La funzione “polizia” è da tempo foglia di fico per affondare le mani nella cassa dello Stato #troppapolizia
La funzione “polizia” è da tempo foglia di fico per affondare le mani nella cassa dello Stato, spacciando per “sicurezza” l’esito grottesco d’una quantità infinita di lavoro di “polizia” artefatto e dai costi incalcolabili. Un’operazione cinica, nella quale i sindacati spartiscono le responsabilità coi dirigenti.
Andiamo in carcere. Perché la polizia penitenziaria è “polizia” e non “guardia”? Così le diamo la possibilità di fare posti di blocco fuori dalle carceri e di esperire indagini? Abbiamo messo un’altra polizia nel calderone, per una zuppa già costosa di suo. Oggi in carcere ci vanno per lo più extracomunitari sfigati. Le guardie facciano appunto le “guardie” nelle carceri e i controlli a quanti sono agli arresti domiciliari (che una volta si chiamavano “domicilio coatto”, da cui “coatto”, utilizzato con varie accezioni nel gergo romano).
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Ma quale rivolta?
Stato di polizie
[/cryout-pullquote]Qualcuno spieghi perché non potremmo sopravvivere senza “polizia provinciale”, la quale fa le multe sulle strade statali e quindi non c’entrerebbe nulla, a lume di naso. La multa, un’altra tassa gabellata per prevenzione di sicurezza (figuriamoci), è uno degli alibi nascosti, di tali storture. D’altronde tutte le strade statali attraversano regioni, province e comuni e tutte le regioni, province e comuni fanno multe. Così ci imbattiamo pure nella “polizia regionale”, la quale insieme alla polizia provinciale fa cassa e insieme si dotano d’un parco di auto blu per lor signori, già strapagati, per portarli in giro a fare la spesa, accompagnare al mare le loro mantenute e scarrozzare i loro figli più o meno legittimi.
Qualcuno spieghi quali siano le competenze delle province e delle regioni sulla sicurezza, tali da giustificare 60mila “poliziotti”, taroccati e dispendiosi. Magari spieghi pure perché il prefetto e la prefettura – che dispongono di carabinieri e polizia di stato – debbano mettersi da parte, visto che le competenze di sicurezza le hanno davvero e sono pagati per questo.
Andiamo per boschi, ma non c’è aria pulita. Qualcuno spieghi perché anche la polizia forestale sia “polizia” e non “guardia”. Se a taluno risulta che le guardie di Yellowstone siano un Corpo di Polizia a competenza generale, ce lo faccia sapere subito perché a noi invece consta che il mondo ci ride alle spalle per queste dispendiose commedie. Fatto sta che si sono ritagliati spazi per la tutela dell’ambiente e della salute, duplicando quelli dei carabinieri, i cui corrispondenti nuclei sono operativi (e di gran lunga migliori) da tempo immemorabile.
In tal modo tuttavia si attingono soldi in bilancio e soprattutto si equipara l’alta dirigenza della cosiddetta polizia forestale, della penitenziaria, della provinciale e della regionale a quella delle polizie vere e alle loro prebende milionarie. Facce di tolla.
Andiamo per mare e troviamo un affollamento mai visto. Marina, guardia costiera, guardia di finanza, tutti nel “Mare Nostrum” (Nostrum? Chi è il coglione che ha dato questo nome alla missione più grottesca di tutti i tempi?); tutti a fare gli scafisti autorizzati, andando a prendere gli immigrati clandestini sotto casa. Ora propongono di andare fino alle loro case oltremare. In tal modo si beccano anche l’indennità di missione all’estero. A proposito, siamo proprio sicuri che le indennità di missione per “Mare Nostrum” le prendano solo quanti effettivamente imbarcati nella missione? Magari una sbirciatina alla carte non sarebbe male.
Con tutti questi professori della sicurezza, dobbiamo non di meno impiegare l’Esercito per la missione “strade sicure”. Altre indennità a pioggia ai soliti furbi? Viste le lacrime di coccodrillo ubriaco sulla cassa dello Stato, sarebbe più utile se, in attesa di ridimensionarle, le altre sei o sette polizie scendessero in strada per renderle sicure, ammesso che ne siano in grado e abbiano la disciplina necessaria.
Senza dimenticare la grottesca “polizia locale”, ridotta a servente di autovelox e persecutrice dei locali pubblici italiani, mentre chiude gli occhi, le orecchie e la bocca per i traffici loschi extracomunitari che uccidono il piccolo commercio però aprono la strada, già spalancata, a Carrefour e soci.
Torniamo sulla strada statale. Se cacciamo via la famelica polizia taroccata di regioni, province e comuni, le multe sulle statali chi le fa? La Polizia Stradale, risponderebbe l’ingenuo; dopo tutto è il suo compito istituzionale. Invece no, quelli devono fare le perizie – a pagamento, ben inteso – per le assicurazioni e non hanno tempo.
Andiamo alla stadio. Il grottesco sposa l’assurdo, con la benedizione dei disonesti. Nessuno spiega perché le società di calcio non debbano pagarsi la sicurezza delle partite. Ancora meno comprensibile è la congerie di gruppi sportivi nella galassia polizia coi quali si pagano stipendi ad atleti già strapagati e neppure utili per l’immagine. Il vero scopo? L’alibi per i dirigenti delle polizie per andare allo stadio gratis, oltre che viaggiare e albergare a spese dello Stato per le manifestazioni nazionali e internazionali.
Se non bastasse, infine qualcuno spieghi perché questa congerie di gabellieri devono prendere premi – insieme agli alti dirigenti strapagati – per multe comminate, a prescindere che siano fondate o meno. La rivolta? Dovrebbero farla i cittadini, a mano armata, altro che balle.
