23 Maggio, anniversario di Capaci, disinformazione continua. All’inizio del 2022 un giornalista di SkyTG24 si dice interessato a un pezzo pubblicato quattro anni fa su questo mio blog, nel quale smontai la ricostruzione ufficiale, utilizzando fatti certi ed elementari leggi di fisica da primo liceo. Più recentemente ho spiegato i retroscena.
In altre parole, feci quanto avrebbero dovuto gli inquirenti dal primo istante; invece (come per altre stragi, per esempio via Fani) rifiutano i fatti a favore delle congetture, elevate a notizia, riprese, enfatizzate e rilanciate sui verbali giudiziari. Si condisce il tutto con spruzzi di destra eversiva, Gladio, massoneria, Cia, talvolta Kgb, mafia e retorica, per approdare a mezzora in tivvù di chiacchiere e distintivo. E arrivederci alla prossima commemorazione per la consueta pioggia di disinformazione.
Questi i Fatti di Capaci
Riassumo i fatti che avevo già esposto su Capaci. A parte le questioni di fisica dinamica, sono tutti certificati dagli atti processuali.
1) Il convoglio fu di tre auto, al centro la Croma blindata di Giovanni Falcone.
Giuseppe Costanza, autista di Falcone, non guidò, seduto dietro, al centro
2) La Croma blindata stentava a raggiungere i 130 chilometri orari. Con Francesca Morvillo a bordo era vietato superare i 120 km/h.
3) La velocità è spazio diviso il tempo: km/h, oppure metri al secondo m/sec.
4) Il tempo T per coprire uno spazio S alla velocità V è T= S/V
5) Falcone guidò a 120 chilometri orari.
6) I mafiosi fecero le prove dell’attentato a 170 km/h, cioè a 47,2 metri al secondo. Misero un rottame di frigorifero a 30 metri dal fornello, quale riferimento per schiacciare il telecomando.
7) 30 metri a 170 km/h = 47,2 metri al secondo, si percorrono nel tempo T= S/V= 30/47,2= 0,63 sec.
8) Costanza necessitò delle chiavi di casa di Falcone, poste nel mazzo sul quadro.
9) Falcone circa 400 metri prima dello scoppio, spense il motore e cambiò le chiavi.
10) L’auto decelerò da 120 km/h a 80-90 km/h – Chi dubiti provi in autostrada, senza togliere le chiavi, mi raccomando, schiacciando solo la frizione.
11) Brusca testimoniò: “Giunto Falcone al frigo, schiacciai il telecomando ma non ci fu scoppio”.
12) Lo scoppio avvenne quando la prima auto di scorta fu sul fornello esplosivo, presa in pieno e lanciata a 60 metri di distanza. Tutti morti a bordo.
13) Falcone seguiva la prima auto a 10 metri. Impattò sul muro di detriti sollevato dall’esplosivo. Morirono Falcone e la moglie, sedutagli accanto. Costanza sopravvisse. È lui a raccontare com’è andata.
14) A 90 km/h, pari a 25 metri al secondo, il tempo per percorrere i 30 metri è S/V = 30/25= 1,2 sec.
15) La prima auto è finita sul fornello esplosivo, perché ha decelerato di conserva con quella di Falcone, mentre Brusca, col telecomando, non dette l’impulso esplosivo ma chiuse un circuito che attivò l’antenna dalla quale arrivò poi l’impulso radio ai detonatori elettrici.
16) L’altra antenna fu sull’auto di Falcone (chi la sorvegliava?).
17) Nessuno poteva supporre il cambio delle chiavi e la brusca decelerazione. Il circuito fu quindi calcolato per deflagrare quando Falcone, transitando a 120 km/h, cioè 33 metri al secondo, avrebbe percorso gli ultimi 30 metri in un secondo.
18) Falcone invece transitò a 80-90 km/h, cioè 20-25 m/sec, impiegando 1,2-1,3 secondi, due o forse tre decimi in più del previsto.
19) La prima auto della scorta, dieci metri davanti a Falcone, transitò sugli ultimi venti metri a 20-23 metri al secondo, velocità perfetta per finire sul fornello esplosivo in luogo della seconda auto, quella di Falcone.
Tutto fu spiegato all’emissario di SKYTG24. Avrei anche illustrato i retroscena di cui ho detto. Non ero vaccinato contro il Covid. I tecnici SKY non poterono quindi avvicinarmi. Proposi un collegamento Skype. Alla fine non ne fecero nulla. Incapaci del tutto.
Conclusione
Un circuito come quello esploso a Capaci esige “menti raffinatissime”, non Brusca e i compari analfabeti, né bulli, di destra o di sinistra che siano. Occorrono professionisti.
I detonatori elettrici son bestie da specialisti. Variazioni sensibili del campo magnetico nell’intorno causano microcorrenti, sufficienti al brillamento inatteso.
Il giorno prima dell’attentato, sull’autostrada operò un cantiere proprio sul fornello esplosivo. Le indagini non hanno potuto ricondurre quei lavori ad alcuna attività autorizzata. Erano lì per una scampagnata?
Il giornalista di Sky assicurò che avrebbero trasmesso la ricostruzione animata di quanto ho scritto.
Sky ha trasmesso la consueta sequenza di banalità, di sfruttamento del dolore, del ricordo dei sopravvissuti, senza contributi alla verità.
Non basta. La DIA dispose e poi revocò la perquisizione a un giornalista di Rai3, così avvalorandone la tesi “furono estremisti di destra” (di certo accadde inconsapevolmente, come dubitarne?).
Che cosa ha fatto Sky? Ha tirato fuori dal cassetto quanto sapevano, così smentendo una rete concorrente? Silenzio, indifferenza. Arrivederci all’anno prossimo, stesso copione, stesso nulla, stessa disinformazione. www.pierolaporta.it
Che tristezza Generale.
Ripetizione di parole vuote a fronte di ragionamenti obiettivi e fondati come il Suo.
Con stima immutata.
Paolo Ballerini
Non si intristisca. Il peggio deve ancora venire!