La famiglia, bene comune

bebè«Il matrimonio è contratto da due persone di sesso diverso o dello stesso sesso». Così recita l’art.1 della nuova legge francese sul matrimonio.
unioni libereForse sarebbe stato sufficiente scrivere  ««Il matrimonio è contratto da due persone», poiché due entità, nel senso più generale possibile, o sono uguali o sono diverse. Il pleonasmo fa velo a una confusione ben più estesa e profonda.

Uomo etero, donna etero, uomo omosessuale, donna omossesuale, uomo bisessuale, donna bisessuale, uomo transessuale, donna transessuale, sono almeno otto le classi di individui che possiamo individuare sulla base del loro orientamento sessuale.

LorenzNella tabella accanto (cliccare sopra per ingrandirla)  tutte le possibili unioni accoppiando una sola volta i differenti possibili individui classificati secondo 8 orientamenti sessuali.

In tal modo, conferendo il diritto di contrarre matrimonio, senza distinzioni di sesso, osserviamo che si introducono almeno 36 differenti unioni.

Ognuna di tali unioni, combinata col divorzio e con la libera convivenza, quest’ultima a sua volta degna d’essere riconosciuta come matrimonio a tutti gli effetti, può dare luogo a una quantità praticamente illimitata di possibili unioni, ciascuna portatrice di un diritto di adozione.

Dopo anni e anni darwinismo e di omelie sulla sacralità e sulla economicità della selezionenaturale, si mette in primo piano una minoranza di coppie, sterili per loro libera e orgogliosa scelta, alle quali si conferisce il diritto di adottare e di inseminarsi, riversando sulla comunità i costi sociali e materiali conseguenti.

Dopo tante prediche sull’imprinting delle papere, portando in processione – con fondamento – i libri di Konrad Lorenz, mettiamo da parte il diritto, pari a quello delle papere, di un roseo bebé a godere l’imprinting di una madre e di un padre.

Dopo anni e anni di prediche sulla sacralità della natura e sul rispetto che si deve avere per essa, dov’è il diritto naturale del bambino? Dov’è il diritto dell’individuo in fasce, sottratto alla sua famiglia naturale e consegnato indifferentemente ad una delle 36 possibili unioni?

Copyright © 2013 Tutti i diritti riservati a www.pierolaporta.it e www.piazzolanotizia.it È permesso l’uso personale dei contenuti di questo sito web solo a fini non commerciali. Riprodurre, pubblicare, vendere e distribuire può avvenire solo previo accordo con l’autore. Le foto di questo sito sono prese in larga misura da Internet, in quanto valutate di pubblico dominio. Se i soggetti fotografici o gli autori fossero contrari alla pubblicazione, lo segnalino a info@pierolaporta.it e si provvederà alla immediata rimozione delle immagini.

[swfobject]3104[/swfobject]

Informazioni su Piero Laporta

Dal 1994, osservate le ambiguità del giornalismo italiano (nel frattempo degenerate) Piero Laporta s’è immerso nella pubblicistica senza confinarsi nei temi militari, come d'altronde sarebbe stato naturale considerando il lavoro svolto a quel tempo, (Ufficio Politica Militare dello Stato Maggiore della Difesa). Ha collaborato con numerosi giornali e riviste, italiani e non (Libero, Il Tempo, Il Giornale, Limes, World Security Network, ItaliaOggi, Corriere delle Comunicazioni, Arbiter, Il Mondo e La Verità). Ha scritto “in Salita, vita di un imprenditore meridionale” ed è coautore di “Mass Media e Fango” con Vincenzo Mastronardi, ed. Leonardo 2015. (leggi qui: goo.gl/CBNYKg). Il libro "Raffiche di Bugie a Via Fani, Stato e BR Sparano su Moro" ed. Amazon 2023 https://shorturl.at/ciK07 è l'inchiesta più approfondita e documentata sinora pubblicata sui fatti del 16 Marzo 1978. Oggi, definitivamente disgustato della codardia e della faziosità disinformante di tv e carta stampata, ha deciso di collaborare solo con Stilum Curiae, il blog di Marco Tosatti. D'altronde il suo più spiccato interesse era e resta la comunicazione sul web, cioè il presente e il futuro della libertà di espressione. Ha fondato il sito https://pierolaporta.it per il blog OltreLaNotizia. Lingue conosciute: dialetto di Latiano (BR) quasi dimenticato,, scarsa conoscenza del dialetto di Putignano (BA), buona conoscenza del palermitano, ottima conoscenza del vernacolo di San Giovanni Rotondo, inglese e un po' di italiano. È cattolico; non apprezza Bergoglio e neppure quanti lo odiano, sposatissimo, ha due figli.
Questa voce è stata pubblicata in polis e contrassegnata con , , , , . Contrassegna il permalink.

