Dedico una preghiera a Totò Riina, ascoltando la Santa Messa.
Non dedico alcuna preghiera a Goldman Sachs, né a Morgan Stanley, tanto meno a Soros, a Standard & Poor’s, ad altri di tale orda né ai loro manutengoli di casa nostra, né ai vescovi che tengono loro bordone.
Totò Riina, obietterà più d’uno, s’è macchiato di centinaia di delitti in circa mezzo secolo di attività. L’obiezione è fondata ma non conclusiva se non altro per una questione di quantità, la quale, nel caso di vite umane non è cosa da poco, trovando infatti rilievo nelle sentenze.
Trovo invece superfluo pregare per i finanzieri strozzini e i loro dannati complici. I loro delitti infatti, spalmati su molti secoli, ben più di quelli del corleonese, coinvolgono il triste destino di milioni e milioni di persone, in Italia e in Europa, nei Balcani e in Russia, in Iran e in Israele, in Iraq e in Afghanistan, in Libia, in Siria, in Sud America, in Cina, in Giappone, nell’Africa subsahariana così come nella regione dei Grandi Laghi, senza escludere il nord America, poiché il male non conosce confini e neppure rispetta i connazionali nella sua scellerata sete di denaro e potere.
Come pregare per coloro che accumulano tuttora ricchezze e potere con mani insanguinate di guerre, stragi e assassinii portati ovunque, incessantemente? Totò Riina dopo tutto, come tutti noi, non fu altro che oggetto, non soggetto.
Dal ’92 a oggi (senza dimenticare quanto accadde fin dal dopoguerra) è chiaro che la cupola palermitana fu pallida parodia della cupola che ci spogliò e ci spoglia, ci portò in guerra, uccise i nostri figli e padri, sconvolse le nostre esistenze e, niente affatto sazia, dichiara di volerlo fare ancora, incessantemente.
Totò Riina dopo tutto , come tutti noi, di tutto questo non fu altro che oggetto, sebbene reagì diversamente che da noi. Egli è un criminale, efferato, uno stragista ma i suoi delitti sono impallidiscono di fronte alle stragi, solo per fare un piccolo esempio, compiute per il petrolio.
Totò Riina sbagliò perché da ignorante qual è presunse di poter sopravvivere indipendentemente dalle trame finanziarie. Non aveva compreso, pur essendone parte, che dallo schieramento degli euromissili nella mafiosissima base di Comiso, tutto certifica che tutti siamo – egli pure – oggetto non soggetto del potere assassino.
Totò Riina non comprese in tempo che i suoi servigi al potere finanziario erano divenuti superflui, poiché questo, entrando direttamente nella politica, predicando la democrazia e praticando la dittatura, s’impadroniva degli strumenti di violenza istituzionali per conquistare i suoi obiettivi attraverso le macellerie umanitarie. Ciò che distingue Riina dai suoi mandanti è che egli paga con la tortura infertagli col 41-bis, mentre ci assorda l’orgia di “impegnati”: magistrati, politici, preti e vescovi – oh, i vescovi, sempre allergici al Terzo Stato.
Prego dunque per Totò Riina, non per Goldman Sachs né per altri di quella orda, tanto meno per i loro manutengoli italiani né per i vescovi che tengono loro bordone, tutti insieme a esigere da noi sacrifici che essi non hanno mai fatto, né faranno mai, fin quando avremo la pazienza di sopportarli.
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