Charlie Ebdo, la mappazza retorica

charli ebdoI gazzettieri hanno paura. Charlie Ebdo li spiazza. Il Potere se ne frega.

Se la sorpresa dei giornalisti francesi per forza di cose è comprensibile  per i morti di Charlie Ebdo, colpiscono invece le cronache correnti degli italici gazzettieri, sorpresi dall’approssimarsi del terrore e soprattutto dalla possibilità di trovarsi a loro volta nel mirino.
Esprimono, questi gazzettieri, disagio analogo a quello dei disertori, loro malgrado inciampati nel fuoco nemico.
Sono delusi scoprendo la fine dei tabù a tutelarli dalle efferatezze, le stesse altrimenti tollerate, edulcorate e annacquate quando sono a danno della gente comune e dei colleghi davvero in prima linea.
I nostri gazzettieri dovrebbero saper bene che la violenza fa distinzioni solo attraverso il caleidoscopio del Potere. A dispetto delle vostre retoriche dalle redazioni o dai balconi degli alberghi lontani dalle zone di guerra, la violenza conserva tutta la sua obiettiva autolegittimazione politica. Piaccia o meno, è così.
Eh sì, difficile capirlo per quanti costruirono luminose carriere riferendo con “ironia” dei poliziotti ammazzati. Difficile capirlo per i fiancheggiatori delle tesi precostruite sulle stragi. Difficile capirlo per le firme assassine sul sangue dell’innocente Luigi Calabresi. Difficile capirlo per quanti carezzarono i suoi assassini. Difficile capirlo per quanti legittimano il terrore sugli aerei e i razzi sulle città. Difficile capirlo per quanti dettero manforte per gli oltraggi contro il mite Benedetto XVI, il quale vi avvertì, ma voi, proprio per questo, lo aggrediste con violenza che ora vi torna.
Be’, gazzettieri prezzolati, la violenza cresce, s’adatta, vi si approssima.
Quale immunità dovrebbe affrancarvi? Quella del Potere? Quella d’una casta superiore? O d’una collaterale al Potere?
israele terroreTroppo tardi, il Potere s’è chiamato fuori – lo sapete bene – predicando tutto quello che non può dare: gioia, pace, accoglienza, tolleranza, misericordia. Predica razzolando al riparo dei suoi fortilizi, delle sue scorte, dei suoi privilegi, gettandovi un osso di tanto in tanto.
Avete salutato ebbri e festanti le primavere mussulmane. Oggi siete sgomenti e poche settimane fa squittivate, gioiosi come suorine sovreccitate, per il profeta Bergoglio e il suo “fermarli, non bombardare” mentre volava sul capo di centomila scannati, solo cristiani dopotutto.  
Bene, il Potere ferma il terrore come può, lasciandovi (ohibò come noi tutti) con la castagna bollente del rapporto violenza-libertà, gazzettieri prezzolati. Suvvia, siatene fieri, potrete essere martiri. Altrimenti perché prezzolarvi?

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Informazioni su Piero Laporta

Dal 1994, osservate le ambiguità del giornalismo italiano (nel frattempo degenerate) Piero Laporta s’è immerso nella pubblicistica senza confinarsi nei temi militari, come d'altronde sarebbe stato naturale considerando il lavoro svolto a quel tempo, (Ufficio Politica Militare dello Stato Maggiore della Difesa). Ha collaborato con numerosi giornali e riviste, italiani e non (Libero, Il Tempo, Il Giornale, Limes, World Security Network, ItaliaOggi, Corriere delle Comunicazioni, Arbiter, Il Mondo e La Verità). Ha scritto “in Salita, vita di un imprenditore meridionale” ed è coautore di “Mass Media e Fango” con Vincenzo Mastronardi, ed. Leonardo 2015. (leggi qui: goo.gl/CBNYKg). Il libro "Raffiche di Bugie a Via Fani, Stato e BR Sparano su Moro" ed. Amazon 2023 https://shorturl.at/ciK07 è l'inchiesta più approfondita e documentata sinora pubblicata sui fatti del 16 Marzo 1978. Oggi, definitivamente disgustato della codardia e della faziosità disinformante di tv e carta stampata, ha deciso di collaborare solo con Stilum Curiae, il blog di Marco Tosatti. D'altronde il suo più spiccato interesse era e resta la comunicazione sul web, cioè il presente e il futuro della libertà di espressione. Ha fondato il sito https://pierolaporta.it per il blog OltreLaNotizia. Lingue conosciute: dialetto di Latiano (BR) quasi dimenticato,, scarsa conoscenza del dialetto di Putignano (BA), buona conoscenza del palermitano, ottima conoscenza del vernacolo di San Giovanni Rotondo, inglese e un po' di italiano. È cattolico; non apprezza Bergoglio e neppure quanti lo odiano, sposatissimo, ha due figli.
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12 risposte a Charlie Ebdo, la mappazza retorica

  1. oscar scrive:

