Il mio cervello da bottegaio (marketing, English version) dev’essere profondamente diverso da quello sofisticatissimo d’un prof d’economia se anche tu, mio diletto Bagnai, vai trastullandoti con la leggera Iva, dopo che s’erano già proposti di giacervi il duo di tromba Conte-Gualtieri, prosseneta il bocconiano prof Daveri, macro economista, che li incitava a darci dentro senza indugi.
Per nostra fortuna qualcuno deve aver loro spiegato che sarebbe stato ancor peggio del reddito di cittadinanza ai banchi a rotelle scambiati dai nocchieri senza bussola (nocompassnavigator(s), English version) per poveri spacciatori nullatenenti.
Tu invece, mio diletto, dentro fino agli occhi a proporre con alati verbi e inni solenni l’abolizione dell’Iva (Imposta sul Valore Aggiunto) sui prodotti alimentari (ben 4-5% di risparmio alla cassa!) e la riduzione di 2 punti sugli altri prodotti, sicuro che le signore Marie dell’Italia intera, adescate da siffatte esche, affolleranno negozi, mercati rionali e supermercati con prepotente erezione dei consumi, pompando il Pil fino alla beatitudine.
Non solo, son venuto a miracol mostrare, verrebbe favorita la vendita di merci italiane, nonostante la metà dei nostri consumi (anche alimentari) venga importata, nonostante, andasse bene, dovrebbe finire zero a zero.
Se anche il mio diletto Bagnai se ne esce con simili adescamenti c’è da domandarsi in quale bolla, su quale lontano pianeta vivano i prof di economia, cui affidiamo fiduciosi (mica tanto) il futuro dei nostri portamonete (teniamoci bassi lasciamo perdere il portafoglio).
Caro mio diletto Bagnai non guardi la tv? Non ti mandano sul telefono e a casa volantini su volantini in cui ti promettono sconti 50+50% (magari un po’ fasulli?) sai dove lo buttano, le signore Marie, il tuo 5% (se poi il bottegaio, grande o piccolo che sia, non se lo tenesse per sé poiché conosce il mondo?). I consumi alimentari sono ormai inchiodati da anni sugli 80 miliardi (il 10% circa del totale dei consumi familiari) e neanche le cannonate li schiodano, questo lo sai bene anche tu e le tue svagate pupille (absent mind pupils, English version). A proposito dei 2 punti sugli altri prodotti, meglio tacere.
Mio diletto Bagnai ci saremmo aspettati che tu avresti puntato sul sulfureo, maledetto Cuneo Fiscale invece che sulla leggera Iva.
Un bel zac, un taglio sadico al Cuneo Fiscale, allora sì che le merci italiane diventerebbero più competitive sul mercato interno e su quello globale.
Lasciamo perdere il cuneo fiscale virtual-figurativo-immaginario dei 22 milioni di italiani che sono mantenuti dallo Stato (impiegati pubblici, pensionati, assistiti di vario genere e colore…), scritto sul demenziale bilancio pubblico, da una parte in uscita, dall’altra in entrata senza muovere un euro. Parlo del Cuneo Fiscale di coloro che producono merci: questo pesa per circa un terzo del costo del prodotto (vanno inclusi oltre a quello sulla produzione, propriamente detta, anche ricerca, amministrazione, logistica e vendita), in valore assoluto circa 200 miliardi.
Certo, affinché il taglio sia efficace, occorrerebbe una mannaia da almeno 70 miliardi, non la miseria dei 20 previsti per Iva leggera, ottenendo così almeno 10% di riduzione costi: forse i consumi non cambierebbero molto, poiché condizionati da altri fattori, ma la vendita di merci italiane aumenterebbe in maniera significativa dentro e fuori il Bel Paese. Dai, diletto Bagnai, coraggio, non vergognarti di vestire i modesti panni da bottegaio.