Un prete? Tagliamogli le dita / A priest? Cut his fingers, by Elio Paoloni

L’unica incontrovertibile, ‘vera’ informazione passa attraverso la fiction. Come ben sanno i giornalisti che ... (English/Italian)

Inside fiction

Nowadays we get from TV fictions the only indisputable and ‘real’ information. Those journalists who embellish, amplify and distort the news, using the fiction’s tools, know it very well: no concept can be settled inside the reader’s minds if it is not a “story”.

Only a story creates empathy, participation, cohesion. Only the myth is able to dictate the rules, affecting behavior. Grand narratives are powerful weapons, more than ‘news’.

What was once tasked to novels and most recently to cinema, now is carried on from television, more specifically from TV series. The eyes of the analysts are too often focused on news, at best talk shows. But the manipulation is lying in ambush inside TV series.

Ever since Hollywood does not pay any more, the best writers and movie producers have migrated to fiction.

The plot of a drama – thanks to its hypnotic recur, becoming familiar – gets a grasp of firm convictions into our minds.

I’m viewing again the second season of the legal drama “Boston Legal”, a series over the top of the Fox Crime, starring an unmissable James Spader, a lawyer with a large study that hides a deadly technical ability behind an upturned nose on a pleased cherub face.

The tenth episode, A Legal Scam, tells of a couple of Spader’s lawyers, posing as federal agents to stop a pedophile who kidnapped a kid.

The only person able to provide information is a priest, but he opposes the sacred bond of confession.

An old theme, that Hitchcock dealt with using respect and finesse in “I Confess”, starring Montgomery Clift. Here, however, the problem is solved with the ax, literally.

The intrepid lawyer shears three fingers from the priest with a fire ax, how you can see if you enjoy the episode.

The cruel scene does not touch the viewer due to the nature of the character. No ambiguity, no shade, no refinement of the priest character: asshole grin, looks like an asshole, asshole phrases. Rough-hewn made, with an ax, in fact.

Yet they have no shortage of actors or character actor. Guys, this is not “Un Posto al Sole” [“A place in the sun”, a Italian TV series, really modest]. Guys, we’re talking about a wonderful war machine: the best of directors, writers and actors.

Well, this arrogant and scummy priest seems to have fun while obstructing justice.

Why?

The answer arrives from one of Spader’s lawyer in the courtroom while questioning the priest: “Has the Church a weakness for pedophiles?” Of course he is ready to withdraw his insinuation, however after a giggle, when the judge scolds him.

The dish is even tastier when the priest turns out to be a smuggler – complete with copier – of false papal indulgences.

You can see how they highlighted the very issues that fueled the Reformation: traffic in indulgences and rite of confession, adding the most recent and greedy topic: pedophilia in the Catholic church of North America.

A phenomenon clearly released with improbable figures, but those are the figures remembered by the careless people used to statements like: “Those are data. Those are facts”.

Poor people who believe that numbers are the truth. Number, percentages, figures originated by an unknown somebody, manipulated in many ways, nevertheless they are ready to drink it up. In this case, the numbers were true but not truthful.

Let’s see how the deception works, what the media pretend to ignore.

The Church – I don’t know how wisely – has always avoided exposing priests in a courtroom. When facing complaints or grievances they ordered lawyers to deal , to hush up, to pay, usually before the conclusion of the ecclesiastical investigations. It is this discrepancy between internal investigations and legal results that is triggering the worst accusation by the public: failure in removal the involved priests. But the Church could not punish its members knowing that they were innocent.

This acquiescence would have been effective in the dear old Europe, where victims avoided any exposure, especially in Italy, considering the never ending legal proceedings that discourage any claim.

Of course, it is quite different in the realm of lawyers, in the Mecca of vultures.

If there is a case of harassment in a parish, anybody who visited that parish can claim a reparation.

The physiological mechanism of the mix of doubt and suggestion has a role. See, for instance, the case of a kindergarten near Rome, where the paranoia of parents reached heights beyond any understanding. But the main fact is that legal action is a real business in America.

American lawyers scout for customers adopting any type of advertisement, even expensive and repetitive TV spots (especially when it comes to class action).

For instance, people receive mail sounding like this: “Do you want a million dollars? Get your child in the parish and we will do everything else.”

It is a dream for parents and lawyers having to deal with such a weak counterpart.

Of course, there is no smoke without fire. But the statistics about accusations (not guilty verdicts) paint this like an unlikely epidemic.

We know that TV authors do invent what we have described. So, why the roughness in shaping the character of the priest?