21 risposte a La famiglia, bene comune

  1. Pingback: Inganni Omo-logati - di D.Nerozzi - Piero Laporta Blog

  2. Pingback: La famiglia, bene comune (2) - Piero Laporta Blog

  3. oscar scrive:

    I DICO furono affosati dal senatore Salvi e da Fassino.
    Io aggiungo: meno male e così sia!
    Quelle norme tendevano ad istituire una caricatura della famiglia etero: solo diritti senza doveri.
    Per regolarizzare la unioni di fatto (roba basata su sentimanti e pratiche sessuali, senza procreazione – coppie sterili dice Piero) basta qualche codicillo da aggiungere al codice civile e il gioco è fatto.
    Non ricordo se il vetusto Emilio votò contro, ma per quanto mi riguarda, la cosa gli fa onore: chiarezza di idee e consapevolezza delle proprie tendenze senza ipocriti infingimenti. Che dire? … speriamo non cambi proprio ora il pusher.

  4. oscar scrive:

    Ciò che è lecito e ciò che non lo è ha da sempre riguardato la “contrattualistica sociale”. Sono le norme che creano la devianza, come quando si depenalizza il falso in bilancio o l’UE decide se puoi o non puoi bere l’acqua con l’arsenico a seconda delle quantità che la Commissione ritiene possano essere tollerate dalla gente in un particolare momento, salvo rivederle in seguito. La stessa cosa accade con le emissioni in atmosfera e via dicendo. In queste cose il giudizio etico/morale/religioso funge da contorno, i gruppi di pressione spingono all’affermazione della norma, la sostiengono, le danno corpo fino alla prossima revisione ad opera di qualche nuova lobby.
    Se domani qualcuno dovesse dire che il coprofilo commette un reato nell’esercizio del suo svago, il malcapitato andrebbe sicuramente ad infrangere una norma che lo spedirebbe dritto in galera, mentre i pedofili – per lo stesso mecchanismo – potrebbero assurgere agli onori di chissà quali benemerenze. La storia è piena di tali paradossi.
    Le mie osservazioni tendevano solo a fornire un punto di vista diverso, neutrale e “laico” al problema, come mi sembra, abbia colto E. Paoloni.
    Per quanto riguarda la notazione statistica sulla S.D., francidag ricorderà sicuramente perchè si fa la radice quadrata della varianza (adesso sorvolo), voglio solo qui precisare che l’allusione: all’etoressualità uguale media dei comportamenti sessuali, veniva da me citata come provocazione tesa a prescindere dai soliti riferimenti a supposte patologie psichiatriche, ovvero a comportamenti da ritenersi assolutamente normali.
    Ai tempi di Freud visse anche Harvelock Ellis. Alcuni studiosi ritangono che Ellis fu per la teoria sessuale moderna ciò che Einstein fu per la fisica: perEllis, infatti, l’omosessualità poteva essere considerata come una semplice variazione statistica; un’idea del tutto scandalosa all’epoca. Freud, molto più semplicemente, la classificava invece tra le perversioni. Ellis considerava la masturbazione un innoquo trastullo, mentre Frued riteneva che si trattasse di una pericolosa malattia (per approfondimenti consiglio di leggere “Il libro nero della psicoanalisi” curato da C. Mayer – Fazi Editore 2006).
    E veniamo al DSM.
    L’omosessualità era stata inclusa nel primo DSM (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali) fra i “disturbi sociopatici di personalità”; nel 1968 il DSM II la classificava come “deviazione sessuale” insieme a pedofilia, necrofilia, feticismo e transessualismo, infine nel 1974 fu eliminata. Ma non completamente, malgrado le pressioni dei gruppi gay. Nella versione attuale del DSM (American Psychiatric Association, DSM-IV-TR, 2000) è stata mantenuta, tra i Disturbi Sessuali NAS, la diagnosi che prevede un “persistente ed intenso disagio collegato al proprio orientamento sessuale” .