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Sono convinto che certe questioni siano prodotte dal nostro DNA. Infatti, quella di dedicare molti sforzi al conseguimento del “poco” è una storia vecchia. Mio padre mi raccontava che durante la 2^ GM in alcuni tratti del tragitto per la Russia, affidati al controllo degli italiani, veniva posta una sentinella ogni 10 metri mentre in quelli assegnati ai tedeschi una ogni 100 metri. Nonostante ciò, nel nostro settore si notava sempre un po’ di confusione (perché oggi con tutte queste polizie viene forse garantita sicurezza ai cittadini italiani???).
Purtroppo, il tempo passa e le magagne restano. La situazione attuale è il frutto avvelenato dell’incremento esponenziale avuto dal “terziario” negli ultimi decenni e di un sistema che non si è mai preso cura delle casse dello Stato. Infatti, mentre il manager privato si sente realizzato quando riesce ad aumentare il profitto dell’azienda, quello pubblico acquista prestigio in funzione dell’ampiezza della struttura e del budget che gli sono affidati. Questo comporta che ogni comandante o capo abbia cercato di allargare sempre più i limiti del suo “podere” vuoi ampliando la sfera di competenza (terra, mare e cielo per tutti: CC, GdF, CFS, MM, AM, etc.), vuoi incrementando il numero e la tipologia dei mezzi, oppure aumentando gli organici o moltiplicando i posti per i dirigenti a lui sottoposti e tutto ciò con pesanti ricadute negative per i bilanci necessari sia al potenziamento che al mantenimento dell’organizzazione.
Un ulteriore aspetto che pesa significativamente sulle tasche del contribuente è poi quello della logistica di supporto di queste enormi strutture, una logistica tenuta sempre rigorosamente distinta ed indipendente alla luce del sano principio: “il gatto è mio e ….. quando mi pare”. Se invece venisse sviluppata in comune sotto una stessa regia potrebbe consentire risparmi enormi.
Ma, d’altro canto, se siamo ridotti con le pezze al sedere pur essendo (o essendo stati) cittadini di una potenza industriale una ragione ci dovrà pur essere!
Evviva!
sono così d’accordo, caro Franco, che oso suggerirti questa lettura (clicca su “Stato di Polizie”)
Caro Piero, come non essere d’accordo? da esperieze dirette, informazioni e’ discussioni in merito sin dalla meta’ degli anni ottanta dedussi che tutto si basava su un ricatto reciproco non palese, ma ventilato in modo mafioso. Una corruzione serpeggiante che raggiungeva(penso che sia tut’ora cosi’) tutti i livelli fino alla base degli apparti dello stato e parastato. Per le persone oneste e laboriose: scherno da parte dei parassiti venduti e numerosi, reprimenda se reagivi pur con rispetto delle regole di comportamento e frustrazione. Sai cosa penso? che da noi ci sia una dilagante carenza di coscienza pulita!
Mai stato più d’accordo con qualcuno.
Neanche gli Stati Uniti hanno così tanti uomini in divisa come in Italia.
Sono stato di recente a Vienna, Praga e Budapest. Non vedevi poliziotti per strada e nelle piazze, neanche a pagerli a peso d’oro, o quantomeno la loro presenza era così discreta da renderli praticamente invisibili, cos’è, non hanno esigenze di sicurezza da quelle parti?
Tu vai a Roma e ogni venti metri incontri gruppi di agenti che sono lì tranquillamente a fumare appoggiati alla loro brava camionetta, devi districarti tra corazzieri, carabinieri a cavallo,vigili urbani, guadiole, autoblindo, uscieri e via discorrendo. Per non parlare poi delle forze armate dove il rapporto tra militari di truppa e ufficiali è nettamente spostato in favore di qusti ultimi. La classica piramide rovesciata, insomma, come del resto è logico che sia (in Italia).
Siamo tutti generali (e dirigenti).
A Roma trovi polizia dappertutto nel quadrilatero della “cittadella del potere”, un quadrilatero di circa 2,5 kmq dove la sorveglianza è munitissima. Al di fuori tutto è abbandonato a se stesso. Anche la Termini è stata in mano agli zingari. Poi, sollecitati da ricorrenti rapine in pieno giorno, l’hanno un po’ ripulita. Ora sta tornando esattamente dov’era.
Ciao Piero. … che dire, dici aempre tuttu tu e lo fai sempre in maniera eccellente. …. ma occorrerebbe essere sicuri che qualche “coglione” leggesse ciò che tu scrivi, o qualche altro “co….ne” glielo riferisse. La rivolta (sono in servizio) sono pronto a farla con i cittadini. Io e i miei familiari con il mio stipendio, oemai, riusciamo appena a stare in società senza fare figuracce.
Sì, sempre col popolo: Dio e popolo, sempre. Mi rendo perfettamente conto della frustrazione che provi specialmente se, come immagino, fai al meglio il tuo dovere. L’ho provata anch’io a suo tempo. Io sono solo un osservatore dei fatti che vedo. Li riferisco per quello che mi risultano dalle mie conoscenze e dalla mia esperienza. Mi sforzo sempre di riferirli in maniera da rispettare la verità. Non posso quindi farci nulla se quello che scrivo non è sempre gradevole. Posso dirti che mi leggono e nel caso di questo articolo [clicca qui] è letto ai più alti livelli. Ogni buon augurio, con tutto il cuore.
Storia dolorosa ma assolutamente vera!
.d’accordo ma mi manca un generale; ho un ego molto pronunciato ma non fino a questo punto..
e poi faccio tutt’altro
ma alla mia età una voglia uno ha pure il diritto di levarsela, cordialmente S.