Conviene che il Vaticano scommetta sulla volontà di pace dell’Islam? Occorre domandarsi se è una politica realistica. #islamnonmifido
I problemi ingravescenti con l’Islam esigono che il Vaticano o, meglio, la Santa Sede faccia una scelta sulla gravitazione della sua diplomazia. Francesco ha il diritto di dare priorità a un abbraccio fra le tre religioni monoteiste. Tale obiettivo sarebbe ambizioso e, allo stesso tempo, tenderebbe a restringere il campo d’azione tradizionalmente globale della diplomazia vaticana. D’altro canto l’abbraccio delle tre religioni, pur nella sua prospettiva mistica, non può ignorare gli aspetti politici e gli infiniti altri a questi connessi.
I cattolici parlano di dialogo con l’Islam almeno dalla prima guerra arabo-israeliana. La risposta israeliana è pragmatica, quella dell’Islam è sotto gli occhi di tutti. Quanti risalgono alle responsabilità degli Stati Uniti per la situazione corrente, potrebbero anche chiamare in causa la Gran Bretagna e la Francia, come pure l’Olanda e il Belgio e – perché no? – la Russia e la Cina. Sarà un interessante esercizio storico; alla fine della giostra resta il fatto che i leader mussulmani, se vogliono rimanere in sella, devono scendere a patti col fondamentalismo, peculiare all’ Islam. La situazione oggettiva non offre spiragli di integrazione con l’Islam, quanto meno a medio termine.
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[/cryout-pullquote]Se qualcuno additerà il responsabile con prove certe, ne saremo felici ma la situazione non muta. L’Islam da almeno mezzo secolo è profondamente e variamente separato al suo interno e, cosa peggiore, non ha come rispondere per affrontare il mondo moderno; ovvero ha solo due opzioni: la violenza o, nei casi meno gravi, l’autoemarginazione, incubatrice degli entusiasti guerriglieri esportati dall’Europa verso il Califfato.
Ebrei e cattolici invece convivono benissimo purché non affiorino da una parre e dall’altra i consueti pregiudizi che hanno già fatto abbastanza danni. Il problema, a mio avviso, viene da quanti – di estrazione ebraica e cristiana – smarrite le rispettive fedi, conservano paradossalmente i peculiari pregiudizi. Non è tuttavia un nodo inestricabile, spesso fastidioso, tuttavia.
In questo scenario, papa Francesco è sembrato incerto, indulgendo prima verso un cammino squisitamente religioso per arrivare a un triplice dialogo, in maniera sicuramente toccante e legittima, tuttavia improvvisata e ben presto abbandonata.
A partire dall’8 giugno la rotta è così diventata ondivaga con danni rilevanti alla credibilità di Francesco presso le cancellerie. Questo oggi è un problema. Se lo si sottovaluta perché la popolarità di Francesco rimane alta, si va incontro a problemi ulteriori che corroderanno infine anche la popolarità.
La preghiera mondiale per la pace, il 6 giugno alle ore 13 recitata ovunque – a casa, a scuola, al lavoro – fu un’ottima iniziativa, partita non casualmente dall’Azione Cattolica argentina. Essa annunciava l’incontro e la triplice preghiera per la pace di due giorni dopo in Vaticano, di papa Francesco, Shimon Peres e Abu Mazen.
La fragile barca di Francesco cozzò su un grosso scoglio giovedì 12 giugno, quando tre adolescenti israeliani furono rapiti nella West Bank per essere barbaramente uccisi tre settimane dopo, mentre nel frattempo Hamas intensificava il lancio di missili sulle città israeliane.
Con l’infallibile senno di poi sappiamo che Hamas si proponeva di far credere che Israele sarebbe entrata nella striscia di Gaza per vendicare la morte dei tre ragazzi e non, come in realtà accadde, per arrestare il crescente lancio di missili. Questi e i raid israeliani fecero dimenticare ben presto la triplice preghiera dell’8 Giugno.
