Charlie Hebdo: Pietà per i morti, esecrazione per gli assassini islamici, nessun pregiudizio sui mandanti.
Guai a farsi guidare da sillogismi apparentemente logici: “Charlie Hebdo faceva satira sui mussulmani” (e la faceva molto bene, stupidi giornali italiani); “i mussulmani sono suscettibili e violenti”, “i mandanti sono dunque mussulmani”. È sicuramente vera la prima asserzione; è vera la seconda asserzione per la maggior parte dei mussulmani; non è dimostrata la conseguenzialità della terza (“i mandanti sono dunque mussulmani”) dalle prime due.
Le Brigate Rosse, per esempio. Erano sicuramente terroristi, erano sicuramente comunisti (e stupidi); non altrettanto sicuramente i mandanti furono comunisti; almeno non sempre.
[cryout-pullquote align=”left” textalign=”justify” width=”25%”]Messaggio da Parigi: “Noi gestiamo il terrore e la violenza, esattamente come negli anni di piombo; non ci deludete”[/cryout-pullquote]L’elezione del presidente della Repubblica italiana concerne la Francia, l’Europa e gli Usa più di quanto abbia mai influito in passato, sebbene il Colle sia stato sempre nel mirino strategico delle capitali che da sempre spadroneggiano da noi. Un tempo furono Washington, Londra, Parigi e Mosca. Scomparsi i sovietici, Berlino è subentrata loro, armi e bagagli, letteralmente. La Germania est aveva oltre 100mila agenti in Italia, ne avete saputo qualcosa? Per chi hanno lavorato dopo il 1989, loro e quanti ne hanno reclutati? Quando Berlusconi tentò di spostare il baricentro verso Gheddafi e Putin, si sa com’è andata. Intendiamoci, fu un tentativo che sarebbe stato congeniale anche a Romano Prodi, altrettanto vicino a Putin quanto lo è Berlusconi, se non di più, ma ben più scafato dello sciocco di Arcore.
Il messaggio da Parigi: “Noi gestiamo il terrore e la violenza, esattamente come accadeva negli anni di piombo; non ci deludete”. Noi chi? Tempo al tempo.
Le elezioni per il Quirinale, per esempio… Il 28 dicembre 1964 Giuseppe Saragat fu eletto presidente della Repubblica, secondo la vulgata ufficiale, al ventunesimo scrutinio – ventuno votazioni – passando col sostegno decisivo di socialisti e comunisti. Il “partito statunitense” – trasversale ben oltre la Democrazia Cristiana – fece scannare tutti i vari candidati “italiani” e poi affermò proprio quel Giuseppe Saragat, quello che aveva spaccato il Partito Socialista di Pietro Nenni a un cenno da oltre Atlantico; passò col voto dei duri e puri del Pci e dei massimalisti del Psi. Sorpresa?
Dopo l’elezione di Saragat, Giorgio Amendola – capofila dei “miglioristi”[1] – incontrando Randolfo Pacciardi[2] tentò uno sfottò:«Se tu non fossi anticomunista» beffeggiò Pacciardi «Saresti diventato tu presidente della Repubblica.» Mal gliene incolse:«Io non sono anticomunista, sono antisovietico» lo fulminò Pacciardi «Tu sei anticomunista.»[3] Parole che anticiparono di quaranta anni le risposte che oggi vanno dandosi sul significato del viaggio a Washington del migliorista Giorgio Napolitano, nei primi giorni del rapimento di Aldo Moro; quel Giorgio Napolitano giustamente omaggiato in queste ore dal capo, Hussein Barak Obama. La Germania, dunque, ma anche gli Usa, non dimentichiamo i paesi mussulmani che hanno interesse ad alzare, con la tensione, il prezzo del barile. A questi aggiungiamo una quantità di potentati finanziari transnazionali. Insomma, inutile illudersi di fare chiarezza subito.
Strage Charlie Hebdo: calma! Pietà per i morti, condanna per gli assassini islamici, ma nessun pregiudizio sui mandanti della strage di Parigi. Soprattutto smettiamola di sottovalutare l’importanza dell’Italia, la nazione chiave del Mediterraneo e dell’Europa. Roma può valer bene una bomba, a Parigi. Non bastasse, in questa confusione le due giulive torneranno dalla Siria. Lo smargiasso di Firenze le mostrerà come un trofeo e tutti tireremo un sospiro di sollievo, anche quanti si spartiranno trenta milioni di riscatto. Come non essere soddisfatti se qualcosa va per il verso giusto e meglio che a Parigi? Hanno messo la bomba per le due giulive? Ma no, però qualcuno può approfittarne. Ma questa è un’altra storia.
[1] “Padre spirituale” di Giorgio Napolitano ed Emanuele Macaluso, i cui ruoli sono tuttora da chiarire nelle triangolazioni fra Roma, Washington e Palermo.
[2] Randolfo Pacciardi (1º gennaio 1899-14 aprile 1991) politico genuinamente antifascista, eminente fra gli eminenti del Partito Repubblicano Italiano; lo si cercò di inutilmente di infangare con accuse di golpismo.
[3] Pacciardi era consapevole del lavorio ai vertici del Pci, per sottomettere il partito al Dipartimento di Stato.
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Non so, magari è un po’ forte, ma ieri mi è venuta proprio spontanea: je suis Mu’ammar Gheddafi!
Mi associo mi associo mi associo
Hai visto, Piero?
L’attentatore ha pure lasciato la carta d’identità in macchina… Com’è che fa quello spot?
Ah sì… “Ti piace vincere facile?”
http://www.unionesarda.it/articolo/notizie_mondo/2015/01/07/articolo-3-402894.html
Come i borselli delle BR dimenticati sugli autobus o la doccia lasciata aperta su una fessura fra le piastrelle, già…
Anni ’70 e ’80 i commando “palestinesi” mettavano le bombe nelle discoteche dei marines americani e sparavano ai check-in della Pan Am. Anni ’00 e ’10 i commando “Al Qaida” e “ISIS” fanno saltare i bus a Londra e mitragliano le redazioni di un giornale satirico. Mandanti? Identici e non bevono il latte di cammella.
Ero però certo che l’attentato l’avrebbero fatto in Italia, oppure, al massimo in Germania.