OltreLaNotizia aveva visto giusto: Charlie Ebdo non ha più osato offendere i mussulmani. Charlie Ebdo ora preferisce maramaldeggiare sui morti all’amatriciana.
Il 13 gennaio 2015, OltreLaNotizia scrisse:«Facciamo una scommessa coi lettori: Charlie Ebdo non oserà più scrivere «Il Corano è merda». Il loro dopo tutto non era un alto esercizio morale per il quale si è disposti a morire, come i martiri per la propria fede. Era solo l’esercizio d’un dominio pieno e incontrollato, tuttavia proconsolare di para intellettuali servi, inebriati dal Potere, quello sceso in piazza al funerale di se stesso, in prima fila, l’uno sotto braccio all’altro. Un’illusione senza speranza davanti a un fatto incontrovertibile: il Potere davanti alla Forza arretra. Sicché Charlie Ebdo non oserà più scrivere «Il Corano è merda», Charlie Ebdo tutt’al più oltraggerà la Divina Trinità, tanto non la difende nessuno, come s’è visto, neppure il Vicario. Lezione data, lezione appresa, a caro prezzo per tutti e forse, Dio non voglia, troppo tardi.»
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La maionese di sterco spalmata da Charlie Ebdo sui morti italiani è intrisa dello stesso cinismo delle brioche di Maria Antonietta. Il potere è sempre lo stesso, tanto nei salotti quanto sulla carta stampata, a Capalbio come a Parigi. A proposito, gli immigrati non arriveranno a Capalbio prima della fine della stagione turistica e ne saranno scacciati prima dell’inizio della prossima. È la democrazia Ebdocapalbiese, che farci?
Questa vicenda, osservata più a fondo, offre tuttavia una lezione importante: la nomenklatura Ebdocapalbiese teme il coltello e il fucile dell’ISIS. Le iene di Charlie Ebdo possono testimoniarlo: è molto più sicuro orinare sui morti di Amatrice piuttosto che scrivere nuovamente “Il Corano è merda”.
Per l’oltraggio al Libro hanno preso adeguate schioppettate, i cui effetti definitivi non sono stati attenuati né dalle marce né dalle fiaccolate.
Lo sterco sui morti del terremoto non ha procurato che qualche esecrazione sulla carta stampata e persino solidarietà dai piccolo borghesi italiani, organici alla corrotta e maleodorante Nomenklatura dei garantiti e tutelati alla maniera di Capalbio.
Rimane una verità oggettiva, quindi scolpita sulle pietre tombali di Amatrice: solo il fucile e il coltello metteranno a tacere queste iene infami, le loro puttane e i loro manutengoli. È il dato oggettivo che essi stessi – classe dominante delegittimata – offrono al popolo che opprimono e al quale indicano la strada per affrancarsene.
Se Charlie hebdo, per comprensibili motivi, ha rinunciato alla satira su Maometto e l’Islam, secondo me dovrebbe chiudere: che credibilità infatti può avere la satira se si pone dei tabù?
Tanta sana e divertente satira ( … già, deve essere divertente!!)ha talvolta evocato i morti (uno? Più di uno …?).
Si fa satira con Dio e con i santi, eppure ricordi l’imperativo? “Scherza con i fanti e lascia stare i santi!”.
Si è fatta satira con gli eccidi, con i Papi (vivi e morti). Mussolini, Hitler, Tito, Stalin(per quanto spregevoli sono sempre morti), lo stesso Maometto ecc.
Sai Piero? Penso proprio che il limite sia la risata. Non credo che una risata seppellirà mai qualcuno (una fucilata si); tuttavia, il riso è il vero discrimine. Ricordi “Il nome della rosa” ….
Ultima chiosa.
Capalbio, ovvero le Termopili di Chicco Testa.
E l’Italia sta a guardare.
L’oplita Testa di Chicco alle Termopili… suggestioni ai piedi della ghigliottina
Caro Piero, maramaldeggiare su chiunque è sconveniente! Ma è possibile porre il confine con la satira?
