I Mastini della Guerra e Noi Cagnolini della NATO

Antichissima regola dei legionari: «Quando scateni i mastini da guerra, seguili». Se infatti non li segui, i cani saranno uccisi dal nemico senza alcun vantaggio, tutt’altro, per chi li ha liberati. Per seguire il cane devi quindi avere soldati in grado di stargli dietro con la stessa tenacia della bestia a trovare e attaccare il nemico. La guerra è un fatto semplice dopo tutto: se inizi, devi distruggere il nemico oppure egli distrugge te. Chissà se i migliori hanno avuto tale pensiero mentre decidevano di armare Volodimyr Zelinskij.

Noi ridotti a repubblica proconsolare, priva di qualunque dignità sovrana, non siamo in grado di difendere la pace, tanto meno di affrontare una guerra. Siamo passati dalle mani di cialtroni traditori, nei decenni scorsi, a quelle dei cialtroni dei giorni correnti. In tale condizione, privi d’ogni barlume di buonsenso, ci coinvolgiamo in un conflitto, non solo privo di alcun interesse per noi, bensì estremamente pericoloso per la sopravvivenza dell’Italia e la vita dei suoi cittadini.
Per avere un’idea della situazione militare in corso date un’occhiata qui. Renato Farina ha fatto un quadro, efficace e sintetico come neppure il generale siringa potrebbe. Ha scritto: “La condizione militare italiana è oggi, fatte le debite proporzioni, peggiore di quando Mussolini portò l’Italia in guerra. Si è ironizzato a lungo sulle «8 milioni di baionette», oggi non ne abbiamo che 8mila in piena efficienza”.
Sussiste tuttavia il dubbio che 8mila soldati italiani combattenti (combat ready, secondo i criteri NATO) vi siano davvero nelle nostre FA. Dopo il Vertice NATO di Madrid del 30 Giugno, fu comunicato, oltre all’ingresso della Finlandia nell’Alleanza, che “La NATO è in procinto di costituire altri quattro battaglioni multinazionali in Ungheria, Bulgaria, Slovenia e Romania, con circa 1.000 soldati ciascuno. Ha anche aumentato il numero di aerei nel sud-est del territorio dell’alleanza per pattugliare i cieli e proteggere lo spazio aereo della NATO. Più a lungo termine, la NATO aumenterà enormemente la quantità di truppe pronte al combattimento, cioè in grado di manovrare rapidamente per difendere i confini alleati in caso di conflitto in Europa[1][1].
4mila soldati?!? E’ ridicolo e tragico. La NATO è sguarnita, non ha forze; non le ha perché guidata da inetti che hanno mandato in malora la sua potenza militare e non di meno avanzano pretese politiche sorrette da minacce militari. In questa totale confusione, da trattamento sanitario obbligatorio, noi siamo cobelligeranti a causa delle armi regalate all’Ucraina. La Costituzione della Repubblica italiana ancora una volta è stampata di carta doppio velo extra soffice e don Sergio Mattarella se ne compiace.
Henry Kissinger – esperto di guerre – ha detto: 1) la guerra rinfocola in agosto; 2) ambedue i fronti si stanno preparando; 3) gli USA (leggasi NATO) non possono perdere.
La realtà dei fatti non si fa condizionare da comunicati farneticanti. È significativo che Kissinger dica “gli USA non possono perdere”. Come scrive Farina, dal 1945 a oggi gli Usa hanno scatenato un’infinità di guerre ma ne han vinto solo una: l’invasione di Grenada nel 1983. Grenada è un’isola poco più grande dell’Elba. Perché proprio questa contro la Russia non possono perderla? La Russia ha portato allo scoperto l’enorme vulnerabilità della NATO: non combatte.
La NATO espande i suoi confini, lievita come un panettone, s’allarga incessantemente, espone al rischio di attacchi nucleari i suoi membri di importanza marginale (Italia, Polonia, Bulgaria, Paesi baltici), la NATO fa tutto questo ma non è in grado di combattere.
Un solo paese membro della NATO ha un esercito degno di questo nome, la Turchia, il cui governo si guarda bene dall’attirarsi l’ostilità della Russia e, allo stesso tempo, munge denaro all’Europa e lasciapassare contro i poveri curdi.
Se la NATO avesse avuto capacità di combattimento terrestre avrebbe già inviato truppe in soccorso dell’Ucraina. Adesso mandano mercenari, pagati a peso d’oro; sono tuttavia insufficienti e poco propensi a cercare il contatto coi russi; sanno che se catturati non c’è alcuna norma a proteggerli.
La strategia degli Stati Uniti è senza opzioni. Paesi guidati più accortamente, la Germania per esempio, non intendono scendere direttamente in campo con la NATO. Anzi, la Germania e i suoi satelliti (Olanda e Scandinavia) sono del tutto contrari contrari alla guerra della NATO e pure alle sanzioni “contro la Russia”, perché in realtà devastano l’economia tedesca (di quella italiana non importa niente neppure a palazzo Chigi).
USA e Gran Bretagna mandano armi moderne all’Ucraina, allo scopo di colpire i russi sulla lunga distanza, ma il risultato sinora è largamente inadeguato.
Stati Uniti, Gran Bretagna, Canada, pur non avendo truppe di terra per fronteggiare i russi, vogliono una guerra su vasta scala, coinvolgendo l’Europa ma non i loro territori metropolitani.
