Soldati e poliziotti? Idee confuse specie d’estate

poliziaI soldati mutano pelle in estate: diventano poliziotti, quando incombono le vacanze. È più facile imporre l’obbedienza a un militare. 

I sindacati amano che i soldati si accollino le incombenze dei loro iscritti. Ne approfittano anche per sibilare nelle orecchie dei soldati: «Se avessi un sindacato staresti meglio». Possono tuttavia smentirli centinaia di migliaia di disoccupati, licenziati, esodati, schiacciati. Falsità grande quanto i megastipendi dei sindacalisti, i loro privilegi e le loro connivenze. Non servono sindacalisti, sarebbero sufficienti generali che non passino con disinvoltura dal baciare la mano al baciare il sedere. D’altronde è difficile che i soldati siano tutelati se i generali si attribuiscono anche le “indennità di ordine pubblico”, come facessero la guardia assieme ai loro uomini. Ma è un altro discorso.
La metamorfosi dei soldati in questurini non ha giustificazioni operative in Italia: siamo il paese con più polizia al mondo, in proporzione alla popolazione e al territorio, eppure a ogni emergenza tutti reclamano “più uomini, più soldi, più equipaggiamenti”. Nessuno tuttavia chiede conto di come siano state pianificate, impiegate e finanziate le risorse già esistenti.
[cryout-pullquote align=”left” textalign=”justify” width=”33%”]Clicca qui per ascoltare mia intervista a Radioradicale[/cryout-pullquote]

Oggi è il Califfato, ieri era la Mafia, ma anche per la spazzatura a Napoli e per la neve a Roma hanno mobilitato l’Esercito. Mentre va riconosciuto a questo governo lo sforzo per eliminare lo sconcio di una delle cinque forze di polizia, occorre ricordare che il numero totale degli uomini impegnati è immutato, per ora. Aspettiamo dunque che il paese esca dalla stagione dell’emergenza, parola che, come abbiamo sostenuto più volte, è sorella di “dissipazione”, ambedue di padre ignoto. Non è serio un paese che passa con disinvoltura dal dileggio della polizia al presentare come gratificante la qualifica di “agente di pubblica sicurezza” ai valorosi del Col Moschin. Chi fa questo, compreso il ministro della difesa, non sa di che cosa parla. D’altronde, ripetiamolo, se ci si adagia nell’emergenza non c’è da stupirsi per tali carnevalate, con o senza Califfato.
Ripropongo un’inchiesta, pubblicatami tempo fa dal settimanale Il Mondo. Leggetela cliccando qui, ricordando che nel frattempo la situazione è peggiorata. Eccone un assaggio.

«Oltre 400 mila uomini e donne impegnati ogni giorno per la sicurezza dei cittadini, più di Germania, Francia e Gran Bretagna. Polizie statali, polizie private e polizie locali, con flotte aeree e navali come se l’Italia fosse una grande potenza intercontinentale. Quasi ogni ministro ha una polizia, ogni polizia attinge almeno a un ministero. Spesa annua oltre 50 miliardi di euro nonostante i rantoli della finanza pubblica. Il 31 dicembre 2009, le cinque polizie (Carabinieri, Polizia di Stato, Guardia di Finanza, Polizia Penitenziaria e Corpo Forestale) assommavano 325.375 persone. Sin dal Dopoguerra, al ventaglio di partiti politici corrisponde il variegalo assordimento di forze di polizia. Difficile dire se ciò rispecchi un’inconfessata reciproca diffidenza. E tuttavia significativo che la Polizia penitenziaria, a partire dal decreto legislativo 443/1992, accompagnò Ia crescente visibilità della magistratura dopo Tangentopoli, seguendo le tracce delle altre polizie dietro i rispettivi partiti mentori[…]» (LEGGI TUTTO)
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Informazioni su Piero Laporta