Cosa passa per le fiction

L’unica incontrovertibile, ‘vera’ informazione passa attraverso la fiction. Come ben sanno i giornalisti che infiorettano, amplificano, deformano la notizia servendosi degli strumenti della fiction, nessun concetto o convinzione profonda può sedimentare nella coscienza dei fruitori se non è “racconto”.

Solo il racconto crea immedesimazione, partecipazione, coesione. Solo il mito può dettare la norma, condizionare i comportamenti. Le grandi narrazioni sono armi potentissime, altro che le ‘notizie’.

Quello che una volta era affidato al romanzo e più di recente al cinema, passa ora soltanto per la televisione. Più precisamente per le serie TV. Gli occhi degli analisti sono troppo spesso puntati sull’informazione televisiva, al massimo sui talk show. Ma la manipolazione è in agguato nelle serie.

Da quando Hollywood non paga più, i migliori sceneggiatori e i grandi produttori sono migrati. E si vede.

Con il suo ipnotico ripresentarsi, con la familiarità che crea, ciò che passa attraverso una fiction incista credenze ineliminabili.

Vedo nuovamente la seconda stagione del legal drama Boston Legal di Fox Crime, una serie sopra le righe, con un imperdibile James Spader, avvocato di un grande studio che nasconde dietro il volto da cherubino compiaciuto, col nasino all’insù, una micidiale capacità tecnica.

Nella decima puntata, Una truffa legale, un paio di avvocati dello studio si fingono agenti federali per tentare di fermare un pedofilo che ha rapito un ragazzino.

L’unica persona in grado di fornire informazioni è un prete, che oppone però il sacro vincolo della confessione.

Un vecchio tema, affrontato con rispetto e finezza da Hitchcock in “Io Confesso”, con Montgomery Clift. Qui invece è risolto con l’accetta. Letteralmente.

Se guardate l’episodio vedrete l’intrepido avvocato tranciare tre dita al sacerdote con un’ascia antincendio.

La cosa non indigna minimamente lo spettatore data la natura del personaggio. Nessuna ambiguità, nessuna sfumatura, nessuna raffinatezza. Ghigno da stronzo, piglio da stronzo, frasi da stronzo. Tagliato con l’accetta, appunto.

Eppure da quelle parti non mancano certo gli attori, per non parlare dei caratteristi. Mica Un posto al sole, ragazzi, stiamo parlando di una meravigliosa macchina da guerra. Registi attenti, sceneggiatori da urlo.

Eppure questo arrogante e spregevolissimo prete sembra quasi divertirsi a intralciare la giustizia.

Perché?

Forse perchè, come suggerirà in aula un avvocato dello studio, subito redarguito dal giudice ma già pronto a ritirare la domanda dopo un risolino, “la Chiesa ha un debole per i pedofili?”.

Per rendere più saporito il piatto, si scopre che il prete traffica – con tanto di fotocopiatrice – in indulgenze papali false.

Come si può vedere, sono evidenziati i temi che hanno alimentato la Riforma: traffico delle indulgenze e rito della Confessione (anche se alcune chiese protestanti la mantengono). Con l’aggiunta del più appetibile degli argomenti: la pedofilia nelle chiese nordamericane.

Un fenomeno che è stato divulgato con delle cifre palesemente inverosimili. Ma era proprio questa percentuale a colpire le persone poco avvedute (cioè tutti quelli con cui ho avuto occasione di parlarne): “Sono dati. Sono fatti”.

Poveracci: credono che i numeri siano la verità. Gli dai un numero, una percentuale, un dato che viene da chissà dove, manipolato in mille modi, e loro sono pronti a bersi qualsiasi cosa. In questo caso i numeri erano veri ma non veritieri.

Vediamo dov’è l’inganno, cos’è che i media hanno fatto finta di non sapere.

La Chiesa, non so quanto avvedutamente, ha sempre evitato di esporre i sacerdoti in un’aula. Di fronte a qualsiasi denunzia, rimostranza, querela, ha dato ordine ai legali di trattare, tacitare, pagare. Ancor prima, di solito, che le inchieste ecclesiastiche fossero portate a termine.

Proprio a questa discrepanza tra inchieste interne e risultanze legali è collegata infatti l’accusa peggiore, ciò che davvero risulta intollerabile all’opinione pubblica: il mancato allontanamento dei sacerdoti implicati. Ma la Chiesa non poteva infierire sui suoi membri sapendoli innocenti.

Questa arrendevolezza poteva funzionare nella buona vecchia Europa, dove anche le eventuali vittime evitavano di esporsi, e soprattutto in Italia, dove la durata infinita delle cause scoraggia le azioni civili.

