Anticorruzione in Difesa

raffaele cantoneAnticorruzione: Raffaele Cantone, sa quanto costano le ispezioni amministrative alla Difesa?

Raffaele Cantone, autorità anticorruzione, agita le acque dei ministeri sul proprio sito istituzionale. Per esempio fa rilevare ai generali Carlo Magrassi e Giuseppe Fabbri, rispettivamente capo di Gabinetto e responsabile della trasparenza della Difesa, che il sito del loro “Ufficio centrale per le ispezioni amministrative (Ispedife)” è carente degli esiti delle ispezioni. È un buon inizio ma il naso ci dice che in quel sito manca ben di più.

[mantra-pullquote align=”right” textalign=”giustify” width=”25%”]articolo pubblicato con altro titolo su Corriere delle Comunicazioni[/mantra-pullquote]

Per esempio, vorremmo sapere quanto costa ogni ispezione, com’è pianificata, quali gli obiettivi e quali gli esiti ottenuti. Tanto per fare un esempio a noi consta che uno degli ispettori di Ispedife si trasferì in una città del Sud dal 5 al 30 maggio, cambiando tre alberghi, finché non trovò una situazione confortevole, gradita e di conserva alquanto dispendiosa.

Vorremmo apprendere che cosa si prefiggeva quell’ispezione e quali esiti abbia ottenuto; in tempi di lesina ci pare appropriato. D’altro canto la città dove l’ispettore si soffermò per 25 lunghi giorni è dotata di confortevoli foresterie militari, per le quali lo Stato spende molto, proprio al fine d’assicurare costi ragionevoli a quanti vanno in missione, i quali possono anche avvalersi di circoli e mense per i pasti.

Se invece l’ispettore si sofferma per 25 giorni, carambolando fra alberghi pluristellati e appetitosi ristoranti, coi trigliceridi salgono le spese e quanto meno il conto sia online affinché il contribuente si compiaccia per la dispersione delle sue tasse.

Vorremo sapere da Cantone, autorità anticorruzione, quanto spendono gli ispettori di Ispedife, quanto viene rimborsato, se percepiscono straordinari nel corso della missione e quali sono i risultati concreti dell’ispezione medesima. È troppo?  

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Informazioni su Piero Laporta

Dal 1994, osservate le ambiguità del giornalismo italiano (nel frattempo degenerate) Piero Laporta s’è immerso nella pubblicistica senza confinarsi nei temi militari, come d'altronde sarebbe stato naturale considerando il lavoro svolto a quel tempo, (Ufficio Politica Militare dello Stato Maggiore della Difesa). Ha collaborato con numerosi giornali e riviste, italiani e non (Libero, Il Tempo, Il Giornale, Limes, World Security Network, ItaliaOggi, Corriere delle Comunicazioni, Arbiter, Il Mondo e La Verità). Ha scritto “in Salita, vita di un imprenditore meridionale” ed è coautore di “Mass Media e Fango” con Vincenzo Mastronardi, ed. Leonardo 2015. (leggi qui: goo.gl/CBNYKg). Il libro "Raffiche di Bugie a Via Fani, Stato e BR Sparano su Moro" ed. Amazon 2023 https://shorturl.at/ciK07 è l'inchiesta più approfondita e documentata sinora pubblicata sui fatti del 16 Marzo 1978. Oggi, definitivamente disgustato della codardia e della faziosità disinformante di tv e carta stampata, ha deciso di collaborare solo con Stilum Curiae, il blog di Marco Tosatti. D'altronde il suo più spiccato interesse era e resta la comunicazione sul web, cioè il presente e il futuro della libertà di espressione. Ha fondato il sito https://pierolaporta.it per il blog OltreLaNotizia. Lingue conosciute: dialetto di Latiano (BR) quasi dimenticato,, scarsa conoscenza del dialetto di Putignano (BA), buona conoscenza del palermitano, ottima conoscenza del vernacolo di San Giovanni Rotondo, inglese e un po' di italiano. È cattolico; non apprezza Bergoglio e neppure quanti lo odiano, sposatissimo, ha due figli.
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2 risposte a Anticorruzione in Difesa

  1. Certo che è troppo chiedere. Si potrebbe però stabilire che, ad esempio, gli alloggi dei comandanti generali non vengano ristrutturati ad ogni cambio di comandante…( tre anni). Potrebbero stabilire un decennio, no?

    • Piero Laporta scrive:

      non solo quelli dei comandanti, ma anche delle mezze figure con potere burocratico, una quantità, a occhio e croce non meno di 500. Quindi una regola fissa per tutti. Ma soprattutto, per una mia recente e documentata esperienza, occorre verificare uno per uno che gli assegnatari abbiano i requisiti e non abbiano presentato documenti fasulli, in tal caso la legge prevede che perdano per sempre il diritto all’alloggio di servizio.

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