2014 finito. Buon Anno a Bergoglio che chiude con una dura reprimenda alla Curia. Come sarà il 2015? #buon2015bergoglio
Speriamo più coerente. Comunque si osservino, le esternazioni del Papa appaiono afflitte da costanti contraddizioni: dice oggi quanto non farà domani e, viceversa, farà domani il contrario di quanto dice oggi. Da queste colonne lo salutammo con molto favore al suo arrivo. Oggi ci domandiamo se gli osanna che va raccogliendo non siano altrettanto funesti del Nobel per la Pace a Hussein Barak Obama; tanto più perché i plausi ad ambedue sono propiziati dalle medesime cerchie.
L’ormai celebre o famigerato “chi sono io per giudicare”, dopo aver fatto il giro del mondo, fu accantonato innumerevoli volte per condannare, rimuovere, sospendere a divinis, come da tempo fanno i pontefici. Fu accantonato anche per giudicare informalmente, tuttavia platealmente, non di rado in maniera corrosiva, ma senza le conseguenze che sarebbe stato logico attendersi.
Le frequenti omelie pauperiste si diffusero mentre s’ampliavano lussuosamente gli appartamenti di Tarcisio Bertone e di Domenico Giani, ex segretario di Stato l’uno e comandante della Gendarmeria vaticana l’altro, ambedue amici fraterni di tal monsignor Nunzio Scarano, a favore del quale il gendarme vaticano fu beccato dalla procura di Roma a scrivere su carta intestata del Vaticano alla polizia italiana, per dare una mano al detenuto monsignor Scarano a recuperare 400mila euro elargiti a un agente dei servizi italiani per ricevere aiuto a far rientrare 20 milioni di euro dalla Svizzera.
Francesco ebbe a dire a proposito di Scarano:«Se un monsignore è finito in carcere non è certo perché assomigliava alla Beata Imelda». Bella battuta, ma Giani è al suo posto e ambedue gli appartamenti sono lussuosamente ampliati. Non pare una storia che sarebbe piaciuta alla Beata Imelda.
Domenica della Divina Misericordia, 27 aprile 2014, canonizzazione dei beati Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II. Papa Francesco dice di loro durante l’omelia:«Sono stati due uomini coraggiosi, pieni della parresia dello Spirito Santo, e hanno dato testimonianza alla Chiesa e al mondo della bontà di Dio, della sua misericordia». Insomma, due pontefici alle cui parole – controverse o meno – seguivano i fatti. Mentre [cryout-pullquote align=”right” textalign=”justify” width=”30%”]Articoli correlati
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[/cryout-pullquote]Francesco pronunciava quelle parole – proprio contemporaneamente – sulla terrazza della prefettura degli affari economici della Curia, si dava un festino, costato 18mila euro. Chi l’organizzatore del festino luculliano? Le prime pilotate indiscrezioni misero sotto accusa Francesca Immacolata Chaouqui – guarda un po’ – responsabile della Commissione per la revisione economica della Santa Sede. La Chaouqui respinse però le accuse al probabile mittente:«Io non c’entro. Mi sono limitata a gestire le richieste degli ospiti». Una stranezza in più: Ernst & Young, onerosa società internazionale di consulenza finanziaria, lavora per il Vaticano e ha nei suoi ranghi proprio la Chaouqui. Bastò poco tempo per sapere che il munifico anfitrione del festino fu monsignor Lucio Ángel Vallejo Balda, mentore della Chaoqui, uomo di punta della prefettura degli Affari Economici della Santa Sede e – aspetto ancor più curioso – autore di molti dei discorsi di Francesco[1] specie di carattere economico. Chissà se è lui a mettere l’accento sulla povertà nelle omelie papali. Inutile angustiarsi, il monsignore rimarrà al suo posto, continuerà a scrivere omelie per Bergoglio che continuerà a tuonare contro contro la povertà. D’altronde abbiamo sentito una bella omelia sulla famiglia dopo aver udito dei vescovi esprimere posizioni triviali in pieno Sinodo, senza alcuna reprimenda dal Sacro Soglio. Migliorerà, molti ne sono certi, noi lo speriamo vivamente con loro. “Nisciuno nasce ‘mparato” dicono a Napoli, non di meno, a quasi due anni dal “buonasera” sul balcone petrino, sarebbe ora di vedere qualche progresso, almeno nella coerenza fra il predicare e il razzolare.
Se questo è stato il 2014, facciamogli tanti auguri per il 2015; ha bisogno di auguri e, come tutti, soprattutto di preghiere.
[1] Gli altri cinque sono il vescovo Giampiero Gloder, l’ex ambasciatore della Santa Sede a Cuba, Beniamino Stella, il vescovo di Albano, Marcello Semeraro, il rettore della Pontificia università cattolica dell’Argentina, Arrieta Ochoa de Chinchetru, e monsignor Giampiero Gloder, responsabile della formazione dei nunzi nella Pontificia accademia ecclesiastica.
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Uno sguardo al solito unico e rivelatore. La Chiesa mai dovrebbe commissionare lavoro a EY: Una delle società del big game finanziario del tipo di quelle come la Andersen che certificava come eccellenti i bilanci di AIG, Parmalat, General Motors etc etc