Enciclica ecologica di Bergoglio. Viene diffusa anzitempo da Sandro Magister; per questo messo al bando dalla sala stampa del Vaticano. Neppure ai tempi di Vatileaks accadde questo. Pierluigi Nuzzi, per dire, molto noto anche in Virginia, diffuse documenti di ben altra delicatezza ma nessuno fece nulla.
Padre Federico Lombardi, alquanto distratto a tutelare l’immagine di Benedetto XVI, massacrato dai media e da Vatileaks senza alcuna reazione di rilievo della sala stampa, ha messo al bando Sandro Magister che ha diffuso un documento… diffondibile, com’è per definizione un enciclica papale. Perché tanta severità?
La spiegazione è nei meccanismi della comunicazione.
Anticipare di tre giorni la presentazione ufficiale significa consentire alle redazioni una lettura approfondita e accurata, beninteso di chi voglia farla così. Con la presentazione ufficiale invece, fornendo ai giornalisti accreditati e addomesticati le sintesi che si reputano opportune e data la necessità di “chiudere il pezzo” entro poche ore, si indirizzano i giudizi verso un esito scontato: “Oh com’è bella quest’enciclica”, anche se nessuno o quasi dei giornalistiche ne scriveranno l’ha mai letta per intero.
Questa enciclica, 190 pagine, è d’una banalità e d’una vuotezza sconcertanti, a cominciare dal tema, l’ecologia. È difficile comprendere come mai in cima ai pensieri di Bergoglio galleggi l’ecologia, mentre la famiglia, la guerra, il riarmo della Nato, lo stravolgimento del mercato del lavoro, lo sfruttamento bestiale della mano d’opera terzomondista, le persecuzioni dei cristiani, le stragi dei cristiani e via dimenticando, sono stati tutti messi in second’ordine, ovvero annacquati nella trattazione al limite del bizzarro d’una presunta “ecologia cristiana”, la quale comunque è una sottocategoria della morale, della dottrina e della teologia cattoliche. D’altronde questa enciclica, pronta fin da marzo, è lanciata ora alla viglia della manifestazione del 20 Giugno in piazza San Giovanni in Laterano a Roma. Bergoglio – non ha speso una sillaba sul referendum in Irlanda e sulla manifestazione del 20 giugno – occupa tuttavia gli spazi mediatici per un’enciclica al limite della bizzarria.
A parte gli errori grammaticali e ortografici in quantità, Bergoglio entra nell’ecologia, palesando una manifesta impreparazione specifica, porgendo convinzioni apodittiche prive d’alcun serio sostegno scientifico, come fosse una chiacchierata al bar dello Sport.
Grazie a Magister, prima di giovedì, quando vi sarà la pubblicazione ufficiale, chi lo voglia ha la possibilità di studiare l’enciclica e dare forti imbarazzi al Vaticano, visto che le verità teleoecologiche ostentate da Bergoglio nell’enciclica, potranno certamente entusiasmare le cerchie obamiane e clintoniane, rimangono tuttavia prive di alcuna seria conferma scientifica. Questo basta a spiegare la furia livida di padre Federico Lombardi, che ieri “tutelava” Benedetto XVI e oggi mette al bando Magister.
In un articolo pubblicato l’8 marzo 2007 sul quotidiano londinese Daily Mail, “Global Warming: The Bogus Religion of Our Age” (Il riscaldamento globale è la religione dei nostri tempi, leggi qui la traduzione), uno scienziato vero, il meteorologo del MIT (Massachusetts Institute of Technology) Richard Lindzen[1] evidenziò – nove anni fa! – tutte le ombre del catastrofismo meteorologico che invece Bergoglio sposa senza esitazioni. Per Lindzen, che non è da solo, il fenomeno del riscaldamento globale e ogni correlato allarmismo riflette non certezze scientifiche ma un’agenda politica o ideologica. Lindzen critica il rapporto Stern, che fin dalla sua pubblicazione ha impresso un’accelerazione al catastrofismo climatico.
Sostiene Fred L. Smith, Jr. [2]:«L’isterismo sul riscaldamento globale è una delle più pericolose minacce alla crescita economica e tecnologica che la nostra civiltà si trova oggi ad affrontare. Man mano che la loro sicurezza nella propria vittoria nella battaglia delle idee andava affievolendosi, i moderni maltusiani hanno abbandonato il loro collettivismo ottimista – in Europa, il socialismo; in America, i primi passi del progressismo – per abbracciare un orizzonte ideale molto più scuro, reazionario. Una volta i collettivisti chiedevano potere e privilegi con la promessa di costruire il paradiso sulla Terra.»
Osserva Lindzen: “La tragedia è che gente come Sir Nicholas Stern si serva di una scienza fasulla per perseguire i propri scopi.”
Adesso abbiamo la Summa Ecologica di Bergoglio l’ecologo, appaiato ai ciarlatani della “nuova religione” e a Sir Nicholas Stern. È un bel passo avanti per la credibilità della Chiesa.
[1] Richard Lindzen, Ordinario di Meteorologia nel MIT-Massachusetts Institute of Technology.
[2] Scarica qui il pdf dell’intervento di Smith in occasione del convegno “Dall’effetto serra al dirigismo ecologico”, organizzato dall’Istituto Bruno Leoni il 29 novembre 2003.
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L’obiettivo dell’enciclica si trova al punto 169 “Per quanto attiene ai cambiamenti climatici, i progressi sono deplorevolmente molto scarsi. La riduzione dei gas serra richiede onestà, coraggio e responsabilità, soprattutto da parte dei Paesi più potenti e più inquinanti. La Conferenza delle Nazioni Unite sullo Sviluppo Sostenibile denominata Rio+20 (Rio de Janeiro 2012), ha emesso un’ampia quanto inefficace Dichiarazione finale.
I negoziati internazionali non possono avanzare in maniera significativa a causa delle posizioni dei Paesi che privilegiano i propri interessi nazionali rispetto al bene comune globale. Quanti subiranno le conseguenze che noi tentiamo di dissimulare, ricorderanno questa mancanza di coscienza e di responsabilità. Mentre si andava elaborando questa Enciclica, il dibattito ha assunto una particolare intensità. Noi credenti non possiamo non pregare Dio per gli sviluppi positivi delle attuali discussioni, in modo che le generazioni future non soffrano le conseguenze di imprudenti indugi.”
Un tentativo di coinvolgere i fedeli e le associazioni cattoliche nel mondo sulla bontà dello Sviluppo Sostenibile dando ragione a quel pannello intergovernativo delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici IPCC che ha eliminato tutti i resoconti scientifici non politicamente corretti e non allineati con la “teoria”del riscaldamento globale causato dall’uomo.
Non si sa chi consiglia papa Francesco su questi temi certa è la collaborazione con le Nazioni Unite che già nel maggio 2014 aveva anticipato l’uscita di un’enciclica papale che sarebbe stata sostenuta dalle Nazioni Unite. Non si capisce chi sostiene chi…. Forse guardando questa foto si può trovare la risposta http://www.un.org/apps/news/story.asp?NewsID=50712#.VYKDyxwxXZc
Ultimo commento: il papa è infallibile quando parla ex cathedra, tratta di argomenti di fede ed è illuminato dallo spirito santo. Il clima e l’ecologia non sono di competenza papale e dunque i fedeli sono liberi di ragionare in autonomia.
Nostro Signore taluni pontefici li dona, tal’altri li tollera, alcuni li infligge.
Il consigliere è tal arcivescovo Fernandez. Tutto sommato ci saremmo accontentati di un Fernandel.