    La stesura della V° versione non risulta abbia cambiato nulla e fa ancora riferimanto a questa impostatzione.
    A maggio leggeremo la pubblicazione definitiva del testo.
    Nella versione del 2007 dell’ICD (International Classification of Deseases), stilato dall’OMS, le patologie correlate all’orientamento sessuale sono incluse nella categoria “Disorders of adult personality and behaviour”, nella sottocategoria “Psychological and behavioural disorders associated with sexual development and orientation”. All’interno, si trovava citata l’omosessualità ego-distonica. Dopo la cancellazione dell’omosessualità ego-distonica dalla lista dell’OMS, la posizione ufficiale del mondo scientifico, sia negli USA, sia negli altri Paesi occidentali, è che l’omosessualità di per sé costituisce “una variante naturale del comportamento sessuale umano”.
    Una variante!! sic.
    Premesso che non sono uno psichiatra, ma un modesto appasionato della materia, intendo doveroso precisare
    che il mio intervento vuole solo suggerire un approcio “laico”, “neutrale”, “utilitaristico” al problema, perchè diversamente avremmo dovuto continuare a dissertare della questione con l’ausilio dei soliti schemi psicologici, sociologici, religiosi, etico/viscerali e chi più ne ha ne metta. Il mio rimane un tentativo teso a dimostrare la faziosità, la futilità, l’inutilità della questione che, stringi stringi, va ad assumere aspetti di potere (il trasversalismo a cui mi riferivo e sul quale non è, e non sarà mai, stato detto abbastanza).
    Non è possibile che con tutti i problemi che ci sono al mondo e nel Paese, noi si perda tempo a discutere se chi fa l’amore con uno dello stesso sesso abbia diritto a vedersi riconosciuto qusto status nel codice civile. Per me va benisssimo che non venga disciminato, mai!
    E tanto basti!
    Il matrimonio civile (non quello religioso che è un sacramento) nasce da altri presupposti che si fondano sul fatto che due individui si replicano, si dividono ulteriormente come due cellule fanno, generano individui che vanno collocati in un contesto sociale di diritti e doveri. Qusta è una visione che intendo laica del matrimonio e che non può essere derogata appellandosi … a cosa? …a dei gusti in campo sessuale?
    Non intendo continuare parlando delle adozioni da parte di coppie omosessuali perché questo argomento potrebbe essere tirato in ballo per ergomentare la necessità di riconoscere civilmente il matrimonio fra omosessuali alla stregua di quello fra uomo e donna.
    In proposito dico soltanto che sul piano esistenziale sarebbe il colmo: non solo la nascita è di per sè una non scelta da parte del nascituro, così andremmo anche ad imporre ad un bambino lo sviluppo della sua esistenza fra due padri o fra due madri, come se fosse tutto assolutamente naturale.
    Ma no che non è naturale e, soprattutto, non è giusto!
    Poremmo scrivere 12 volumi per dimostrare questa cosa, perchè la mia non vuole mai essere una posizione viscerale, ma intende sempre essere lo sforzo, il tentetivo di dimostrare che esistono delle questioni in cui noi tutti ci perdiamo in inutili discussioni, in cui la politica si perde, distraendoci dai problemi veri da quelli che implicano la vita o la morte, la dignità e l’umiliazione delle persone.
    E’ doveroso sdrammatizzare e inquadrare nella giusta dimensione i diversi problemi.
    Considero E. Colombo una persona degnissima e tosta, con la caratura dello statista. E’ vero ho ammiccato .. , ma solo per sdrammatizzare (lui stesso non ci ha mai ricamato sopra): …
    de gustibus non disputandum est.

