Capita fra i piedi quando meno te lo aspetti, Genny ‘a Carogna.
Ha mandato per aria tutte le belle giaculatorie su autorità, identità e inno nazionale. Il palazzo s’è innervosito. Matteo Renzi ha taciuto per due giorni, la madre giura che non accadeva dallo svezzamento. Tanto inaspettata l’apparizione di Genny quanto severa la pena: “Cinque anni lontano dai campi sportivi per istigazione alla violenza”, lui. E per quanti anni dovrebbero allontanare le facce di tolla che si esibivano con lui davanti alle telecamere?
Alla fin fine che cosa ha fatto Genny? Ha dimostrato davanti al mondo che egli è un capo e quanti gli stavano di fronte delle fighette.
«Ma quale trattativa!?!» rispose infastidito il questore di Roma, Massimo Maria Mazza, alle domande dei giornalisti su quanto avvenuto allo stadio Olimpico per la finale di Coppa Italia tra Napoli e Fiorentina, domenica 4 maggio.
Le immagini televisive, le fotografie e le cronache purtroppo smentiscono il questore: la trattativa fra le istituzioni e Genny ‘a Carogna c’è stata eccome; negarla illumina di più la miseria dello Stato.
Genny ‘a Carogna, l’avete presente? Un capitano sulla trincea, che trascina i soldati incuranti della mitraglia. Un carisma naturale. Uno capace d’esporsi e affrontare, da solo, le cosiddette autorità e trattare da pari a pari, dando ordini a una folla che non poteva sentirlo – questo è strabiliante – ma gli ubbidiva. La folla non sentiva ma ubbidiva, perché Genny è un capo, altro che fighette che sgomitano a Chetempochefa.
Hanno fatto la boccuccia a culo di pollo per i fischi all’Inno nazionale. Mi chiedo che cosa abbia impedito a Matteo Renzi di andare in campo, da solo come Genny, e intonare, lui, l’inno.
Piero Grasso, impavido presidente del senato, era presente. Poteva andare in campo con Renzi, e sarebbero stati in tre a cantare se avessero portato con loro Rosy Bindi. A proposito, hanno pagato il biglietto?
E se tutt’e tre non condividevano quanto avveniva in campo, quanto vedevano sul gigaschermo, quanto era sotto gli occhi di tutto il mondo, tutt’e tre potevano andare via annunciandolo ufficialmente ai microfoni. Sono rimasti lì in attesa delle decisioni di Genny, che ha deciso e ha comandato, anche su di loro.
Le fighette del giornalismo sovvenzionato dallo Stato fanno la boccuccia a culo di pollo perché Genny ha la maglietta che urla:”Speziale Libero”. Intanto diteci che cosa ha davvero fatto Antonino Speziale e, suvvia, coi battaglioni di giornalisti, intellettuali, politici e assassini di varia caratura che hanno chiesto ripetutamente la libertà di Adriano Sofri, vogliamo mettere Antonino Speziale con Sofri? Con tutto il rispetto, Luigi Calabresi con Filippo Raciti?
Genny rappresenta tutti, meglio di tutti gli altri. Egli è l’identità nazionale, altro che storie: Genny for President. D’altro canto per avere l’incarico di governo, in Italia non è necessario essere eletti.
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Una disamina perfetta, ancora una volta. Tanto i due presidenti in tribuna che quelli nei palazzi sono oltre che delle nullità certificate dai loro curricula, che dei pavidi.
Incontro un geniale italiano che mi spiega: hanno solo paura di essere fatti fuori dal popolo inferocito. Per il resto spostano milioni all’estero. E quando gli danno via libera, spariscono come quello coi baffi. O l’altro ex giudice.
Si! Si!
Tutto giusto!
… però io continuo a pensare che bisognerebbe sempre far leva sugli istinti migliori che può mettere in campo l’uomo sapiens.
… continuo a sognare un Paese dove il Sig. Carogna possa vivere, non molto agiatamente, in una “pensione” dello stato molto ben protetta, invece di potermelo vedere assiso su qualche scranno delle Istituzioni.
Sono un inguaribile sognatore.
In un paese nel quale Adriano Sofri dà lezioni di bon ton politico – da quarant’anni – Genny ha pieno titolo alla cittadinanza, magari anche a un cavalierato, perché no.
È proprio vero… se non hai carisma non puoi nemmeno muoverti da solo….. figuriamo muovere le masse. I nostri pseudo governanti (non mi sento per niente rappresentato) non hanno neanche una briciola di carattere che aveva un militare di leva di quelli che ho conosciuto io negli anni ’80. Fighette, sia i politici che i rappresentanti a cui Genny a carogna ha dato degli ordini.
Genny ha dato ordini e loro, le istituzioni hanno obbedito, già…
La notizia degli incidenti avvenuti in occasione della partita Napoli – Fiorentina ha fatto sfuggire agli occhi vigili del coro delle voci bianche della stampa unificata itagliana (che sempiternamente cantano le lodi del Gauleiter di turno) una divertente notizia di folclore locale che avrebbe ben figurato tra le pagine di gossip della Pravd…, pardon, della quotidiano unico “Repubblica del Messaggero della Sera delle 24 Ore della Stampa”.
http://ilpiccolo.gelocal.it/cronaca/2014/05/04/news/south-stream-gazprom-cambia-tracciato-1.9153704
grazie, ottima informazione
Proprio così, caro Piero, fighette, fighette militesenti.
Immaginati se queste fighette ricevessero la cartolina rosa del servizio di leva, e si ritrovassero in una normale camerata, con dei nonni sul modello di Genny (ne ho conosciuti diversi, ai tempi miei). Quanti sopravviverebbero?
Si sentirebbero esattamente quello che sono ovvero avrebbero di sé il giudizio che di loro è chiaro da tempo.
Genny ha messo in evidenza, senza possibilità di scampo, che il potere oggi costituito non vale le parole per descriverlo. Questo è un dato di fatto che toglie il sonno al Palazzo. La massa gli ubbidiva senza sentirlo… è il segno incontestabile del carisma.