Francesco, se avesse voluto alimentare la debole fiammella che aveva acceso, avrebbe dovuto innalzare subito una preghiera per invocare il ritorno a casa di Gilad Sha’er (16 anni), Naftali Frenkel (16 anni) ed Eyal Yifrah (19 anni) coinvolgendo ancora una volta palestinesi ed ebrei.
Francesco invece tacque e la sua voce si levò solo quando i raid israeliani su Gaza fecero sentire i loro effetti, così assoggettando la sua parola alle contabilità di morte della propaganda bellica di Hamas. Due settimane dopo il rapimento, visitando la Comunità di Sant’Egidio, rispose alla sollecitazione d’una preghiera per i tre ragazzi; l’effetto mediatico fu inconsistente e i tre sventurati furono uccisi poco tempo dopo; uno sfregio netto.
A quel punto i ripetuti appelli papali alla pace, mentre le truppe israeliane avanzavano nella Striscia, persero ogni appeal di equidistanza e il ricordo dell’8 giugno svanì.
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“FERMARE” che cosa comporta:
- no ritorno a Status quo ante bellum
- accettare il fatto compiuto
- impunibilità dei crimini di guerra
- nessuna garanzia per il futuro
- incapacità militare delle NU
[/cryout-pullquote] Il silenzio per le stragi di cristiani per mano mussulmana in Iraq, poi l’ambiguo documento del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso, infine il tardivo e confuso appello all’Onu hanno marcato una diversità illogica e profonda con l’8 Giugno, di fatto privilegiando il bellicismo mussulmano, a danno dei cristiani oltre che a scapito di Israele. A tale confusione si sono aggiunte le improvvisate esternazioni [video] su strategie vagamente militari – “Fermare, non bombardare” – vulnerando profondamente la credibilità del pontefice, contraddicendo il contributo del Vaticano sin dalle fasi prodromiche della Carta dell’ONU, nonché la legittimità non solo del Capitolo 6 della Carta (Soluzione pacifica delle controversie) ma anche del Capitolo 7 (Azione rispetto alle minacce alla pace, alle violazioni della pace ed agli atti di aggressione), per l’applicazione giusta della forza al fine di ristabilire il diritto dei popoli. Insomma, una confusione come non si è mai vista nella politica estera vaticana. Sarebbe stato utile, a tale riguardo, tenere a mente il discorso di Benedetto XVI all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, il 18 aprile 2008, [leggi qui] col quale sottolineò il diritto e il dovere di protezione gravante su tutte le strutture delle NU, da cui deriva ben più che la semplice interposizione armata.
C’è dunque un problema: ha sbagliato Papa Bergoglio o la Segreteria di Stato? Oppure ambedue, lontani dal favorire la pace e dare sostegno all’ONU. Tutto questo, è bene ricordarlo, col magistero petrino e l’infallibilità ex cathedra non ha nulla a che vedere, al contrario di quanto vanno invece salmodiando improvvisati difensori d’ufficio.
Francesco Francesco Francesco FrancescoFrancesco Francesco Francesco Francesco
Francesco! Francesco! Francesco, dove vai?!?
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di quale Islam parliamo? è quello finanziato dall’Arabia Saudita e dal Qatar (amici di Washington) a fare le porcherie sotto gli occhi di tutti. giusta la spiegazione di Dezzani.
I tre ragazzi israeliani non sono stati uccisi tre settimane dopo, ma immediatamente dopo il loro sequestro come il governo israeliano ha permesso di appurare questo sì 3 settimane dopo il sequestro e l’inizio delle operazioni militari, pubblicando la telefonata di uno dei ragazzi rapiti (e scatenando forti reazioni un po’ dappertutto tranne che nella disinformazione di stato) – ragione? la più evidente è che non possono digerire il ricongiungimento Hamas Fatah come hanno dimostrato abbaiando su tutte le arene internazionali.
