Ucraina come la Serbia nel 1914? Possibile che Sarajevo e Kiev si gemellino e sarebbe un tocco ironico della Storia nel centenario della Grande Guerra.
Grande quanto inutile, alla prova dei fatti e delle montagne di morti che s’ammassarono da quel momento e fino al VietNam. Il vaso di Pandora in queste ore non è stato riaperto da Vladimir Putin, il quale non è un terziario francescano ma neppure gli si può chiedere di chiudere occhi e orecchie mentre l’asse Usa-Germania gli fa la pipì nel giardino di casa. queste sono prerogative dei pagliacci di casa nostra esibite con ostentazione mentre assalivano la Libia, allora nostro alleato strategico.
Il vaso di Pandora è stato riaperto con lo smembramento della Jugoslavia e il tentativo in parte riuscito di fare altrettanto con l’Unione sovietica. Quest’ultimo è fallito proprio grazie a Vladimir Putin che arginò, corresse, stabilizzò e poi arrestò la decadenza di Mosca, cui la conduceva la condotta scellerata di Boris Yeltsin e delle sua famiglia più scellerata di lui.
Lo smembramento della Jugoslavia, una montagna di morti inutili e stragi a non finire per mano di tutti, Onu compresa, è una vergogna senza appello per Stati Uniti e Unione europea, Germania, Francia, Gran Bretagna e Olanda in testa, coi nostri governanti a servire, in particolare un orrido Francesco Cossiga, crocevia di tutte le nefandezze politico militari italo atlantiche e grande traditore di Aldo Moro.
Non sappiamo se dall’Ucraina partirà la Terza Guerra mondiale. Sappiamo tuttavia, tutti sanno anche se fanno finta di non sapere, che in Ucraina forze prezzolate hanno abbattuto un governo legittimo. Chi voglia mettere in dubbio la legittimità di Yanukovich, a causa delle sue ville, dello yatch o delle auto, dovrebbe invocare il rogo per una quantità di facce di tolla della politica ladra e assassina di casa nostra, a cominciare dall’immarcescibile Ciriaco De Mita e dal compare Cirino Pomicino, per poi scendere gradino dopo gradino fino ai giorni nostri e ai governanti appena usciti di scena.
È innegabile che tutta la vicenda jugoslava ha sanzionato la possibilità di smembrare uno stato e la legittimità delle dichiarazioni di autodeterminazione dei popoli. Se gli ucraini filorussi vorranno andarsene per conto proprio, c’è poco da obiettare, da parte di Obama, che ha gestito e gestisce tutt’oggi col terrore e le stragi lo smembramento degli stati, la Siria oggi, come ieri i suoi predecessori la Jugoslavia. È altrettanto innegabile, osservando quanto è accaduto in Libia, Egitto e soprattutto in Siria, che è in atto una manovra ad ampio raggio per destabilizzare tutta l’area del “Mediterraneo allargato”, cioè da Gibilterra al Golfo Persico, con lo scopo evidente di conseguire almeno due obiettivi: 1) tenere incessantemente alta la tensione; 2) spingere il costo del barile oltre i 100dollari e verso i 200.
La differenza fra Bush e Obama è che il primo si sarebbe accontentato di 100dollari, il secondo invece ha una fame insaziabile, perché insaziabili sono i suoi padroni. Per ora sembra che reggano la complicità interna fra l’establishment statunitense e le complicità esterne fra quello e i potentati finanziari e militari, europei e mussulmani. I malvagi sono giustappunto capaci solo di complicità, mai di solidarietà. La complicità tuttavia è effimera e presto o tardi riserva sorprese a chi pensa di giovarsene. Sediamoci sulla riva del fiume, dunque. E, se sarà guerra, sia chiaro, noi non abbiamo alcun interesse a entrarvi. Dopo due guerre mondiali dovremmo averlo capito. O no?
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