    Mi spiace per chi possa realmente pensare (e credo che non sia completamente convinto neanche lui) che la classe dirigente di cui sono espressione i giornali sia oggi in via di dissoluzione. Non lo sono neanche i loro giornali e i media tutti. Giornali, tele, radio, cinema… l’informazione tutta, sotto qualsiasi forma la si voglia considerare, rimane per la quasi totalità, saldamente al servizio delle oligarchie al potere. Non ne possono fare a meno. Se i meccanismi monetari sono strumenti fondamentali per controllare i mercati, la comunicazione – parimenti – risulta essere il principale strumento di controllo sociale/globale. Lo sono a tal punto che i sistemi odierni della comunicazione e dell’informazione sembrano non tanto subordinati ai gruppi di potere, non più di quanto gli stessi gruppi sembrino subordinati alla comunicazione. E’ il potere stesso che si articola nella comunicazione. Porterò solo tre piccoli esempi, da valutare attentamente nella singola, rispettiva dimensione e, contestualmente, quali tessere di un mosaico senza limiti e confini. 1) Il generale Petraeus – già capo delle forze statunitensi in Afghanistan e capo della CIA (non la Confederazione Italiana degli Agricoltori) – passa informazioni e documenti riservati alla sua amante. Delle due l’una: o è un idiota (nel senso vero della minorazione) e allora c’è da chiedersi in mano a chi è il mondo prima di chiuderlo in manicomio, o ci guadagnava qualcosa perché lavorava per “la spectre” e allora bisogna chiuderlo in gabbia e buttare la chiave. 2) Hackers dell’IS entrano nel sistema informatico del PENTAGONO. Grande sberleffo! Ma da dove li prendono gli informatici del Pentagono da Walt Disney? Li provassero allora a prendere dai programmatori del sistema informatico dell’INPS in Italia. Qualunque pensionato di buona cultura informatica sa bene quanto sia impenetrabile il sito dell’INPS, ci vuole ben altro che un hacker jahidista per leggere il cedolino della pensione. 3) Ci hanno “oscurato” Landini! Si, proprio lui: il gladiatore/FIOM Maurizio Landini. Quello che solo 20 giorni fa era dappertutto, invitato da tutti i talk shows, salito tanto nella scala del gradimento popolare da costituire certamente fonte di cruccio per più di una seggiola importante, nel caso in cui in questo Paese si tornasse a votare. Niente sui giornali, niente per radio, televisione, internet. Se qualcuno ne ha notizia ci faccia sapere.

  2. Fedro scrive:

    Federico: Il Pil reale italiano solo nel 2014 e’ sceso del 10%,
    Da quando l’Iri fu svenduta, e’ sceso almeno del 50%. Paolo (Pomicino) spiega come quasi tutti gli attivi bancari e le stesse banche siano in mano straniera. Ilva era saltata. E il governo, pur ridicolo, ha nazionalizzato. Ma è dall’altro lato dell’Oceano, che sta venendo giù tutto: come il grande Piero ha da tempo compreso. Geopolitica? Si. Ma prima di tutto, anche per capire e per uscirne, pregare.

  3. Federico Dezzani scrive:

    Perchè temere chi scioglie le veline della CIA in brodazze logorroiche? Il manierismo della scrittura nasconde il vuoto intellettuale.

  4. Giovanni scrive:

    La verità è nell’articolo e nei tre commenti. La verità fa male ma la condivido.

  5. Federico Dezzani scrive:

    Approfitto dello spazio per esprimere tutto il mio profondo e sincero disgusto e ribrezzo per Giuliano Ferrara che oggi ha dato dei “coglioni” a chi non capisce che l’attentato a Charlie Hebdo rientra in una “strategia del mondo islamico” per attaccare l’Occidendete GIUDAICO-CRISTIANO.
    Che simili put**** del potere diffondano propaganda anti-islamica e filo-israeliana con denaro pubblico fa VOMITARE!!!!!!!!!!!!

  6. Sigmund scrive:

    Smisi di comprare i giornali nel 1992, quando mi resi conto di dare soldi “buoni” per avere in cambio merce “cattiva”, dunque per me il processo è iniziato allora e non mi meraviglia il fatto che oggi i giornali sopravvivano solo grazie agli aiuti statali, e non senza una controparte.
    Per quel che concerne l’attacco terroristico di Parigi, oso dire che, essendo in guerra, i morti non sono previsti da una sola parte… oppure qualcuno pensava che dovessero rimetterci la pelle solo i musulmani o i cristiani d’oriente?

    • piero Laporta scrive:

      be’ sì, a giudicare dagli strepiti, se lo scannamento proseguiva a Ninive e dintorni, o in Africa centrale, se ne sarebbero fatta una ragione. D’altronde chi siamo noi per giudicare… finché non ci sparano addosso?
      je suis Mu’ammar Gheddafi!

  7. Federico Dezzani scrive:

    Lo stuolo di redattori, giornalisti, intellettuali, etc etc, crede che il crollo dei lettori sia dovuto alla povera ed innocente carta su cui sono stampate le notizie e del maligno video che ruba lettori!!!
    Facciamo una grassa risata: Ah Ah Ah!!!!!
    I giornali ormai dall’ultimo del Foglio al primo della Repubblica sono cadaveri in putrefazione perché la stessa classe dirigente di cui sono espressione è in dissoluzione!
    In meno di vent’anni l’Italia è passata dall’essere la quinta economia del mondo ad un paese sub-sahariano: il PIL è crollato del 10%, la disoccupazione reale supera il 30%, si svuotano i cassetti dei nonni in cerca di preziosi, siamo invasi da clandestini provenienti da Paesi che abbiamo contribuiti noi stessi a gettare nel caos, l’industria statale è stata smantellata e quella privata è in mano alle vecchie e marce famiglie capitalistiche italiane che spostano le sedi fiscali a Londra, e VORREBBERO PURE CHE COMPRASSIMO I LORO GIORNALI???
    Ma che andassero a fare in ******!!!!!!!

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