I russi sanno bene che la NATO è incapace di star dietro ai propri barboncini da guerra. Le truppe russe manovrano per linee esterne, evitando quindi lo scontro diretto. Essi creano sacche, come ai bei tempi della Grande Guerra Patriottica. Le conquiste territoriali non sono obiettivo primario dei russi ma conseguenza, impiegando in massa artiglierie e missili. Il contatto è cercato solo dopo le concentrazioni di fuoco di missili e artiglieria. I carri armati forniscono sostegno diretto, accompagnando le fanterie sui territori “bonificati” col fuoco. In questo modo ottengono la drastica limitazione delle perdite russe, mentre le perdite ucraine sono devastanti. I centri abitati sono conquistati solo dopo la chiusura delle sacche e la bonifica col fuoco.
Se la NATO getterà i nostri soldati in quell’inferno, essi moriranno, rimarranno storpiati, saranno sottratti al Paese nell’unico interesse non dell’Italia bensì di un milieu di ricchi pervertiti, terrorizzati dalla fine del proprio immondo universo.
La Russia non ha fretta. La guerra lampo è un’invenzione delle cerchie dei parenzo, dei mentana e altri consimili. Più questa guerra va avanti, più il dollaro scende, più il rublo sale. La Russia ha impiegato sinora non più del 5-10% della sua potenza militare.
Mentre la guerra procede i BRICS (Brasile, Russia, India, Cina, Sud Africa) costruiscono il proprio autonomo sistema economico monetario, sulla loro manodopera, sulle loro materie prime, sulla moneta garantita dall’oro.
Kissinger afferma “gli USA (leggi NATO) non possono perdere questa guerra”; se infatti perdono, il loro sistema collassa più velocemente del Muro.
Qual è l’ultima carta contro la Russia, se non hanno truppe di terra a sufficienza? Le bombe nucleari.
A Washington cominciano a rendersi conto di essere finiti in mano ai pazzi. Scrive infatti sul suo blog Pat Buchanan (già consigliere di Richard Nixon, di Gerald Ford e di Rona[2]ld Raegan):
«Se Putin farà una manovra militare oltre i confini della Finlandia, gli Stati Uniti entreranno in guerra contro la più grande nazione del mondo con un arsenale compreso tra 4.500 e 6.000 armi nucleari tattiche e strategiche.
Nessun presidente della Guerra Fredda si sarebbe mai sognato di prendere un tale impegno: rischiare la sopravvivenza della nostra nazione per difendere il territorio di un paese a migliaia di chilometri di distanza che non è mai stato un interesse vitale degli Stati Uniti.
Entrare in guerra con l’Unione Sovietica per la conservazione del territorio finlandese sarebbe stata vista come una follia durante la Guerra Fredda.
Ricordiamo: Harry Truman ha rifiutato di usare la forza per rompere il blocco di Berlino di Joseph Stalin. Dwight Eisenhower rifiutò di inviare truppe statunitensi per salvare i combattenti per la libertà ungheresi che erano stati investiti dai carri armati sovietici a Budapest nel 1956.
Lyndon B. Johnson non fece nulla per aiutare i patrioti cechi schiacciati dagli eserciti del Patto di Varsavia nel 1968. Quando Solidarnosc di Lech Walesa fu distrutto per ordine di Mosca in Polonia nel 1981, Ronald Reagan fece dichiarazioni coraggiose e inviò macchine fotocopiatrici.»
Buchanan ci sta dicendo che la Finlandia è entrata nella NATO per creare un casus belli. All’occorrenza i parenzo e i mentana sottoscriveranno con tutta la propria autorevolezza lo sconfinamento delle truppe russe. Come dubitarne?
Kissinger a sua volta – dicendo “gli USA non possono perdere” – fa capire che l’unica opzione possibile è quella nucleare, visto che le forze convenzionali scarseggiano.
L’autorevolezza dei due personaggi, Kissinger e Buchanan, è fuori discussione. Essi stanno avvertendo gli USA e il mondo della piega presa dagli avvenimenti. Nelle prossime ore il Congresso, il Pentagono e la pubblica opinione statunitensi decideranno se vogliono seguire il Dipartimento di Stato e il dottor Biden Stranamore. Occorre quindi capire se Nostro Signore interverrà sui pazzi assassini prima o dopo la catastrofe. Siamo tutti a un bivio, superato il quale la storia avrà una svolta drastica. Verso la fine o verso un nuovo inizio? Lo sa Nostro Signore.
Mentre Aviano, Milano, Rimini, Ancona, La Spezia, Rieti, Roma, Amendola, Napoli, Taranto, Sigonella… si confermano obiettivi nucleari remunerativi, nei canili romani discutono se tenerci un Mario, un Giuseppi o ambedue. Tutto sommato non ci libereremmo mai di questa schiuma senza una guerra. Occorre riconoscerlo: se la guerra arrivasse sarebbe una catastrofe e la meriteremmo, d’altronde sarebbe una grande opportunità di cambiamento.
I cagnolini da guerra della NATO sono scatenati e l’Italia non sa come seguirli, senza capacità di risposta nucleare. Tutte le armi nucleari della NATO in Italia sono sotto controllo statunitense. Biden ha fatto l’occhiolino a Putin: «Coraggio, facciamo quel che ci pare in Ucraina, in Polonia, in Bulgaria e nei Paesi Baltici, ma io non lancio missili nucleari sulla Russia e tu non ne lanci sugli Stati uniti». Putin ha tuttavia già risposto. Guardate l’ultimo minuto di questo filmato. Non occorre capire il russo. Lo stato maggiore generale russo, di solito molto abbottonato, ha diffuso questo video poche settimane prima di invadere l’Ucraina.  Se i russi vogliono fondare una nuova civiltà, è bene siano selettivi nelle distruzioni. Ripetiamolo: se la guerra arrivasse sarebbe una catastrofe e la meriteremmo, d’altronde in prospettiva è l’unica vera opportunità di cambiamento. Agosto è domani. Cristo Vince. www.pierolaporta.it