Forse che si, forse che no!
Charlie ha già dato. Ha pagato un prezzo alto, molto alto all’islam e continuare a dire che il corano è merda sarebbe stato come sparare sulla croce rossa.
Non mi aspettavo da parte di tutti gli italiani un comportamento anglosassone, un aplomb ineccepibile. Tuttavia, debbo ammettere che quella vignetta non ha suscitato in me reazione alcuna. Punto.
Non ho neanche lontanamente accennato ad un sorriso. Forse eccolo il limite di cui sopra: il sorriso! La satira deve suscitare il sorriso, nelle menti più illuminate, anche quando offende nostra madre e nostra sorella.
A me non ha fatto ridere. Ma il fatto è che a in me non hanno suscitato il sorriso nemmeno quelle famose vignette su Maometto , e non per motivi etici (Dio mi scampi), era solo perché io stesso ne avrei saputo inventare di più divertenti. Punto.
La mia opinione? L’umorismo di Chiarlie fa cagare per sua natura, per mancanza dei presupposti di comicità e satira!
La satira è satira contro i potenti non contro i morti; credo sia questo il limite
Maramaldeggiare sui morti non è peggio che maramaldeggiare su Dio. Su qualsiasi dio. Ma gliela avevamo fatta passare a suo tempo: troppo politicamente scorretta, secondo i dettami dell’occidente minuscolo, la religione islamica e anche il nostro Dio (almeno quello di coloro che ancora vogliono dirsi cattolici) non poteva sottrarsi a qualche vignetta blasfema, giusto per rimarcarne l’estraneità dal loro mondaccio cane. Indifendibili entrambe le religioni, a meno di volersi produrre nella difesa d’ufficio dell’indifendibile maschilismo dell’una e dell’altra e di un dogmatismo che le accomuna, almeno nell’esecrazione illuminata dei più. Ora ne traiamo le conseguenze. Si deve prendere e difendere tutto, in blocco, Dio e i morti. O teniamoci bestemmie e sberleffi
Torno sui miei passi perché non ho onorato un asterisco apposto sul mio precedente intervento:
(*) noi oltre che buoni siamo anche fessi perché, quando muoiono i francesi, andiamo anche ai loro funerali. La storia non ci ha insegnato proprio nulla. Comincio a pensare che era assai meglio quando nei secoli passati ogni sgarbo si pareggiava sui campi di battaglia, con innegabili vantaggi: si sfoltiva l’eccesso di popolazione, si favoriva la ricerca, si rinnovavano le città, si favoriva l’occupazione per la ricostruzione, ecc ecc. Diciamo che scherzo, però . . .
Beh! Effettivamente quelli di Charlie Ebdo, se fossero veramente convinti del loro diritto illimitato di satira, anziché prendersela con i nostri morti di terremoto, avrebbero potuto invece continuare a colpire l’Islam e tutte le sue svariate e bizzarre realtà. Di fatto, come l’amico La Porta ben spiega, senza mezzi termini (anzi mi pare ci sia andato giù piuttosto pesante), Charlie Ebdo dimostra con questo modo di fare che appartiene a quelle realtà dozzinali, da quattro soldi, che troviamo ovunque e sempre; applicano una vecchia regola: “buoni con i cattivi e cattivi con i buoni (nel nostro caso, con i fessi*)”. Comunque, caro Piero, mi pare che i vignettisti de Il Tempo e Jenus abbiano ricambiato generosamente il loro stupido e sgradevole sarcasmo con le vignette titolate “Tartare à la parisienne” e “Servizi segreti alla francese”, altrettanto grevi ma assolutamente dovute. Brillante anche l’intervento del nostro Ministro dell’Interno che ha suggerito ai francesi dove mettersi la matita dei vignettisti di Charlie Ebdo! Però, siamo onesti, ma che di cosa stiamo parlando?