Chiunque abbia sofferto la morte d’un gatto o d’un cane, l’ha seppellito nel proprio giardino oppure in un luogo in qualche modo adatto a serbarne la memoria. Nessuno osa criticare tale estremo gesto di affetto verso un animale. Per un bambino abortito non c’è pari dignità. Per taluni è meno d’un gatto o d’un cane.
A sentire combriccole di streghe e stregoni o di sedicenti scienziati (le qualità coincidono non solo per le pandemie pandemoniche), un bocciolo di bambino, coi suoi occhi, col suo cervello, il suo cuore, le sue manine e i suoi piedini, quelli contrattisi nello spasmo che l’uccideva, questo bocciolo di umanità, com’è un bocciolo di rosa senza essere ancora una rosa, questo briciolo di vita interrotta deve essere buttato nella fogna, dimenticato, tutt’al più smaltito come scarto sanitario. Rifiutato dalla madre e dal padre, rifiutato dalla ASL, rifiutato al ricordo, rifiutato e basta. Non è mai esistito, deve essere cancellato: meglio ancora se in un forno crematorio per rifiuti ospedalieri. Forno crematorio… rieccolo. Dilata i tempi, una settimana oggi e una domani, si sa, il diritto all’autodeterminazione della donna (che vuol dire?) è sacro; è ormai normale l’aborto officiato in taluni templi “sino al nono mese”. Limite curioso che interroga. Al nono mese di solito si nasce. Se si può essere uccisi, occorre definire i limiti di tempo: nono mese meno 15 giorni o meno un giorno? Nono mese meno un’ora? Meno un minuto? Meno un secondo o meno un centesimo di secondo?. Chi è il cronometrista mentre il boia ossequia la legge mengeliana? Strangolando? Tagliando? Avvelenando? Anestetizza prima, come si fa coi condannati a morte o non ne vale la pena? C’è un consenso informato? Di chi? Della madre? Non avrebbe senso, se ha già deciso di disfarsene, a che pro informarla di che cosa? Neppure pare appropriato esigere il consenso informato della vittima, resa tale proprio perché incapace di intendere e di volere, condizione che le risparmierebbe la morte se fosse un assassino. Torna l’eterno paradosso: il boia uccide l’innocente, certificato innocente al di là d’ogni ragionevole dubbio. E’ certamente innocente; deve dunque essere ucciso e seppellito sotto una cappa di oblio, con la fogna o col forno non importa. Gli stregoni che uccidono i bambini abortiti si vergognano che siano ricordati. Bambini mai nati? Sconci giochi diabolici di parole: bambini uccisi, bambini venduti, bambini violentati. Il vortice della barbarie frulla se stesso fino all’autodistruzione.
Per combattere questi nemici della vita sarebbe opportuno leggere la Finestra di Overton. Altrimenti, senza renderci conto, faremo la fine della rana bollita.
E’ proprio vero. Maledette abortiste, il Cielo non paga solo di sabato!