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Il PD e i suoi servi (Calenda, Renzi e Fratoianni) sono nemici dell’Italia. Essi sono in gramaglie per l’antipapa e pronti a festeggiare il nostro funerale, il funerale dell’talia. Le elezioni incombono e dobbiamo essere realisti. Il PD, il Lettamaio e i suoi servi (Calenda, Renzi e Fratoianni) hanno distrutto l’economia, dopo la Giustizia; hanno disperso posti di lavoro, assicurando prebende ai propri liberti; hanno prima favorito la pandemia (VEDI LA FIGURA IN BASSO) poi l’hanno usata contro il popolo per il proprio potere; ora ci portano in guerra dopo aver distrutto le forze armate con la complicità dei generali loro servi, ci portano in guerra contro la Russia esattamente come fece Mussolini. Occorre arrestare la marcia funebre del PD, becchino dell’Italia.
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Terminato finalmente l’interminabile funerale dell’antipapa, non sappiamo per quanto terranno ancora il lutto le prefiche nostrane nei lupanari televisivi, in gramaglie manco fosse morta la loro mamma nell’esercizio delle sue funzioni. Se fossimo un popolo saggio, dovremmo ricordare che Winston Churchill fu padrino di Ventotene e della guerra alla nazione italiana, della quale Portella della Ginestra e piazza Fontana sono solo due stragi fra centinaia. È finalmente morta una delle peggiori nemiche dell’Italia e degli italiani, altro che lutto. Il lugubre servilismo televisivo tradisce un dominio neppure più dissimulato. Nel 2014, a chi giurava sull’esistenza di una cultura europea, ricordai che «l’Italia è dominata non cooptata».
Insomma, dopo la lugubre, interminabile danza druidica di queste settimane, fatta la tara a tutti i candidati, a me basta che Giorgia Meloni abbia messo al primo posto l’interesse nazionale. Dice, anche Salvini Matteo affermò “prima gli italiani”. Certo, poi fece cadere Giuseppe Conte su ordine del Quirinale e ci impose Draghi Mario e gli italiani tornarono ultimi.
Alla fine della giostra, noi dovremo votare Giorgia Meloni, pur consapevoli della sua corrente inadeguatezza. Depositata la scheda, pregheremo affidandoci a Lui e ancora prima a Maria Santissima: La tua benignità non pur soccorre / a chi domanda, ma molte fïate / liberamente al dimandar precorre. (Dante, Paradiso, XXXIII). Meglio pure aggiungere: «Veni, Sancte Spiritus, veni per Mariam».
Occorre pregare: i figli della luce appaiono sprovveduti, mentre agguerrite e incombenti sono le armate a sottometterli. Come al solito, “Situazione disperata ma non seria” secondo Winston Churchill fu quella italiana, a differenza di quella tedesca “Seria ma non disperata”. Ebbe dopo tutto ragione. La Germania non pagò danni di guerra; fece bancarotta per cinque volte; trescò con l’Unione sovietica; impose il fallimento della Grecia per mano di Mario Draghi (il quale non sembra ancora soddisfatto). La Germania ha pagato ben sette dollari per ogni ebreo gasato. La Germania ha imposto l’esplosione della Iugoslavia e il primo assalto alla Russia, fallito per poco nonostante i tradimenti di Michail Gorbachev. La Germania si è riunificata (letteralmente a nostre spese) mentre i nostri kapò demonizzano le nazioni[1].
Chi tutelò gli interessi nazionali italiani mentre avveniva questo e altro? In taluni casi gli interessi e quanti li difendevano (Aldo Moro e Federico Caffè, per esempio) furono annientati dalle stesse Istituzioni.
Se tagliamo i fatti con l’accetta, vien da concludere che il problema dell’Italia non è la guerra in Ucraina oppure il virus impossibile da isolare o la penuria di gas. Il vero problema è nel Quirinale e a palazzo Chigi, acerrimi nemici del popolo e del suo potere democratico, genuflessi al druidico feretro dell’antipapa, come d’altronde lo è il papa in carica. Dio volle i due palazzi ancor più acerrimi fra loro medesimi, così com’è aspra la lotta intestina nel Vaticano.
«Grande è la confusione sotto il cielo; la situazione quindi è eccellente», disse Mao Tse Tung (più probabile sia di Confucio). Di certo c’è confusione. La guerra in Ucraina ha messo a nudo le separazioni e le vulnerabilità nella UE e nella NATO. La guerra biologica col Covid-19 è fallita perché non ha neutralizzato né la Russia né la Cina, invece ha spaccato tutti gli schieramenti occidentali. Il Nuovo Ordine Mondiale, sognato dalle camarille ebraiche atee, facenti capo ai Rothschild, ai Rockefeller, ai Soros, agli Schwab e via contando, è fallito prima di nascere. Francesco che qualcosa di buono disse nelle scorse settimane, ha indossato l’elmetto ucraino, passatogli dal Parolin Pietro, principe di Bilderberg. Nella Terza Loggia del Vaticano è necessaria una maestra che ricordi ai monsignori chi sono e in quali capitali abitano i nemici della Chiesa, da duemila anni. Basti una maestra a spiegar loro come l’eventuale Nuovo Ordine Mondiale annienterebbe pure il Vaticano. A proposito, le opere d’arte chi se le prenderebbe?
L’imbecillità ha un ruolo nella storia. Non pensiamo tuttavia di averne l’esclusiva. Morto l’antipapa inglese, le interminabili idolatrie funeree non rassicurano circa l’incapacità dell’erede anticristo e la criticità dei suoi rapporti col mondo della produzione e del lavoro. Fa ridere immaginare l’anticristo nume tutelare dei privilegi e del dolce far nulla degli spelacchiati gattopardi britannici, celebrati dal liberto Jaques Attali. Carlo è inadatto a tutto tranne che ai vizi. Dovrà presto farsi da parte a favore del figlio, se mai questi sarà ancora in buona salute. Sarebbe tuttavia inutile. Il mondo va nonostante tutto avanti, col lavoro, con le risorse, coi sacrifici della gente per bene.
