Berlusconi chiama nella notte; il Cavaliere ha voluto un’intervista che volentieri pubblichiamo. 😛 😛 😆
Berlusconi, come mai si rivolge a OltreLaNotizia per essere intervistato?
R. Purtroppo, come lei sa, l’egemonia comunista in Italia non è mai venuta meno e io non so come far giungere la mia voce agli italiani.
Davvero? Tre televisioni, radio, giornali…la intervistano anche le tivvù concorrenti…
R. Mi consenta, da quando è andato via Emilio Fede, anche nelle mie televisioni non ho più molto spazio.
Dimentica Barbara Urso: l’ha fatta parlare a ruota libera, nell’ora di massimo ascolto.
R. Ho un credito di almeno 240 ore di tv prima di pareggiare i conti con tutte le comparse delle primarie, delle secondarie e delle parlamentarie del PD. Ha udito che cosa hanno detto i miei nemici? Sono stato attaccato da tutti perché sanno che io sono l’unico che può riportare l’Italia nella grande famiglia delle democrazie europee.
Questo mi sembra di averlo già sentito nel 1994, quando sosteneva di ”mantenere l’Italia nella grande famiglia delle democrazie europee”. Se ora dobbiamo “riportare” a quel punto l’Italia, un po’ è anche colpa sua, visto che nel frattempo ha diretto tre governi, due dei quali con maggioranza schiacciante in Parlamento.
R. Mi consenta, lei è mica comunista?
Mai iscritto a nessun partito; risponda alla domanda.
R. Noi in venti anni abbiamo attuato grandi riforme, oscurate purtroppo dalla stampa comunista. Penso alla riforma della giustizia, alla riforma delle polizie, alla riforma della burocrazia, alla riforma dell’università, alla riforma delle forze armate. Come vede il centro destra ha attuato più riforme di quante ne siano mai state fatte dalla nascita della Repubblica.
Non so che cosa le abbia riferito Gianni Letta, ma nella giustizia non avete mosso una paglia. La gestione dei tribunali è nel caos e le cause sono un lusso che solo quelli come lei si possono permettere. In quanto alle polizie, i suoi governi hanno accresciuto dal 20 al 40 per cento i vari organici e la spesa è salita del 50 per cento dal 1994 a oggi. Di quasi il triplo sono cresciuti gli stipendi dei dirigenti di prima fascia, mentre le buste paga degli agenti e dei bassi funzionari sono rimaste al palo. Di pari segno è quella che lei chiama la riforma della burocrazia. Il suo ministro Renato Brunetta ha picchiato sulla base, lasciando al loro posto una pletora di dirigenti incapaci e corrotti. Lei gestirebbe così una sua azienda in crisi?
Nell’università il suo ministro Gelmini s’è genuflessa ai rettori: invece di rimuoverli in larga parte e chiamarli a rispondere di gestioni a dir poco allegre, sono stati prorogati, estendendone le prerogative e le capacità di spesa, mentre nel contempo sono stati cancellati i presidi di facoltà, con grande sollievo dei corrotti e grande danno all’organizzazione degli insegnamenti e della ricerca.
La riforma delle forze armate? Se allude a quello che stava per combinare il suo ministro Antonio Martino, fra un pisolino e l’altro, sappia che la sua riforma della magistratura militare, per fortuna fallita, avrebbe fatto ridere tutte le democrazie, senza escludere risate crasse a Kuala Lampur e a Timbuktu. Coi suoi governi abbiamo varato la seconda portaerei italiana, Cavour, per lasciarla in rada perché non ci possiamo permettere i costi di navigazione. Siamo l’unico paese europeo ad avere due portaerei: o gli altri sono pazzi o noi siamo scemi.
Come vede, il centro destra ha fatto più disastri di quanto lei ammetta. Aggiungo: siete d’una ignoranza crassa; avete dimostrato di non capire nulla del funzionamento della macchina dello Stato, che è andata nel verso esattamente opposto a quello da voi dichiarato.
[Ho dovuto mitragliare d’un fiato queste parole mentre egli cercava ripetutamente di interrompermi. Quando ho finito, dall’altro capo del filo c’era un silenzio assoluto].
…Pronto?
