Guardiamo questo governo col massimo distacco. Esso annovera molte brave persone, come può accadere a un bar malfamato convenendovi casualmente avventori di buona famiglia. Non per questo il bar si redime, a meno che i nuovi clienti non riescano, tornandovi assiduamente, a ribaltarne la fama. Per ora il bar rimane malfamato, così come pessima fama aleggia in capo al nuovo gestore e al suo illustre zio.
Accadrà un miracolo? Non lo si può escludere: gli italiani sono sempre peggiori di quanto temi, eppure spesso migliori di quanto ti aspetti.
Per ora restiamo sui fatti. Questo governo nasce da una poltiglia costituzionale che mai, dal 1946 a oggi, era uscita dalle fognature della Repubblica. In passato, per molto meno si gridò al golpe e s’agitò lo stato di accusa in faccia al presidente. Da allora forse qualcosa è mutato nella sacra Costituzione e ci è sfuggito, visto che a noi parve oltraggioso che, bocciato il tentativo di fare un governo, conferendo l’incarico al PD Bersani, si temporeggiasse con un consiglio di saggi dell’acqua calda, e si temporeggiasse al punto da ricandidare al Colle chi aveva detto di non essere ricandidabile, il quale, rientrato senza mai uscire, per prima cosa conferì l’incarico a un altro PD, questa volta nomato Letta, proprio per questo sostenuto dai due medesimi partiti, PD e PDL, che si dissero avversari di fronte al cittadino elettore: Letta Gianni Enrico Letta, due facce stessa fetta.
Orbene, noi che del M5S diffidiamo da tempo immemorabile, dobbiamo tuttavia rilevare che l’incandidabile al Colle, una volta bocciato Bersani, aveva davanti a sé solo due strade costituzionali: 1) sciogliere le Camere e ridare la parola al popolino sovrano; 2) conferire l’incarico al partito che aveva avuto il maggior numero di voti alle elezioni, cioè M5S che ha avuto più voti di PD e PDL.
Così invece della retta via s’è preferita la Letta via, della quale tuttavia, nonostante le benedizioni di varie untuose conventicole, non v’è traccia nella sacra Costituzione.
Chi è oggi l’opposizione in Parlamento? SEL, la trascolorante Lega di Maroni? Suvvia, la lordura non può ammucchiarsi senza limiti.
Sforziamoci di ragionare in positivo, nonostante tutto. Nel discorso per la fiducia [puoi leggerlo qui]vi sono alcune cose buone, come l’abolizione dello stipendio da ministro a chi percepisce già quello lauto da parlamentare. È una goccia, purtuttavia è un inizio. Il principio non di meno da affermare è che il milione di dirigenti a vario titolo in organismi governativi o a partecipazione statale, centrali o periferici, compresi i lavoratori dei Palazzi, non devono guadagnare più del 50% di quanto incassa il presidente della Repubblica, che già guadagna troppo. È uno scherzetto da 10miliardi, che deve essere regolato.
Nel discorso per la fiducia vi sono alcune cose buone, purtuttavia è solo un discorso. Noi rimaniamo in attesa dei fatti; noi siamo distanti, lontani, neutrali. Questo governo è cosa loro finché non darà frutti duraturi e gradevoli a quanti sinora hanno pagato per la bella vita di manigoldi, ladri e volgari.
L’aiutino per incoraggiare i somari è arrivato, purtroppo a spese di quel povero carabiniere, colpito al collo, a rischio di paralisi – cui va tutta la nostra solidarietà – colpevole solo d’essere uno dei centodieci a guardia d’un Palazzo la cui incolumità non sta a cuore che agli occupanti.
Il povero squilibrato, giunto dalla Calabria per una folle e impossibile vendetta contro la sua miserevole condizione, ha suo malgrado aperto una porta che non si chiude più: un ulteriore distacco fra cittadini e politici.Nessuno li ama, nonostante le marchette dei tiggì in tutte le salse: hanno smesso di intervistare ceffi politici di lungo corso e puntano sui quarantenni quando non su scolari facilmente addomesticabili al microfono. Gli italiani non sono fessi e, nonostante questi trucchetti, hanno smesso da un pezzo di dare fiducia e non la ridaranno a buon prezzo ai politici, vecchi e nuovi. Anzi, c’è un odio palpabile che sta montando e i colpi di pistola su palazzo Chigi hanno fatto da catalizzatore. Questa consapevolezza ha attraversato gli occhi terrorizzati di Lor Signori, quando è giunta la notizia della sparatoria. In un lampo hanno compreso che se, invece del povero carabiniere, la pallottola avesse raggiunto uno di loro, nessuna pietà si sarebbe fatta strada fra gli italiani, anzi sulla disgrazia di molte dozzine di politici, se colpiti, sarebbero stato difficile contenere gli applausi. L’odio sta crescendo ed è una brutta bestia. E’ stato coltivato in vitro dai tempi di Tangentopoli, mano a mano è cresciuto e ora non sta più nella gabbia, quella costruita dagli stessi che ora vanno predicando: “No, la violenza, no”, come se le stragi, il terrorismo e le violente rapine alle ricchezze degli italiani fossero opera di chissà chi. “No, la violenza, no”, predicano sapendo di non essere ascoltati.
