Vaccino e filantropia, in apparenza. In realtà, la solita rapina a danno dei bambini più poveri e indifesi, e delle loro vere mamme.
Il 28 gennaio 2015 si è tenuto a Berlino il summit della Global Alliance for Vaccines and Immunization (GAVI).
Compito dell’organizzazione transnazionale raccogliere fondi per il quinquennio 20016-2020 da destinare a una campagna di vaccinazione di massa dei bambini delle regioni più povere del mondo, che, a detta dei promotori, dovrebbe salvare dai 5 ai 6 milioni di vite.
[cryout-pullquote align=”left” textalign=”justify” width=”25%”]L’autore è operatore scientifico di stampo internazionale[/cryout-pullquote]Uno dei principali benefattori del GAVI è quel filantropo di Bill Gates che ha “donato” 1.50 miliardi di dollari, nel senso che ha scalato dal dovuto sulle tasse governative la cifra destinata ad aiutare i bambini poveri del mondo. Come non commuoversi?
Forse qualcuno potrebbe essere contrario a questa così nobile iniziativa? Purtroppo a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si indovina, diceva qualcuno…Cui prodest tutta questa giravolta di miliardi? L’industria farmaceutica che produce vaccini, naturalmente. La Pfizer e la SKF, le due industrie maggiormente coinvolte nel settore, informano che con l’aiuto di GAVI i paesi in via di sviluppo potranno continuare ad acquistare i vaccini per le polmoniti, la diarrea e il tumore della cervice uterina a un prezzo ridotto anche negli anni a venire, quando sarà cessato il contributo dei benefattori. Anche le industrie farmaceutiche sono popolate di filantropi, magari con un occhio al fatturato di domani oltre a quello garantito dall’attuale donazione dei paesi sensibili alla salute dei bambini poveri del mondo.
Si potrebbe commentare dicendo che il vaccino per la diarrea potrebbe essere utilmente sostituito da acqua e sapone di cui questi paesi sono privi, ma a quel punto a giovarsene non sarebbe più l’industria farmaceutica, ma altri.
Forse si potrebbe capire la vaccinazione per la polmonite, ma qualcuno deve spiegare che senso ha vaccinare contro il papilloma virus le bambine povere dei paesi in via di sviluppo. E rieccoci al solito problema dell’interesse sulle malattie sessualmente trasmissibili da prevenire con un vaccino, la cui utilità peraltro è in discussione, mentre si sa che uno stile di vita prudente nella vita sessuale da solo basterebbe a prevenire la stragrande maggioranza delle malattie sessualmente trasmissibili. Non va dimenticato, poi, che tutto ciò è coadiuvato dall’associazione Save the Children, braccio amato delle Nazioni Unite, proteso verso le culle, gli asili e, prima ancora, verso le pance delle mamme, quelle vere.
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