Certo non poteva funzionare nel regno degli avvocati, nella Mecca degli avvoltoi.

Se c’è stato un caso di molestia in una parrocchia, tutti i frequentatori di quella parrocchia si sentiranno autorizzati a ricorrere anche loro. In parte gioca il meccanismo fisiologico del dubbio e della suggestione (vedi il caso dell’asilo italiano dove la paranoia dei genitori ha raggiunto vette superiori a qualsiasi fantasia) ma, soprattutto, perchè in America quella dell’azione legale è una vera industria.

In America gli avvocati si procurano i clienti ricorrendo alla pubblicità sotto ogni forma, anche con costosi e ripetuti spot televisivi (questo soprattutto nelle class action).

Per intenderci, a casa della gente arrivavano lettere di questo tenore: “Volete un milione di dollari? Mandate vostro figlio in parrocchia e al resto pensiamo noi”.

Non è sembrato vero, a genitori e avvocati, di trovarsi di fronte una controparte così arrendevole. .

Naturalmente, oltre al fumo c’era l’arrosto. Ma sono state le statistiche sulle vertenze (e non sugli atti realmente accertati) a far passare alcuni casi per un’inverosimile epidemia.

Io so che gli sceneggiatori certe cose le immaginano. Perchè allora questa rozzezza nel disegnare il personaggio?

Informazioni su Piero Laporta

Dal 1994, osservate le ambiguità del giornalismo italiano (nel frattempo degenerate) Piero Laporta s’è immerso nella pubblicistica senza confinarsi nei temi militari, come d'altronde sarebbe stato naturale considerando il lavoro svolto a quel tempo, (Ufficio Politica Militare dello Stato Maggiore della Difesa). Ha collaborato con numerosi giornali e riviste, italiani e non (Libero, Il Tempo, Il Giornale, Limes, World Security Network, ItaliaOggi, Corriere delle Comunicazioni, Arbiter, Il Mondo e La Verità). Ha scritto “in Salita, vita di un imprenditore meridionale” ed è coautore di “Mass Media e Fango” con Vincenzo Mastronardi, ed. Leonardo 2015. (leggi qui: goo.gl/CBNYKg). Il libro "Raffiche di Bugie a Via Fani, Stato e BR Sparano su Moro" ed. Amazon 2023 https://shorturl.at/ciK07 è l'inchiesta più approfondita e documentata sinora pubblicata sui fatti del 16 Marzo 1978. Oggi, definitivamente disgustato della codardia e della faziosità disinformante di tv e carta stampata, ha deciso di collaborare solo con Stilum Curiae, il blog di Marco Tosatti. D'altronde il suo più spiccato interesse era e resta la comunicazione sul web, cioè il presente e il futuro della libertà di espressione. Ha fondato il sito https://pierolaporta.it per il blog OltreLaNotizia. Lingue conosciute: dialetto di Latiano (BR) quasi dimenticato,, scarsa conoscenza del dialetto di Putignano (BA), buona conoscenza del palermitano, ottima conoscenza del vernacolo di San Giovanni Rotondo, inglese e un po' di italiano. È cattolico; non apprezza Bergoglio e neppure quanti lo odiano, sposatissimo, ha due figli.
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2 risposte a Un prete? Tagliamogli le dita / A priest? Cut his fingers, by Elio Paoloni

  1. Roberto Buffagni scrive:

    “Perchè allora questa rozzezza nel disegnare il personaggio?”

    1) perchè un cattivo Cattivo è utile sul piano drammatico, specie in Tv dove l’attenzione dello spettatore è oscillante (ragione tecnica)

    2) perchè le direttive (non gli ordini, le direttive) ci sono, vengono da centri di potere che hanno interessi anche nei media, e funzionano. (ragione politica)

    E’ più importante la ragione 2 della ragione 1. Per esempio, nella serie Tv “I Soprano”, che è di qualità eccezionale sotto tutti i profili, e nella quale tutti i personaggi, buoni e cattivi, sono presentati con una precisione, una profondità psicologica, una attenzione al dettaglio realistico notevolissime, la Chiesa cattolica è costantemente presentata come a) ridotta alla dimensione dell’assistenza sociale e psicologica b) complice dei mafiosi c) complice del mafiosi in ragione di uno scambio tra silenzio/assenso e soldi.
    L’unica istanza educativa che pronuncia una condanna recisa senza se e senza ma sulla mafia, invitando la moglie del mafiosi protagonista a lasciarlo e rifiutando di accettare il suo denaro perchè sporco di sangue, è un vecchio psicanalista ebreo.
    Caso? Mah.

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