La visita di Cola di Renzi a Frau Großarsch è un manifesto politico. Perdonabili le pose “guarda con chi sto!”, affini a quelle di Berl dal primo all’ultimo mandato, ma anche a quelle di Lettino effimero. Perdonabili le battutine da oratorio e le smancerie da parvenu. Perdonabile tutto, ma non l’inconsistenza del suo carattere: come una brocca di vetro, non ha un colore proprio, piuttosto assumendo i toni del liquido che di volta in volta gli viene da servire: dal rosso acceso al fucsia, al bianco, dall’azzurro intenso al nero; antieuropeista quasi grillino durante le primarie; a Berlino più zelante di Mario Monti di pietà, genuflesso alle terga di Frau Großesel.
In questo modo piace a tanti, piace a troppi, un po’ come papa Francesco, del quale tuttavia non ha il cranio né l’esperienza, né il carisma e neppure l’aiutino dal piano di sopra. I programmi economici di Cola di Renzi sono a sua immagine: si leggono da destra a sinistra e viceversa; li capovolgi e sono tal quali.
Faremo il “tetto massimo” per le super retribuzioni, declama. Quello sarebbe un provvedimento attendibile solo se sanzionato con una legge costituzionale. Saranno altrimenti i giudici costituzionali – che guadagnano quanto o più dei superburocrati – a impallinare il provvedimento, come fecero in precedenza. Insomma, Cola di Renzi fa una legge sapendola morta prima di nascere.
Cola di Renzi ha un solo vero compito: suonare il piffero per portare gli elettori ai seggi per le europee. Chiunque vinca, egli ha vinto se i votanti saranno il 50% più uno. Se si va oltre il 60, Cola di Renzi trionfa. Il governo Lettino effimero fu infilzato proprio perché i sondaggi segreti dei servizi segreti assicuravano un assenteismo elettorale del 55%: panico nei palazzi (leggi qui).
Questo è il punto. Se noi vogliamo far comprendere ai delinquenti della politica e al politburo di Bruxelles che non possono più scherzare, l’unica maniera è disertare in massa le urne delle europee. Ognuno chiami un amico e lo convinca a non votare. Riceverete tante obiezioni, soprattutto vi diranno che così vincono “gli altri”. Non fatevi ingannare, “gli altri” siamo noi, siamo i nostri figli e le nostre famiglie, siamo l’Italia. Loro, la nomenklatura vampira, chiunque sia eletto, di qualunque colore, rimarranno lì pronti, coi canini più affilati che mai, per azzannarci se non diamo loro un formidabile cazzotto (politico, per ora) sul muso. Disertare le urne è il solo modo di far comprendere quanto colma è la misura. Poi non dite che non ve lo avevo detto.
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