    • francidag scrive:

      Che siano le norme a creare la devianza è un’affermazione quanto meno azzardata e, comunque, a forte carica ideologica.
      Mi pare fosse Hans Kelsen a sostenere che i fatti umani precedono il diritto che, di questi, è conseguenza. Non è paradossale che nel gruppo di Ali Baba a nessuno verrebbe in mente di normare sul furto salvo che per marcare le benemerenze nel settore e favorirne l’esercizio. L’aborto venne depenalizzato quando diventò, tragicamente, fatto di costume. L’adulterio venne cassato dal codice per senso del ridicolo mentre il divorzio si affermò per strangolamento anche se in molti si opposero per empito morale.
      Il diritto é frutto dell’evoluzione della società e della storia. Ne discende che ogni riferimento al pensiero espresso in passato, magari anche molto remoto, deve essere rispettoso di questo evoluire. San Lorenzo Bellarmino consegnò Giordano Bruno al braccio secolare sulla base di precise convinzioni, rispondenti alla morale del tempo e rispettose della norma. E’ scorretto condannare oggi il santo per un atteggiamento che fu persino costitutivo della sua santità, ma ancor peggio è richiamarne il pensiero per costituire i fondamenti di nuove santità.
      Consigliano i teorici del diritto di tenere ben separati il diritto dalla morale e dalla politica. Della norma bisogna valutare solo se discende da una norma superiore (grundnorm) e non da una morale superiore.
      L’omosessualità è una variante naturale della sessualità umana. Questo sostiene oggi la scienza. Nulla esclude che possa essere una posizione erronea, ma è quanto la scienza ci offre oggi in materia. Le affermazioni diverse hanno lo stesso diritto di cittadinanza dello spiritismo, della magia, dell’astrologia e delle altre discipline fondate sulla credulità che, in quanto intuitive, si legittimano con l’approccio morale ai fenomeni.
      Oscar sottolinea che tutto questo impegno rispetto al tema in questione sarebbe degno di miglior causa, vista l’immane mole di problemi che attanaglia il paese. Non trova il mio accordo.
      La civiltà occidentale, baluardo di tolleranza e libertà, lungi dall’essere al suo declino, ha inanellato, nei secoli, una serie di conquiste pagate col sangue dei popoli e culminate con il trionfo dei diritti.
      Il diritto di rivendicare i diritti è la brillante tautologia di un mio antico maestro; ora, se consideriamo che, dopo l’abbattimento delle criminali dittature del secolo che blateravano di razza, tutti i diritti hanno trovato cittadinanza, resta da percorrere l’ultimo segmento: la condizione della donna e quella degli omosessuali.
      E’ singolare che le ultima due barriere riguardino una questione di genere. Meriterebbe ampia riflessione. Mi limito a rappresentare che questi due temi sono sufficienti a marcare la differenza culturale, economica, politica e morale con civiltà diverse che pretendono di sovrastarci senza avere ancora compiuto un sano processo evolutivo. Entrano ora nel medioevo e vorrebbero riscrivere la nostra storia. E’ nostro dovere considerare il medioevo oggetto di studi, magari appassionati, ma non ispiratore della nostra morale. E’ prudenza.
      Definire matrimonio il rapporto civile tra omosessuali, quando non è un patetico scimmiottamento, è una forma strumentale per indurre ad opporvisi.
      Sul piano etimologico, e quindi anche sostanziale, matrimonium è un contratto a tutela della madre in un quadro generale riguardante la procreazione e le sue conseguenze. La rivendicazione di un rapporto civile anche tra appartenenti allo stesso sesso non implica che siano omosessuali. La ventilata possibilità di ricorrere alle norme del Codice Civile non risolve il problema della piena opponibilità a terzi e impone l’accurata elencazione delle evenienze previste con ampi margini di incompletezza. Una legge, come negli atri paesi civili, è meglio.
      Cordialmente.

