisti o vagheggianti il cristianesimo in politica. Osservando le condotte degli uni e degli altri, a cominciare da quelle di Giorgio Napolitano e di altri suoi sodali, è più che un sospetto che l’appiattimento – quantunque inizialmente ben dissimulato – risalga ai giorni di Aldo Moro, il cui assassinio è il vero punto di svolta nel precipizio della storia nazionale, col poderoso contributo di tre cavalli di razza (Giulio Andreotti, Francesco Cossiga e Ciriaco De Mita), oltre a vari somari indegni di menzione. A costoro possiamo aggiungere quanti, accorgendosi d’essere in ritardo – quasi tutti i nipotini del fascismo – si precipitarono sul treno in corsa, con varia fortuna, scendendo e risalendo o cambiando carrozza, pur di entrare nel club dei nemici della libertà.
Non tutti, fra i vecchi e i nuovi membri, hanno acquisito la raffinata capacità di dissimulare i loro deliri autoritari. Uno dei più rozzi, il primo ministro turco Tayyip Erdogan, in queste ore farnetica di bandire YuoTube e Facebook, rei d’aver parlato al mondo della di lui corruzione. Non stupisca se fra qualche tempo i medesimi circoli, salmodianti democrazia, riproporranno l’adesione turca alla UE o riproporranno le stupidaggini sui gas in Siria (leggi qui), dimenticando le stragi (vere) dei curdi o degli armeni.
Il liberticidio è un avvelenamento progressivo della democrazia mediante la menzogna. Il liberticidio persegue lo svuotamento dei poteri parlamentari e degli altri poteri democratici discendenti, conferendo nel contempo importanza, tanto declamata quanto inconcludente, a gruppi sociali fittizi, comunque incapaci di costituire un vero contropotere alla dittatura dilagante.
L’assassinio di una donna (leggi qui), le scriteriate manifestazioni di ostilità verso un omosessuale, la corruzione, il terrorismo, le armi di distruzioni di massa di chi non le usa o addirittura non le possiede, la mafia, la pace… sono altrettanti feticci, utili a spostare il potere verso lì dov’era, prima dell’invenzione della democrazia: dalla parte del denaro e delle armi.
Il Potere esige che la democrazia muoia. La Costituzione è un ostacolo aggirabile; l’elezione è un fastidio evitabile. Queste sono tuttavia parole d’ordine inconfessabili e disaggreganti. Occorrono quindi altri totem, intorno ai quali raccogliere il consenso da manipolare. Il Potere propone incessantemente falsi idoli, cui la legislazione deve genuflettersi, chiamati a deviare gli obiettivi concreti della democrazia e, secondo collaudate tradizioni dittatoriali, propagare parole d’ordine artefatte. Non si tralascia nulla: ieri si predica a Sanremo, oggi si additano problemi inesistenti, domani altri banalmente resolvibili, tutto pur di distogliere l’uomo da se stesso e dagli obiettivi concreti della democrazia: libertà, lavoro, dignità di ogni singolo uomo.
I falsi profeti non vogliono né la democrazia né l’efficacia delle sue leggi, tanto meno tollerano quanto ha generato la democrazia. Essi perseguono la morte della democrazia fingendo di volerla diffondere. Essi sono eredi legittimi e diretti degli schiavisti, negatori del diritto naturale, del diritto politico e del diritto delle genti, parti avverse del Cristianesimo, quantunque fiancheggiati da non pochi sedicenti cristiani così come da illustri e alti prelati.
Questi delinquenti politici – quando non delinquenti e basta – trascurano un dettaglio: da quando essi impazzano, l’economia e il benessere della grande maggioranza sono compromessi in misura crescente. Nessuna delle loro folli deviazioni parapolitiche può cancellare questa realtà di fatto, anzi più impazzano e peggiore diventa l’economia, più solida è la memoria delle loro sfacciate menzogne. Finché non se ne potrà più. Ci vuole tempo – non sappiamo quanto – ma è inevitabile. Essi quindi più che uccidere la democrazia perseguono il proprio suicidio. Prima che questo accada sono inevitabili incalcolabili quantità di inutili sofferenza, come già ora possiamo constatare, in Italia come nel Vicino Oriente, in America come in Asia: blaterano, blaterano, andando incessantemente verso il disastro.
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Dopo la breve parentesi cinematografica, siamo nuovamente d’accordo.
Se non ancora lo hai letto, ti consiglio: aut. Domenico Moro -“Club Bilderberg” – Editore Aliberti 2013.
Solida l’analisi sulle élites. Una buona rivisitazione delle teorie sul potere in grado di sostituire le obsolete analisi sulla egemonia del capitalismo. In grado di spiegare quanto c’è ancora da capire nella relazione fra imperialismo e globalizzazione.
Non è una cosa nuovissima. In proposito suggerisco di rileggere: autt. Barca – Minghetti. “L’Italia delle Banche” – Argomenti/Editori Riuniti.
leggo…