Dal 1994, osservate le ambiguità del giornalismo italiano (nel frattempo degenerate) Piero Laporta s’è immerso nella pubblicistica senza confinarsi nei temi militari, come d'altronde sarebbe stato naturale considerando il lavoro svolto a quel tempo, (Ufficio Politica Militare dello Stato Maggiore della Difesa). Ha collaborato con numerosi giornali e riviste, italiani e non (Libero, Il Tempo, Il Giornale, Limes, World Security Network, ItaliaOggi, Corriere delle Comunicazioni, Arbiter, Il Mondo e La Verità). Ha scritto “in Salita, vita di un imprenditore meridionale” ed è coautore di “Mass Media e Fango” con Vincenzo Mastronardi, ed. Leonardo 2015. (leggi qui: goo.gl/CBNYKg). Il libro "Raffiche di Bugie a Via Fani, Stato e BR Sparano su Moro" ed. Amazon 2023 https://shorturl.at/ciK07 è l'inchiesta più approfondita e documentata sinora pubblicata sui fatti del 16 Marzo 1978. Oggi, definitivamente disgustato della codardia e della faziosità disinformante di tv e carta stampata, ha deciso di collaborare solo con Stilum Curiae, il blog di Marco Tosatti. D'altronde il suo più spiccato interesse era e resta la comunicazione sul web, cioè il presente e il futuro della libertà di espressione. Ha fondato il sito https://pierolaporta.it per il blog OltreLaNotizia. Lingue conosciute: dialetto di Latiano (BR) quasi dimenticato,, scarsa conoscenza del dialetto di Putignano (BA), buona conoscenza del palermitano, ottima conoscenza del vernacolo di San Giovanni Rotondo, inglese e un po' di italiano. È cattolico; non apprezza Bergoglio e neppure quanti lo odiano, sposatissimo, ha due figli.
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5 risposte a Soldati e poliziotti? Idee confuse specie d’estate

  1. Alexandre Berthiér scrive:

    Bravo Piero,
    mi piace molto la Tua specifica sul Corpo della Forestale. E l’Arma dei Carabinieri in cambio della Forestale dovrà cedere la primogenitura e . . . molto di più. E’ proprio vero che per un piatto di lenticchie a volte si perde la testa.

  2. PIERPAOLO PIRAS scrive:

    E’ un fenomeno che viene da lontano. La pletora impiegatizia nasce a causa dello sciovinismo statalista del PCI negli anni del 2° dopoguerra , che utilizzava/sfruttava tutti i livelli della pubblica amministrazione per l’assunzione di figure “impiegatizie” selezionate esclusivamente su base politico-clientelare-elettorale e non meritocratica. L’esempio veniva presto seguito dalla DC e dintorni. Il risultato è stato l’ingigantirsi di tutto il settore del pubblico impiego che conta oggi 6-7 milioni di persone.
    Piero ed Alexander hanno qui descritto, magistralmente come di consueto, la situazione delle forze dell’ordine. Ma, che dire del settore sanitario : nella sola asl dalla quale provengo il numero degli impiegati, come al solito ignoranti, acculturati ed inefficienti, sfiora quello degli Infermieri. Ci sono ASL in Sicilia con 2000 impiegati e via inorridendo. Ancora , in tutto l’Assessorato alla Sanità della Regione Sardegna c’è un solo Dirigente Medico e tutti gli altri sono amministrativi. Nel resto della nazione le cose non cambiano.
    Ma, c’è di peggio. E’ stata insemenzata negli italiani la cultura mentale del menefreghismo e pressapochismo padri dell’assenteismo, facilmente sperimentabili ad ogni accesso in tutti i settori della Pubblica Amministrazione.
    Abbiamo le Prefetture (istituite in Europa da Napoleone) ma non una carriera prefettizia basata sul merito e verifica della preparazione amministrativo-giuridica. Tant’è che la scelta ricade ancora oggi come in epoca fascista sui Questori…!!
    Potrei continuare in questo cahiers de doleances .
    La preparazione dei dirigenti dello Stato non è in alcun modo valutata secondo corsi istruttivi professionali ed accreditati di aggiornamento (che di fatto non fanno !) , gli unici capaci di rendere efficace il proprio ruolo e funzione a vantaggio di tutti i cittadini.
    Occorre al più presto intraprendere una politica di riforma della qualità della P.A. iniziando con la eliminazione del valore legale dei titoli di studio, senza la quale la laurea ,ad esempio, continuerà ad essere, come oggi, un punto di partenza anziché d’arrivo, con gran delusione e fallimento di tanti giovani e relative famiglie che , male educati dallo Stato, pensavano l’esatto contrario, ritrovandosi nel baratro della disoccupazione senza capirne il perché ….!!!
    Ovviamente il percorso di qualità deve riguardare anche la Politica ed i suoi rappresentaanti oggi attenti solo a riempirsi le tasche ed al “tengo famiglia” .
    p

    • Piero Laporta scrive:

      Grazie. Analisi che condivido in pieno tranne che sulle responsabilità del Pci, grandi ma non universali. In altre parole, non è stata, a mio avviso, responsabilità solo del PCI la pletora delle polizie. Ogni partito in passato ebbe una struttura di polizia “addomesticata”: la DC i carabinieri, il Pci la PdS, il Psi la Guardia di Finanza, oggi di osservanza renziana. Persino la Lega, col ministro Roberto Castelli, tentò di mettere il cappello sulla Polizia Penitenziaria, che tuttavia è rimasta un giardinetto pubblico della politica. Oggi la Forestale sparisce perché i Verdi non contano più nulla.