La politica è cosa loro e questo governo è la loro ultima occasione; è bene che non lo dimentichino neppure per un attimo.
Copyright © 2013 Tutti i diritti riservati a www.pierolaporta.it È permesso l’uso personale dei contenuti di questo sito web solo a fini non commerciali. Riprodurre, pubblicare, vendere e distribuire può avvenire solo previo accordo con l’autore. Le foto di questo sito sono prese in larga misura da Internet, in quanto valutate di pubblico dominio. Se i soggetti fotografici o gli autori fossero contrari alla pubblicazione, lo segnalino a info@pierolaporta.it e si provvederà alla immediata rimozione delle immagini.
conflittiestrategie, ilcorrieredellacollera, libero.it, manuel voghera, Papa Francesco, piazzolanotizia
Articolo condivisibile.
Le ultime due righe , mi preannunciano un filo di speranza.
Spero di averle interpretate nel senso giusto.
Grazie.
Se Lor Signori hanno conservato un minimo discernimento – e lo spero vivamente – devono sapere che o fanno qualcosa di buono ed efficace per l’interesse comune oppure il paese esploderà. Nessuno, senza reagire, si fa condannare alla povertà da chi si arricchisce illecitamente alle sue spalle. Aspettiamo fiduciosi, ma a debita distanza.
Siamo passati di un membro di Bilderberg di 70 anni ad uno di Trilateral di 40. Grande passo in avanti!
Finchè non si farà pulizia di questa classe dirigente succube degli interessi finanziari anglo-tedeschi, il Paese NON tornerà MAI alla prosperità. Saluti
Alzi la mano chi può darle torto.
Concordo pienamente con lei Sig. Laporta. Massima solidarietà ai due carabinieri colpiti; come spesso succede hanno la peggio persone che non c’entrano nulla, in più comuni disgraziati, vittime di questa politica scellerata come la maggiorparte di noi. Altresì noto nel suo articolo una certa fiducia negli italiani: non so, sinceramente, stando tra la gente e sentendola ragionare, ho la sensazione contraria, cioè che capisca veramente poco di tutte le giravolte e gli inganni di cui questi manigoldi son capaci: veramente mi sembra di avere di fronte, paragonandoli con questi ultimi, con dei bambini innocenti. A riguardo del M5S ho anch’io molte riserve, non mi sembra che abbiano dato prova di scaltrezza e capacità strategiche; inoltre quel Casaleggio, certo non l’ultimo arrivato del movimento, mi suscita parecchi dubbi; il Prof. La Grassa, a proposito, su conflittiestrategie ci ha postato questo video, lo trovo abbastanza significativo: http://www.youtube.com/watch?v=f6_Kcbmd6Z8
Buona giornata.
:
Grazie, caro amico. Siamo condannati all’attesa per capire se quanto seguirà sia peggiore, migliore o analogo a quanto vivemmo. Ma nelle strade, nei bar, e sui mezzi pubblici – in genere accuratamente evitati dai politici di professione – la furia sta montando pericolosamente. Dobbiamo sempre ricordare che i nostri vicini iugoslavi non si sono scannati a vicenda perché più imbecilli di noi, bensì perché gli stessi che oggi ci danno lezioni di democrazia, crearono le condizioni oggettive per i massacri.
Apprezzo questo distacco: è necessario sospendere il giudizio per qualche tempo.
Dici bene: se le pallottole fossero andate a segno gli italiani avrebbero applaudito. Adesso i giornalai stanno spostando l’attenzione sulla povera ragazza, la figlia del carabiniere, come se il padre fosse stato l’obiettivo. No, non è un brigatista lo sparatore: i poliziotti per lui non sono il nemico, rappresentano il regime, sono figli di poveri, lo sa come lo sapeva Pasolini.