Orwell, senza parole dal 1984

1984La rappresentazione letteraria più nota d’una distopia è “1984”, di George Orwell. Chi lo (ri)leggesse constaterebbe che la realtà ancora una volta lascia al palo il romanzo.

Ho cercato di regalare un BlackBerry a Orwell. Egli è rimasto perplesso, sebbene incuriosito. Dopo qualche istante di silenzio, mi ha ricordato che la proprietà di BB, Research In Motion (RIM), si autodefinisce “leader globale dell’innovazione wireless, ha rivoluzionato il settore dei dispositivi mobili con l’introduzione nel 1999 della soluzione BlackBerry®. I prodotti e i servizi BlackBerry vengono utilizzati da milioni di clienti in tutto il mondo per restare connessi tutto il giorno con le persone e i contenuti che stanno loro maggiormente a cuore“. Orwell ha tuttavia tenuto a farmi sapere che BlackBerry ha un sistema di cifratura peculiare. “I tecnici di RIM possono decrittare quanto meno il traffico internazionale dei loro utenti, coi loro centri data in Canada e Gran Bretagna“, mi ha detto a bassa voce con aria molto preoccupata.

Dopo un istante, leggendomi nel pensiero ha aggiunto: “Se stai pensando, chessò… di rifugiarti in Samsung o in iPhone, sei come i naufraghi che per scampare alla guerra affogano nel Mediterraneo”.

Mi riesce dunque difficile comprendere dove e come si porranno limiti all’ascolto, mediante i “protocolli” Ue, un documentino cartaceo che non ha giurisdizione sui centri data di BlackBerry, i cui top manager potrebbero invece essere indotti a zelanti e occulte collaborazioni dalle alleanze spionistiche affioranti in queste ore.

Va bene, va bene, non mi assordate, lo so, non si può essere prevenuti verso quella o quell’altra azienda e la presunzione d’innocenza è primaria. Però…

Le democrazie si ressero fino a ieri sulla separazione dei poteri. Sorvolo sulla condizione dell’Italia, dove tale separazione è finita da un pezzo, riconvertitasi e pervertitasi in altre ineffabili e tentacolari forme. Pongo tuttavia una domanda: qual è oggi lo stimolo all’autolimitazione dei poteri, se l’IT concentra “il potere” in un’unica stanza per essere gestibile con un solo joystick?

L’intercettazione di massa è solo una delle manifestazioni di potere integrato, invisibile come un’infezione virale, i cui effetti s’avvertono quando il virus, sparsa la pandemia, se la ride dell’illusione o della finzione di contrastarlo con un protocollino sulla carta da bollo.

L’intercettazione di massa divide l’umanità fra quelli che s’uniformano, parlando di quanto è gradito e tacendo sul rimanente; e quelli che vanno prendendo contromisure crescenti: prima personali, poi di gruppo, infine di massa.

Orwell mi assicura che lo scontro cruento è il limite inesorabile verso il futuro, preceduto da persecuzioni ben oltre lo spettro sinora conosciuto. Orwell aggiunge che non sa a quale protocollo votarsi. E tace, mentre a grandi gesti ci intima il silenzio e ci avverte di prepararci al peggio.

Ohibò, s’è arrestato improvvisamente, impallidisce, sussurra d’avere il dubbio che una delle migliaia di telecamere occulte lo stia riprendendo.

Chiudo rapidamente questo pezzo perché noto segnali strani sul mio computer… ecco mando tutto sul Web finché po t   rò farrrrrrlo………………..

Articolo è uscito sotto altra forma sul Corriere delle Comunicazioni dell’11 Novembre 2012

conflittiestrategie elio

 

[swfobject]4496[/swfobject]height=”250px” width=”300px”

Copyright©2013 Tutti i diritti riservati a www.pierolaporta.it È permesso l’uso personale dei contenuti di questo sito web solo a fini non commerciali. Riprodurre, pubblicare, vendere e distribuire può avvenire solo previo accordo con l’autore. Le foto di questo sito sono prese in larga misura da Internet, in quanto valutate di pubblico dominio. Se i soggetti fotografici o gli autori fossero contrari alla pubblicazione, lo segnalino a info@pierolaporta.it e si provvederà alla immediata rimozione delle immagini.

conflittiestrategie, ilcorrieredellacollera, libero.it, manuel voghera, Papa Francesco, piazzolanotizia

Informazioni su Piero Laporta

Dal 1994, osservate le ambiguità del giornalismo italiano (nel frattempo degenerate) Piero Laporta s’è immerso nella pubblicistica senza confinarsi nei temi militari, come d'altronde sarebbe stato naturale considerando il lavoro svolto a quel tempo, (Ufficio Politica Militare dello Stato Maggiore della Difesa). Ha collaborato con numerosi giornali e riviste, italiani e non (Libero, Il Tempo, Il Giornale, Limes, World Security Network, ItaliaOggi, Corriere delle Comunicazioni, Arbiter, Il Mondo e La Verità). Ha scritto “in Salita, vita di un imprenditore meridionale” ed è coautore di “Mass Media e Fango” con Vincenzo Mastronardi, ed. Leonardo 2015. (leggi qui: goo.gl/CBNYKg). Il libro "Raffiche di Bugie a Via Fani, Stato e BR Sparano su Moro" ed. Amazon 2023 https://shorturl.at/ciK07 è l'inchiesta più approfondita e documentata sinora pubblicata sui fatti del 16 Marzo 1978. Oggi, definitivamente disgustato della codardia e della faziosità disinformante di tv e carta stampata, ha deciso di collaborare solo con Stilum Curiae, il blog di Marco Tosatti. D'altronde il suo più spiccato interesse era e resta la comunicazione sul web, cioè il presente e il futuro della libertà di espressione. Ha fondato il sito https://pierolaporta.it per il blog OltreLaNotizia. Lingue conosciute: dialetto di Latiano (BR) quasi dimenticato,, scarsa conoscenza del dialetto di Putignano (BA), buona conoscenza del palermitano, ottima conoscenza del vernacolo di San Giovanni Rotondo, inglese e un po' di italiano. È cattolico; non apprezza Bergoglio e neppure quanti lo odiano, sposatissimo, ha due figli.
Questa voce è stata pubblicata in polis e contrassegnata con , , , , . Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *