Vi sono libri schiocchi e libri inutili. Agente Kasper Supernotes, unisce forse un’altra a tali due qualità: è ambiguo.
È sciocco perché è abborracciato e la trama deboluccia. Più che altro ricorda certi romanzetti della serie “Segretissimo”, offerti negli anni ’60 da Mondadori nelle edicole delle stazioni ai poveri pendolari, la cui condizione si direbbe peggiorata di pari passo con la, diciamo così, letteratura cui possono accedere.
L’inutilità deriva dalla qualità precedente, cui si aggiunge un racconto che tenta vanamente di apparire verosimigliante.
La storia. Il protagonista è uno degli innumerevoli agenti dei servizi segreti italiani (sono più o meno quanto le polizie, costano in proporzione di più e rendono ancor meno). Ha fatto uno sgarbo alla Cia e questa lo ha fatto rinchiudere in una prigione cambogiana (che non dovrebbe avere nulla a che fare con Langley, ma tutto fa brodo) per farvelo eliminare. Il protagonista la scampa nonostante abbia scoperto la zecca clandestina delle “supernotes”, le perfette banconote vere/false da 100 dollari, stampate indovinate da chi? Dalla Corea del Nord. Per conto di chi? Della Cia? Se il romanzetto fosse stato spacciato per quello che è, un romanzetto appunto, poteva pure andare. L’Autore invece cerca di farlo passare come romanzo-verità; allora qualche dubbio è lecito, se non altro perché il protagonista e l’autore sono tuttora in buona salute – buon per loro – mentre la cattivissima e suscettibile Cia non sembra per niente offesa.
La tesi delle perfette banconote false, quando si dice la coincidenza, ne fiancheggia un’altra analoga, messa in circolazione proprio in questi giorni, quando si dice la coincidenza, mediante una nuovissima fiction statunitense: masse di nuove banconote da 100 dollari, anche queste, pensate un po’, falsificate e tuttavia perfette, identiche a quelle vere, a dispetto della massima sofisticazione di stampa imposta dalla Banca federale.
A pensar male di Agente Kasper Supernotes si fa peccato? Ma no, egli è uomo di mondo e magari adesso è ancora più incazzato perché lo stanno usando, chissà chi?, per far passare l’idea che una massa dei troppi dollari circolanti, davvero troppi, sia falsa. Be’, non sarebbe una grande scoperta. E per colpa di chi? Della Fed, con le sue rotative surriscaldate? No, di quelle canaglie della Corea del Nord. Se non credete alle sue tesi dell’agente Kasper, andate a controllare a Pjongjang, come avreste fatto con le armi di distruzione di massa a Baghdad o a Teheran; oppure magari ci facciamo una bella guerretta o una bella risata, dipende.
Mentre la tensione sale nel mar della Cina, stiamo in guardia per capire se Agente Kasper Supernotes sia un libro solo inutile e sciocco.
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