  3. Alexandre Berthier scrive:

    Caro Piero,
    innanzi tutto complimenti per l’articolo. Leggere il Tuo intervento e esprimere il proprio pensiero è complicato: sono troppi i concetti e gli argomenti che vorrei e potrei esprimere con cognizione di causa e rischierei di essere frainteso. Io ho sempre sostenuto che come in economia la libera concorrenza è da preferirsi al monopolio così nell’attività di polizia più corpi sono da preferire ad uno solo.
    Ma questo presuppone uno Stato che abbia la dignità di uno Stato e dei governanti che governino; ora tutto questo si è affievolito, quando non si è dileguato; oggi si parla, si proclama, si bleffa, si imbroglia, ci si arrampica sugli specchi, si inseguono obiettivi futili, stupidi. Si nasconde la testa nella sabbia e, mi ripeto, si lasciano i culi allo scoperto (i nostri)!
    Quindi: via la pluralità delle polizie: Unificazione totale. Basta con gli assurdi turni di servizio unici di 6 ore; cazzata peggiore non poteva essere inventata: tempo perso, benzina sprecata, la testa degli agenti tra le nuvole dopo la prima mezz’ora di servizio, tenzione svaporata, noia e nessuna convinzione circa l’utilità del proprio lavoro. Basta con i cd servizi preventivi : serve troppa professionalità e intelligenza per svolgerli efficacemente e oggi su strada ci stanno solo gli inesperti, i perditempo, gli esaltati qualche volta.
    Servono solo reparti di pronto intervento, che operano miratamente, caso per caso, reparti che fanno solo indagini (in autonomia, non più dipendenti dall’autorità giudiziaria CHE NON DEVE DIRIGERE LE INDAGINI), reparti in abito civile che svolgono le attività operative speciali.
    Chi lavora in un corpo di polizia dovrebbe essere a disposizione del servizio a tempo pieno (o tutto il giorno tipo 08-20 o tutta la notte tipo 20-08) magari lavorando 4-5 giorni a settimana.
    Abolizione di quelle assurdità che sono lo straordinario (una bestialità) e i sindacati.
    L’Arma dei Carabinieri fino al 1981 aveva 4.500 stazioni funzionanti e aperte al pubblico h24. Con la smilitarizzazione del Corpo delle Guardie di PS e l’estensione dei principi democratici ai lavoratori di polizia le 4.500 stazioni sono chiuse praticamente h24, e quando le cerchi non sai dove sono e cosa fanno e se li chiami non sai chi ti risponde, se qualcuno ti risponde. Gli scapoli dell’Arma possono ancora alloggiare gratuitamente in caserma, ma ora non solo è antieconomico ma assolutamente inutile perché fatto il loro turno nessuno si azzarda ad impiegarli, neppure per le emergenze, perché poi bisogna corrispondere lo straordinario che è risorsa disponibile in modo molto limitato, ecc.
    Potrei continuare, mi fermo.
    Il ricorso ai militari: fumo negli occhi; tappabuchi di 300 – 400 mila agenti della forza pubblica che sono impiegabili in modo minimo e molto condizionato.
    Ora, sin quando non succede niente, fanno la loro bella figura, costano un sacco di soldi e sono una bella risposta dei politici di fronte alle emergenze.
    Se e quando succederà qualcosa, temo ne vedremo delle belle.
    In Francia, a Nizza, sulla Promenade des Anglais c’erano di servizio solo due vigili urbani! La Police national e la Gendarmerié si riposavano perché era festa nazionale!!! Lì la Gendarmeria qualche anno fa è passata dalla Difesa all’Interno, per conseguire maggiore efficienza.
    Spero solo che questo terrorismo dia una svegliata a qualcuno, ma non ci conto. Ci si preoccupa, in Europa, in Italia come in Turchia, di una sola cosa: le elezioni! Rassegnamoci.

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