La Gran Bretagna, a capo della schiera anti russa, a favore dei nazisemiti dello Zelenski, ricorda quella sognata dallo zio della defunta, se non si fosse dimesso, interrompendo la tresca con Hitler. Gli spelacchiati gattopardi inglesi vogliono sopravvivere ad ogni costo nei e coi propri privilegi: l’UE non li paga più? Hanno deciso di farli pagare alla Russia. E il Nuovo Ordine Mondiale vada a farsi benedire, purché essi sopravvivano negli agi e nei privilegi. È la follia, la cecità di quanti si sentono al di là del bene e del male. Un impero di zombi britannici sogna di risorgere dai propri tumuli, insieme a un impero ottomano redivivo nei massacri degli armeni, dei quali non importa a nessuno degli ebrei tifosi del nazi Zelenski. Gli Stati Uniti, trascinati in questo delirio, sono ridotti nuovamente a colonia britannica. Prima gli USA annientano il pervertito al potere, prima recuperano la loro dignità.
In questo caos entra Giorgia Meloni. La si lascia entrare proprio perché il caos dilaga; quanto più trascorrono le ore, tanto più il caos è ingovernabile.
Giorgia Meloni fu unta perché sostenne la politica di don Sergio Mattarella per la diffusione e poi per la (diciamo così) terapia del virus non isolabile; Giorgia Meloni fu unta perché sostenne la politica di don Sergio Mattarella per l’Ucraina; Giorgia Meloni fu unta perché sostenne la fedeltà euroatlantica di don Sergio Mattarella. D’altronde se non avesse fatto così sarebbe stata accettata in ASPEN e quindi unta per palazzo Chigi? No, neanche per sogno.
Che cosa si dovrebbe fare, quindi? Qual è la strategia plausibile in questa situazione? Cerchiamo di districarci. Il lettore perdoni la pedanteria, dovendo iniziare da molto lontano. Che cos’è la strategia? Tutti ne parlano, confondendola con “stratagemma” o peggio con “espediente”.[2] “Strategia” non ha più nulla da spartire col lemma originario; è infatti nel linguaggio economico, politico e persino sportivo. Una volta di più l’etimologia confonde più che chiarire. Che cos’è davvero la “strategia”? La strategia è “l’arte di conservare la libertà di decisione”. Per ora il lettore si contenti di questa mia definizione: «la Strategia è l’arte di conservare la libertà di decisione» che appaierei a un’altra: «Il Potere si regge su “consenso” e “distribuzione delle risorse”».
Riassumiamo. La libertà di decisione, grazie ai crimini ventoteniani, benedetti da Churchill, l’abbiamo trasferita in mani altrui, a Bruxelles, a Parigi, a Berlino, a New York, a Strasburgo… riducendo il Parlamento a un circo. Le risorse sono andate via di conserva con la libertà di decisione.
[cryout-pullquote align=”right” textalign=”justify” width=”40%”]Gli spelacchiati gattopardi inglesi vogliono sopravvivere ad ogni costo nei e coi propri privilegi: l’UE non li paga più? Hanno deciso di farli pagare alla Russia. E il Nuovo Ordine Mondiale vada a farsi benedire, purché essi sopravvivano negli agi e nei privilegi.[/cryout-pullquote]
Chi altri può entrare a palazzo Chigi il 25 Settembre, per assumersi la responsabilità dei danni in corso dal 1989, ininterrottamente per 33 anni? Giorgia Meloni. Ha le macchie che abbiamo detto? Sì, anche di più e se non le avesse non potrebbe entrare. Ha alle spalle un partito in larga misura di imbecilli? Sì e contano su questo per condizionarla.
Inutile girarci intorno, quando la scelta non c’è, la scelta è facile: è indispensabile con questo turno elettorale recuperare un po’ di libertà di decisione, non si può sperare che nel recupero di un po’ di libertà di decisione, niente di più.
Occorre, quindi è vitale distruggere il PD coi suoi servi Calenda, Renzi e Fratoianni. Non votare significa rafforzare il Lettamaio che ha messo in ginocchio l’Italia. Occorre votare senza alcun contributo a Forza Italia e Lega, i cui leader sono accucciati davanti a Draghi Mario ben oltre quanto appare. Occorre votare Giorgia Meloni.
Quando Giorgia Meloni entrerà a palazzo Chigi, saprà che avrà due diavoli tentatori. Il primo in se stessa, come capiterebbe a ciascuno di noi se fossimo sollecitati nella vanità. Vinto il primo, dovrà fronteggiare il secondo non meno pericoloso, nel Quirinale. Speriamo che la nostra preghiera abbia effetto. Che altra strategia proponete? Siamo nelle mani di Dio, speriamo non applauda. Chi non vota Giorgia Meloni, propizia il Suo applauso. Fate leggere questo articolo a dieci vostri amici e convinceteli a sostenere Giorgia Meloni. Cristo Vince, ma occorre essere dalla sua parte, quantunque superflui.
[1] Chi dubiti osservi il cicisbeo pariolino Calenda Carlo chiedere più Europa della cui storia non sa nulla e meno ancora sa del proprio protettore, il noto filantropo Georgy Soros, figlio di un collaborazionista dei nazisti.
[2] Stratagemma e strategia vengono dal greco στρατηγία, “comando dell’esercito”. Sicché stratega era il comandante militare. È intuitivo che “strategia militare” è divenuto sottoinsieme residuale di “strategia politica”.