Che cosa accade allo IOR e a Ernst Von Freyberg, presidente dell’Istituto per le Opere Religiose?
Insediatosi a metà febbraio dello scorso anno, per volontà di Tarcisio Bertone, allora segretario di Stato, von Freyberg sta per lasciare la sua poltrona? Un fatto clamoroso lo fa sospettare dalla mattina di domenica 27 aprile 2014.
Quel giorno, com’è ben noto, Papa Francesco canonizzò Giovanni Paolo II e Giovanni XXIII di fronte alle delegazioni di 112 paesi, 24 delle quali guidate da capi di stato e monarchi, altre 11 da capi di governo, oltre a milioni di pellegrini convenuti da tutto il mondo per la “domenica dei 4 Papi”..
Per comprendere l’importanza di quanto stiamo per narrarvi, è bene tenere conto che i posti delle autorità sono concessi con estrema oculatezza. Il cerimoniale della Segreteria di Stato valuta uno per uno i destinatari degli inviti.
Presidente dello IOR senza sedia in piazza San Pietro
Nonostante tale oculatezza, oppure proprio a causa di essa, fra gli invitati di primo livello non c’era la sedia di Ernst von Freyberg, presidente dello IOR, collocato nelle precedenti analoghe cerimonie fra le massime autorità. Quella sedia il 27 aprile 2014 non c’era. L’invito per von Freyberg s’era smarrito? E’ arrivato in ritardo? Secondo taluni non è mai partito.
Von Freyberg ha assistito alla cerimonia dal terrazzo che affaccia sul sagrato, alla fine del corridoio che vi adduce dalla Terza Loggia della Segreteria di Stato, dando a intendere ai presenti di essere lì per fumare liberamente e per evitare di rimanere bloccato per le due ore della cerimonia. Del resto i più benevoli facevano notare che sul terrazzo c’era pure Bruno Vespa. Non tutti gli hanno creduto, molti hanno fatto mostra di credergli, tutti si sono stupiti.
Secondo taluni delle Congregazioni religiose, von Freyberg era sul terrazzo della Terza Loggia invece che fra le autorità perché emarginato, perché caduto in disgrazia, a causa degli esiti d’una riunione da lui indetta in Vaticano nella prima metà di aprile, proprio coi vertici delle Congregazioni.
Nella riunione di aprile convennero, chiamati dallo IOR, i “superiori maggiori” e le “superiori maggiori”, due cerchie potentissime e influentissime, cioé i vertici delle maggiori Congregazioni religiose, maschili e femminili. Ciascuna di tali congregazioni e una quantità di prelati sono titolari d’un conto corrente presso lo IOR.
Questi personaggi, nel corso della riunione, appresero con disappunto che da settembre dovranno compilare il “modulo RW”, col quale comunicare al fisco italiano le proprie giacenze di capitali all’estero. Va da sé che se taluno – persona fisica o giuridica – ha un deposito nello IOR, banca dello Stato Città del Vaticano, per ciò stesso quello risulta titolare d’un conto all’estero, non denunciato precedentemente al fisco italiano, con quanto consegue.
Da quel momento serpeggia un terremoto, sotterraneo ma non per questo meno devastante. In tanti s’interrogano, per ora senza risposta, se Papa Francesco e la Commissione dei Cardinali fossero a conoscenza dell’iniziativa di von Freyberg.
Le congregazioni e i titolari dei conti, presi alla sprovvista, vanno rendendosi conto del rischio d’una multa dal fisco italiano – solo per il 2014 – pari al 15% della consistenza del deposito. Aggiunte le ulteriori multe per il 2013 e per gli anni precedenti, non stupisce la fosca previsione di talune Congregazioni per il possibile azzeramento dei depositi, per mano del fisco italiano, oltre alle conseguenze penali.
Nessuno può essere certo se abbia pesato di più l’ostracismo oppure la volontà di von Freyberg di non fare incontri imbarazzanti in piazza san Pietro. Il fatto è che stava sul terrazzo della Terza Loggia durante una cerimonia storica. Più d’uno è sicuro che l’allontanamento dalla piazza è comunque segno che i suoi giorni nello IOR sono contati.
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