R. …Trovo molto ingenerosa la sua descrizione delle grandi riforme che noi abbiamo realizzato. Quella che lei chiama “la macchina” è una mistura di decine di migliaia – comprende? decine di migliaia – di centri di spesa indipendenti, gestiti da 3,5milioni di dipendenti statali, più un altro milione e mezzo di aree collegate: una massa politica inarrestabile, un sistema a cascata, poggiato su reti di clientele, nicchie e micro-nicchie sociali infinite. Nessuno in occidente è riuscito ad arginarne la crescita tumorale. E’ una macchina che va esattamente dove vuole.[cryout-pullquote align=”left” textalign=”justify” width=”33%”]Leggi pure
Berlusconi, uno stupido innocente
Berlusconi, Fesso Incompreso[/cryout-pullquote]
La ‘macchina’ poggia su: 1) una cultura consociativa, in cui tutti gli attori devono comandare e ingrassare; 2) un caos inestricabile dove nessuno è in grado di appurare quante migliaia di leggi “vigenti” abbiamo, le quali vanno moltiplicate – non sommate – per le relative “interpretazioni”.
Tutto concorre alla “vetocrazia”. Le faccio un piccolo esempio. Il figlio di un mio amico è un fisioterapista. Il padre dopo molte peripezie, venne da me:”Per favore indicami qualcuno che possa dire a mio figlio come ‘mettere in regola’ sua moglie, ad esempio, con un part time pomeridiano. Essa lo aiuta nell’amministrazione e alla reception dello studio. Mio figlio vuole assumere e ‘inquadrare’ mia nuora affinchè possa avere una regolare posizione contrattuale”. Dopo due mesi vennero da me gli esperti e mi dettero la soluzione: quei due devono divorziare. Pensi quindi che cosa sia necessario per mettere in regola l’Ilva o Pomigliano.
Non spari dati sperando che li beva così. I centri di spesa fanno capo a ben oltre un milione di dirigenti statali, locali, società compartecipate, di partiti e del sottobosco inesplorato. Perché non avete inciso in questo bubbone? Se i problemi sono così gravi, perché con tre governi non avete agito subito?
Lei sottovaluta la vetocrazia. Per fare il passante di Mestre abbiamo inventato una legge in più per avocare al governo le autorizzazioni, le pratiche e i sondaggi. Le ‘Conferenze dei servizi’ non funzionano. Esse mettono insieme tutti gli uffici ‘competenti’ su qualcosa – cioé decine e decine di vetocrati – pensando di semplificare la ragnatela di passaggi. E’ diventato invece un passaggio in più. Lei lo sa che quelli che predicano contro gli sprechi di cibo sono gli stessi che ne impedivano la distribuzione per beneficenza? Un genio dei nostri è riuscito ad annullare i controlli e i veti delle Asl, delle 626, dei pompieri e di chi sa chi altri, inventandosi una legge in più che pone le associazioni di volontariato come utenti finali del cibo avanzato. Così tutti i componenti della relativa “conferenza dei servizi” non hanno responsabilità per la distribuzione del cibo ai poveri. Ai vetocrati basta togliere la responsabilità, cioé la possibilità di guai, specialmente quando non guadagnano nulla in mazzette. E sa, col cibo avanzato…
Questi sono solo trucchi di una falsa cultura giuridica bizantina. Perché gli italiani devono credere che realizzarà, ora che è più debole, quanto promette da venti anni, non essendoci riuscito quando era più forte? Che cosa intende fare se va al governo?
R. Cancelleremo l’IMU e ridurremo le tasse a Totti.
A tutti o a Totti?
R. A Totti. Certo, così dimostreremo che non perseguitiamo quelli che non tifano per il Milan. Meno tasse per…Totti (ghigna).
Meno tasse per Totti, è interessante, farà il giro delle piazze europee e oltre. Che cosa ne pensa della benedizione del Vaticano a Monti?
R. Ho raccomandato a sua eminenza Bagnasco di benedire Monti tutte le volte che può. Da quando il Vaticano santifica Monti, i sondaggi a mio favore sono schizzati in alto.
Perché secondo lei?
R. Fra il Vaticano che guadagna baciando il sedere ai ricchi e io che pago per baciare il sedere alle povere, gli italiani hanno capito da che parte stare.
Lei pensa di poter fronteggiare questa congiuntura politico economica internazionale come ha fatto in precedenza?