puntualizzare che Hamas fa solo propaganda sui morti palestinesi come ha fatto lei mi ha fatto venire un brivido su per la schiena. scherza? persino le Nazioni Unite hanno aperto un’indagine sui crimini israeliani (unico voto contrario all’indagine? USA) tutto il mondo è disgustato per quanto accade ogni due o tre anni a Gaza e mai come in questo caso gli stessi israeliani hanno manifestato copiosamente contro il proprio governo. la comunità di Sant’Egidio non è un paradiso, piuttosto risponde a tutte le sollecitazioni e soldi) americani, come hanno dimostrato i cablogrammi segreti pubblicati di recente. per di più a me pare che il papa dovrebbe, piuttosto che rispondere alle sollecitazioni degli amici di Israele, dare voce alle dichiarazioni congiunte di diversi patriarchi in Siria e Iraq (cattolici e ortodossi) che accusano anche l’Occidente (per il coinvolgimento e/o per il silenzio) della loro rovina.
Non si innervosisca per così poco, la prego. Che non ci sia un solo Islam lo sappiamo. Così come sappiamo che l’Islam violento è quello che sposta i confini, da sempre. Mi dica qualcosa quando le NU apriranno (e concluderanno) un’indagine sui cavalieri senza macchia e senza paura del sedicente Califfo. Né intendo concedere attenuanti se si fanno manovrare dagli Usa. Non sarebbe la prima volta, del resto. Ah, dimenticavo: fra Islam e Cristianesimo non c’è alcuna affinità, fra Cristiani ed Ebrei invece tante. Che vuole farci? E’ la crudeltà della storia e il cinismo della civiltà.
Non sono un esegeta di Papa Francesco, ma quando ha parlato di terza guerra mondiale combattuta a pezzetti, credo che abbracciasse l’intero scenario geopolitico: MO, Ucraina, Africa Centrale, crisi finanziarie in Argentina ed Europa.
Il mondo uscito da Jalta e Bretton Woods è tramontato del tutto, e gli USA stanno combattendo con il coltello tra i denti per un nuovo “secolo americano”. I morti in Iraq e Ucraina hanno lo stesso mandante.
Certo, è tutta colpa del Papa. E non ci sono più le mezze stagioni.
…a proposito di quanto “vanno invece salmodiando improvvisati difensori d’ufficio”.
riceviamo e volentieri pubblichiamo
Il Santo Padre non parla ex cattedra quando parla della pace del mondo e quindi le sue indicazioni sulla difesa dalle aggressione dai terroristi sono ispirate alla carità cristiana che però non ci salva dai terroristi assetati di sangue dei cristiani e delle minoranze etniche.
Evidentemente Papa Francesco non è esperto di strategia militare e quindi nel suo discorso sui drammi attuali di Iraq e Siria, ma anche del resto del mondo islamico ha parlato con spirito di carità, ma chi conosce di strategia militare ben sa che non è sufficiente stare ad attendere con un fucile in mano a fronteggiare chi ha armi ben più potenti.
Ciò non consente una difesa adeguata e soprattutto consente all’Islam integralista e terrorista di appropriarsi delle posizioni conquistate con eccidi di intere comunità visto che il progetto globale, si voglia o non mira alla conquista del mondo con espansione progressiva nel territorio ed annientamento delle minoranze.
Non abbiamo bisogno di nuovi martiri per accrescere la schiera dei santi della Chiesa, ma dobbiamo impedire che la chiesa perda le sue comunità ed il suo diritto ad esistere in ogni parte del mondo in applicazione del Vangelo, ma anche della convenzione per la salvaguardia dei diritti e dell’uomo approvata dall’ONU nel 1948, anzi abbiamo bisogno che Renzi operi perché sia approvata a livello mondiale la Convenzione Europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali Cio’ renderebbe più umani anche gli USA con la soppressione della pena di morte!
Ritengo però che quanto detto dal Santo Padre sia bilanciato dalla drammatica affermazione successiva “Siamo nella terza guerra mondiale”!
Partiamo da questa realtà per una strategia mondiale ma anche nella nostra vita quotidiana!
Purtroppo non esiste un Islam non integralista, lo afferma chi è uscito dall’Islam; al di là della buona volontà della Chiesa e di pochi uomini di buona volontà la speranza che l’Islam consenta la libertà di religione è solo un’utopia.