[1] Reuters.com 30Giugno 2022

[2] https://buchanan.org/blog/is-a-us-russia-war-becoming-inevitable-159511

Informazioni su Piero Laporta

Dal 1994, osservate le ambiguità del giornalismo italiano (nel frattempo degenerate) Piero Laporta s’è immerso nella pubblicistica senza confinarsi nei temi militari, come d'altronde sarebbe stato naturale considerando il lavoro svolto a quel tempo, (Ufficio Politica Militare dello Stato Maggiore della Difesa). Ha collaborato con numerosi giornali e riviste, italiani e non (Libero, Il Tempo, Il Giornale, Limes, World Security Network, ItaliaOggi, Corriere delle Comunicazioni, Arbiter, Il Mondo e La Verità). Ha scritto “in Salita, vita di un imprenditore meridionale” ed è coautore di “Mass Media e Fango” con Vincenzo Mastronardi, ed. Leonardo 2015. (leggi qui: goo.gl/CBNYKg). Il libro "Raffiche di Bugie a Via Fani, Stato e BR Sparano su Moro" ed. Amazon 2023 https://shorturl.at/ciK07 è l'inchiesta più approfondita e documentata sinora pubblicata sui fatti del 16 Marzo 1978. Oggi, definitivamente disgustato della codardia e della faziosità disinformante di tv e carta stampata, ha deciso di collaborare solo con Stilum Curiae, il blog di Marco Tosatti. D'altronde il suo più spiccato interesse era e resta la comunicazione sul web, cioè il presente e il futuro della libertà di espressione. Ha fondato il sito https://pierolaporta.it per il blog OltreLaNotizia. Lingue conosciute: dialetto di Latiano (BR) quasi dimenticato,, scarsa conoscenza del dialetto di Putignano (BA), buona conoscenza del palermitano, ottima conoscenza del vernacolo di San Giovanni Rotondo, inglese e un po' di italiano. È cattolico; non apprezza Bergoglio e neppure quanti lo odiano, sposatissimo, ha due figli.
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