R. In quale modo? Non mi ricordo molto bene, faceva tutto Gianni Letta, bravissimo, ma talvolta non mi informava…
Non ricorda? Davvero? Nel pieno d’una crisi internazionale, uno tsunami economico senza precedenti, invece di stare al timone della nave, se n’è andato sotto coperta con la sua corte, dimostrandosi più irresponsabile di Maria Antonietta.
R. Le garantisco che questa Maria Antonietta non l’ho mai conosciuta, mai vista, mai invitata una che si chiamasse Maria Antonietta, che nome!… Dev’essere un’altra trovata della procura di Milano, quei comunisti…
Come pensa di fronteggiare le rapine dei tedeschi e le incursioni delle banche statunitensi che operano con le transazioni istantanee?
R. Non dobbiamo preoccuparci, Gianni Letta è bravissimo; vedrà che sistemerà tutto per bene.
Ma se Gianni Letta è così bravo, perché non fa capeggiare a lui il prossimo governo? Tempo fa ventilò l’ipotesi di portarlo al Quirinale. È ancora valida?
R. Mi consenta, all’inizio della prossima legislatura eleggeremo il nuovo presidente della Repubblica. Quello attuale e i suoi predecessori sono graditi a tutti. Quello attuale piace anche agli americani e ai tedeschi. Penso che dobbiamo continuare su questa direzione, portando sul Colle uno che dia le stesse garanzie di quello attuale.
Ma come, ha annunciato una commissione d’inchiesta sul conferimento dell’incarico a Mario Monti? E’ come dire “una commissione d’inchiesta su Napolitano”, non le pare?
R. Sì, certo, ma se si creassero le condizioni opportune potremmo rinunciare a questa commissione d’inchiesta…
Ma insomma, questa commissione la volete, sì o no? E se la volete quali sono le ragioni? Qual è il capo d’accusa? D’altra parte il Pdl ha votato la fiducia a Monti, ripetutamente…
R. Sa, la politica è l’arte del compromesso, io do una cosa a te, tu ne dai due a me… (sghignazza)
Allora che ne farà dei voti che riceverà alle prossime elezioni?
R. Mi consenta, con un altro paio di benedizioni del Vaticano a Monti, il PdL conquista la maggioranza relativa. In ogni caso saremo determinanti per costituire la maggioranza che investirà il prossimo inquilino del Quirinale. Se non potrà essere Gianni Letta, spero comunque che vi entri un mio amico, uno che possa piacere oltre Tevere, oltre Atlantico e oltre Cortina.
Cortina d’Ampezzo?
R. Nooo, a Mosca
Guardi che la Cortina di ferro non c’è più…
R. Ah, già, è vero, Vladimir me lo ricorda tutte le volte…
Allora chi sosterrà per il Quirinale?
R. Massimo D’Alema…
Ma dai… non ci credo, proprio lei che ce l’ha con i comunisti…
R. Il mio amico Putin dice che è il migliore candidato possibile, ne è convinta anche la signora Clinton e la signora Merkel non è contraria. Io pure lo stimo molto, siamo degni l’uno dell’altro… Se non va bene D’Alema vedrà che piazzo Giuliano Amato…
No, basta davvero. Lo saluto e tento di chiudere, non prima che il Cavaliere mi chieda per chi voterò. Quando gli dico che, se questi sono i candidati, resterò a casa, riprende con la solfa “ma così vincono i comunisti”, poi è caduta la linea o l’ho fatta cadere io, chissà.
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Certo! E’ più che verosimile, è addirittura probabile che una intervista così, prima o poi, la rilasci in un momento di intervalla insaniae.
Un punto dal quale è difficile dissentire è quando: si dice degno l’uno dell’altro, riferendosi a Dalema.
Finirà nel dimenticatoio. La società che lui stesso ha plasmato fagociterà il ricordo della sua persona come politico (ammesso che sia stato mai tale).
Suvvia, niente malanimo. Dopo tutto ha davvero impedito una deriva post comunista nel 1994. Poi s’è perso, fagocitato dal suo super io; non ci ha tuttavia inferto danni più di altri, anzi.
L’articolo qui accanto, GEOMETRIE, è complementare a questo e, a mio avviso, indispensabile per rendere un quadro di insieme.
Certo è che siamo combinati maluccio…
Ah ah ah! Un altro capolavoro, Piero. Vedremo di far girare il più. Possibile questo gioiello dell’informazione indipendente!