La storia ci insegna che da secoli l’Islam sta imponendo il suo credo con le armi e ciò continua avvenire, purtroppo anche ai nostri giorni.
La nostra tolleranza che ha consentito ai Mussulmani di costruire moschee nel territorio non solo italiano è contraria alla Costituzione italiana e ciò soggiacere alla potenza economica dei paesi Islamici senza pretendere che i loro insegnamenti si adeguino alle nostra norme fondamentali sia costituzionali che eruropee.
E’ sufficiente che confrontiamo i dettami dell’Islam con gli articoli 2, 3,8 29 e 30 della Costituzione.
Non abbiamo mai visto missioni umanitari da parte degli islamisti nei confronti di stati non Islamici vittime di calamità naturali.
Che dire della parità tra uomo e donna! L’islam crollerà quando le donne dei paesi islamici otterranno la parità tra uomo e donna.
Basti pensare al diritto di esprimere la propria persona mostrando il proprio volto senza che questo sia riservato al marito.
Nella cultura universale non vi è nulla di più bello di un volto di donna!
Mentre la donna nell’Islam la donna è inferiore all’uomo , alla stessa è impedito di studiare di fare politica, di guidare la macchina di vestire come desidera….. ma in compenso debbono essere onorate di allevare i figli che i maschi le fanno generare!
Figli che però sono sotto la potestà del padre. Padre che può ripudiare la moglie con un semplice “talac, talac Talac!”. Qui da noi il terzo articolo della Costituzione è sistematicamente violato dai dettami dell’Islam .
Ne consegue l’impossibilità del riconoscimento di una confessione religiosa a mente dell’art. 8 della Costituzione “in quanto non contrastino con l’ordinamento giuridico italiano.”
Non esiste nella famiglia islamica l’eguaglianza morale e giuridica dei coniugi e dei genitori (artt.29 e 30 cost,).
Quindi non ci si siamo.
L’infiltrazione dell’Islam nelle nostre famiglie sta avvenendo attraverso le badanti come denunciato d parroci del Friuli e del Veneto.
Vi è una denuncia penale per maltrattamenti nei confronti di una badante che oltre ad essersi nominata erede della sig.ra che assisteva con un testamento palesemente falso ha impedito alla stessa non solo la frequenza alla messa, oltre a impedirle di guardare i programmi televisivi cattolici e non aprendo al sacerdote che si recava presso l’abitazione della malcapitata, facendola morire sola e senza il conforto dei sacramenti.
Questa è una infiltrazione programmata non c’è spazio per la cristianità nell’Islam.
Il mio interprete mussulmano, dopo un periodo di apparente moderazione è giunto a giustificare gli attentati suicidi!
Questo basta ed avanza.
Siamo alla terza guerra mondiale contro l’Islam e quindi i fucili da soli non sono sufficienti è necessaria una strategia globale per impedire che gli islamici non ci esproprino con armi diverse non solo dei nostri beni ma anche della nostra cultura cristiana e della nostra identità.
Benvenuto all’Islam, ma si adegui alla nostra costituzione diversamente la strategia dovrà essere quella di farli tornare da dove sono venuti.
Strano ? No nulla di nuovo!