E’ veramente un testo pieno di grossolane imprecisioni. Ad esempio,parla di “accesso esiguo all’energia rinnovabile” quando ormai grandi Paesi si fanno anche più del 50% dell’energia proprio dalle fonti rinnovabili. Ecco, se di democristiano si tratta, caro Generale: non come Amintore Fanfani o Aldo Moro. Ma piuttosto i loro epigoni e gli scafati Andreotti e Cossiga fulminati negli anni ’30mda Gramsci: “Questi cattolici democratici a furia di compromessi sono i nostri migliori alleati”.
bel colpo caro Fedro
perché non mi scrivi qualcosa sulle baggianate energetiche e paraecologiche?
C’è un passo del Vangelo che insegna, secondo me, anche in questo (“Siate buoni come le colombe…). L’intera questione della “sostenibilità” va rideclinata nel senso dello sviluppo economico e sociale. In breve, fare quel che fece Mattei col petrolio, con il nuovo petrolio del XXI secolo: l’energia solare.
Non fu Pio XII a finanziare largamente Enrico e dar vita all’Eni? Ecco, nel nostro piccolissimo, proviamo a dare un contributo almeno ideale per la tutela del Creato (e non “la casa comune”). A beneficio di ognuno.
Ho l’impressione che questa Curia e questo Bergoglio di tecnologia mastichino poco, a giudicare dalle baggianate enciclicate
Oddio, anche affermare che i grandi paesi si fanno più dle 50 % dell’energia da fonti rinnovabili è una grossa imprecisione, dal momento che le Unione Europea si è posta l’obiettivo ambizioso di raggiungere quota 20% di energie rinnovabili entro il 2020.
Comunque, che al nostro amico Fred Smith piaccia o no, le società dei paesi avanzati si sono già indirizzate verso un progresso fatto di efficienza energetica. Qualche esempio: 1) andate ad acquistare un’auto e verificate quanto consuma di meno ( e come ha ridotto le emissioni di CO2) rispetto ad un modello di 10 anni fa; 2) i moderni edifici realizzati con tipologie costruttive di classe A e B permettono una coibentazione, e quindi un risparmio energetico del 70-80 % rispetto alle case costruite 20 anni fa; 3) i pannelli fotovoltaici hanno avuto una notevole diffusione. Mi fermo qui ma gli esempi sono molti.
Dov’è quindi il presunto ostacolo al progresso? Semmiai in diversi casi sono stati creati posti di lavoro. Utilizzare in modo più efficiente l’energia è una “win-win solution”.
occhio, Papa Francesco penso sia tutto tranne che uno sprovvduto dilettante, anche in materia di “ecologia”. Temo invece che il contenuto di questa enciclica confermi una delle costanti di questo pontificato: l’avversione nei confronti dei “ricchi”, popoli ricchi, Paesi ricchi, governi ricchi. Chi inquina? ma i “ricchi”, ovviamente, cioè quelli senza i quali i “poveri” del mondo non avrebbero speranze! Una flosofia pericolosa, ultra marxista, che ci vorrebbe tutti poveri e possibilmente malati ed affamati, così la Chiesa ci può soccorrere, non sfmandoci o guarendoci, ma promettendo un Aldilà radioso ed opulento.
Temo sia peggio dal mio punto di vista di cattolico. L’analisi finora più completa del personaggio è stata fatta in un articolo statunitense che ho pubblicato a ragion veduta [leggi qui]. A questo aggiungo un lungo colloquio con una persona che lo conosce direttamente e da molto tempo: ne viene fuori un perfetto democristiano, pronto a ogni compromesso per tenere il potere.
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Forse quando ha scelto il proprio nome di Papa Francesco aveva già l’idea di caratterizzare il Pontificato verso “l’ecologia cristiana”.
Certo, si tratta di un tema piuttosto “comodo” che permette di sottrarsi ai contrasti che i pronunciamenti su temi come il riarmo o la persecuzione dei cristiani avrebbero invece sollevato.
O forse, chissà, è un tentativo del Pontefice di far dialogare tutti su temi di interesse comune, indipendentemente dal credo religioso e dagli orientamenti politici.
O, più probabilmente, non è in grado di discettare su altro.