180mila euro di stipendio al presidente di “Sviluppo Lazio”, società partecipata dalla Regione Lazio all’80%, cioé pagata dal contribuente italiano per 4quinti, il rimante lo paga la Camera di Commercio, un altro carrozzone pubblico a spese di Pantalone.
Gli sciali della Regione Lazio dunque non cessano, nonostante il cambio della guardia fra la distratta Renata Polverini e il promettente Nicola Zingaretti. “Promettente” poiché promise, in campagna elettorale, parsimonia e buona amministrazione. È pur vero che se dessero la galera ai politici che non mantengono le promesse elettorali, il sovraffollamento corrente delle celle raggiungerebbe livelli africani, ma che senso hanno queste dissipazioni? A che cosa serve che una regione compartecipi o controlli società le cui ragioni sociali, quando non sono pretestuose per ramazzare denaro, sono dissipratrici e del tutto sostituibili da società private? Anzi le società private farebbero meglio e spenderebbero meno. Che cosa deve fare un manager di una società privata per guadagnare 180mila euro più i premi di produzione? Eppure sul groppone del contribuente vi sono venti società partecipate o controllate dalla Regione Lazio.
Riferisce l’agenzia il Velino:”Al presidente [di Sviluppo Lazio, NdR] dovrà essere attribuito “un compenso lordo annuale pari al 70% dell’indennità spettante al presidente della regione Lazio e, in caso di produzione di utili, un’indennità di risultato pari a quella attribuita al direttore generale della società”. Insomma 180mila euro più un premio di produzione, un malcostume, questo del premio di produzione, mutuato dal Ministero dell’Economia e da quel distributore di premi di produzione che fu Giulio Tremonti.
Zingaretti poche ore fa s’è scagliato contro il Patto di stabilità: “Le politiche di rigore e i tagli lineari sono state ricette che stanno uccidendo l’Italia e colpendo in maniera non corretta chi nei livelli di governo locale ha provato a realizzare buone pratiche di spesa pubblica” e poi ha avuto la faccia tosta di aggiungere: “È evidente che l’Europa deve cambiare, dobbiamo fare in modo che l’allentamento dei vincoli del patto pesi negli obiettivi di politica economica e abbia pari dignità con l’Imu. Si potrebbero fare tante cose: escludere dagli obiettivi del patto il cofinanziamento europeo sarebbe già una boccata d’ossigeno”. Zingaretti, l’Europa deve cambiare? Quale credibilità puoi avere mentre elargisci 180mila euro a un tuo sodale? Mentre gli imprenditori si suicidano? Mentre la gente si dà fuoco? Mentre la follia dilaga?
Questa classe politica porta l’Italia alla rovina senza un benché minimo scrupolo, come fossero killer cinici, e lo sono, della democrazia e del futuro del paese. Sono Marieantoniette, incapaci di comprendere il significato degli scoppi di violenza, la cui frequenza s’addensa, come quando a Capodanno, l’imminenza della mezzanotte è annunciata dal crescendo dei botti, culminante con la festa. Ma siamo tutt’altro che a una festa. Solo queste Marieantoniette non s’vvedono che queste condotte sconsiderate invece della festa annunciano un bagno di sangue che presto o tardi arriverà e vedremo gli stessi che l’hanno causato interrogarsi sulle cause, magari dando la colpa ai magistrati, oppure fonderanno una nuova società compartecipata, “Politica uccisa SpA”, per indagare le ragioni del loro cinico malaffare.
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