Papa Francesco ci ha aperto gli occhi siamo nella terza guerra mondiale
Avv. Luciano Faraon
Un’analisi assolutamente condivisibili quella del Sig. Dezzani ed i cui contenuti andrebbero attentamente meditati
il Vaticano ha una lunga tradizione di approcci estemporanei a realtà emergenti,parliamo di Galileo, di Darwin,addirittura della bicicletta(invenzione diabolica),contro l'”abuso”(sic!) della droga,contro la fecondazione assistita..forse sarebbe meglio che si limitasse ai grandi temi spirituali a cui l’uomo non sa rispondere
L’ultima seria minaccia dell’Islam all’Europa fu posta nel 1683 con l’assedio di Vienna e, conviene ricordarlo, l’Islam era in quel caso la religione di un impero, quello turco, che perseguiva meri fini di potenza terrena. Dal ‘700 in poi l’Europa ingrana la quarta sotto il punto di vista democrafico, tecnologico e militare e si proietta con il colonialismo in tutto il mondo mussulmano: sono anni duri per il mondo arabo ma non tristi. Tunisi, Tripoli, Il Cairo, Beirut sono in tale crescita economica da attirare decina di migliaglia di lavoratori ITALIANI. Tra le guerre nasce il nazionalismo arabo che, fomentato dall’URSS, porterà alla dissoluzione degli imperi coloniali. Il mondo mussulmano è libero, il nazionalismo alle stelle, l’Islam è un fenomeno presente ma non totalizzante. USA, GB, Israele, Francia partono quindi con la costante destabilizzazione dei governi arabi, fomentando costanti guerre e colpi di stato che culminano con la carneficina della guerra fra Iran ed Iraq. Cresce poi la scellerata alleanza tra USA ed Israele e la retrograda monarchia saudita, che giustifica la propria esistenza propagando l’Islam sunnita più becero ed ignorante. Crolla l’Urss, e parte il progetto per il Nuovo Medio Oriente, covato sin dalla fine degli anni ’70: 9-11, Afghanistan, Iraq, Libano, Libia, Siria, etc.
Risultato: il mondo arabo è a pezzi, dove prima c’era immigrazione europea ora c’è un flusso di disperati, gli imam al soldo di Qatar e Arabia Saudita possono fare proseliti tra una massa di disperati e diseredati.
E’ colpa dell’Islam? No, è colpa di USA, GB, ISRAELE e FRANCIA. Ed in Vaticano credono lo sappiano benissimo.
Forse Papa Francesco si è lasciato trascinare da un facile entusiasmo favorito dal tradizionale demagogico approccio della Segreteria di Stato molto più propensa a giustificare iniziative di Hamas piuttosto che che di Israele
Mi pare un po’ troppo enfatico quel “tradizionale demagogico approccio della Segreteria di Stato”. Non credo affatto che sia stato così sinora, e sottolineo sinora. La Santa Sede è riuscita sempre a mantenere un’equidistanza effettiva, al di là delle strumentalizzazioni partite dalle file cattoliche, ebraiche o mussulmane. Oggi vi è uno sbilanciamento reale e immotivato, con tratti involontariamente grotteschi: se non si può bombardare, dov’era Francesco quando Hamas tirava ordigni a pioggia su Israele? Insomma, un errore dopo l’altro senza una visione, neppure evangelica purtroppo.
Grazie per l’articolo, che costituisce una “risposta” ad alcune osservazioni precedenti.
Lei giustamente si chiede: “…se non si può bombardare, dov’era Francesco quando Hamas tirava ordigni a pioggia su Israele?”.
Torno però a quanto già scritto nel commento precedente: siamo nel campo delle opinioni, che ognuno di noi può singolarmente maturare. Per farle un esempio, mi ero posto la sua stessa domanda da un altro angolo visuale, e cioè: perché il Papa non condanna esplicitamente (non con le mezze frasi) un’azione militare che, in risposta ai nefasti ordigni di cui sopra, causa la distruzione pressoché totale di buona parte dell’abitato di Gaza, senza risparmiare scuole, ospedali, centrali elettriche e compiendo inopinata strage di civili inermi, donne e bambini?
Ma il Papa non è tenuto a dare risposta ad ogni nostra curiosità: dovrebbe invece parlare una volta e una sola con parole chiare e inequivocabili (“Sì sì, no no”). Ecco, di quelle sono in attesa, da misero e inutile credente.
E se mi permette – e se non ho male interpretato i suoi interventi – anche lei sta aspettando questo definitivo chiarimento, che vale tanto sul piano geo-politico che su quello spirituale.
Grazie per l’attenzione che mi ha dedicato.
Sì, attendo con speranza, come tento di spiegare nell’articolo che posterò stasera. Grazie, davvero.