  5. Elio Paoloni scrive:

    Ma stiamo davvero parlando del novantatreenne cocainomane? Se ha mantenuto le sue convinzioni (si schierò contro la legge sui DICO, pare) lo eleggano pure, così svecchiamo la classe politica.

    • francidag scrive:

      Il senatore a vita Emilio Colombo é uno dei padri costituenti.
      E’ stato Presidente del Consiglio e più volte ministro. Uomo di altissimi meriti e fortemente europeista, ha avuto un ruolo pubblico di altissimo profilo. Ha un ufficio che affaccia su piazza Navona che da solo lo illustra.
      Il suo privato, non configurando ipotesi di reato e non costituendo scandalo, appartiene a lui solo.
      cordialmente

      • Piero Laporta scrive:

        Il privato di una personalità pubblica va rispettato e tuttavia appartiene a tutti, nel bene e nel male; sarebbe preferibile nel bene.

      • Elio Paoloni scrive:

        Già che sia fortemente europeista mi fa scendere un brivido giù per la schiena. La nostra Costituzione è stata scritta sotto doppia dettatura, pure Brunetta è stato ministro e un bell’ufficio non mi illustra granché. Non ce lo voglio lassù.

  6. francidag scrive:

    Il DSM, che nasce comunque in opposizione all’OMS (organizzazione Mondiale della Sanità) ha eliminato l’omosessualità dalla classificazione delle psicopatologie sin dal 1972.
    La deviazione standard altro non è che la radice quadrata della varianza. Uno dei termini conduce alla media aritmetica che è arbitrario rappresentare con l’eterosessualità.
    I pederasti, i necrofili, i coprofili, gli incestuosi non sono certamente deviati, ma, più semplicemente, devianti e delinquenti. Salvo i coprofili i cui esercizi, seppure immondi, sono leciti pur non sembrando raccogliere adesioni maggioritarie; quindi si torna a capo e la cosiddetta dignità contrattuale finisce per riguardare, oltre gli omosessuali, anche coloro che per ragioni molteplici intendano dare concretezza giuridica al loro rapporto personale. Accade, più o meno, in quasi tutti i paesi d’Occidente.
    Definire questi rapporti come matrimonio è improprio e provocatorio. Il matrimonio, infatti, descrive il rapporto giuridico tra un uomo ed una donna ed è orientato, come da esame lessicale, alla tutela della maternità (mater, munus moenia ecc.)
    Gradirei qualche riferimento scientifico circa la parificazione o contiguità tra omosessualità e pedofiia cui pare si faccia riferimento. Si tratta, come è evidente, di piani lontanissimi tra loro essendo l’una una questione di genere e l’altra una manifestazione di criminalità praticata, in massima parte, da eterosessuali maschi e adulti in danno di minori di ambo i sessi.
    Il fatto che gli antichi non abbiano dato veste giuridica a tali rapporti, quindi, non è rilevante ed assume, agli occhi dei moderni, una giustificazione logica.
    Le norme contro la poligamia non vengono messe in discussione essendo, queste sì, un portato della nostra civiltà.
    E’ molto concreto il riferimento al potere trasversale delle lobby omosessuale e pedofila. Condivido la preoccupazione espressa.
    Tra le lobby, quella omosessuale, però, tende a ridurre il suo potere man mano che la condizione di omosessuale cessa suscitare disapprovazione sociale. Quella pedofila, invece, accresce il suo enorme potere in ragione della assoluta inaccettabilità delle sue manifestazioni. Le lobby in questione, infatti, debbono il loro potere ai condizionamenti reciproci tra i sodali i cui destini si incrociano quanto i loro ricatti. Mescolare questi piani, come appare logico, finisce per favorire lo sviluppo delle lobby suddette.
    Vorrei concludere porgendo l’invito a ricercare nelle nostre modalità il piacere della tolleranza per generare un clima più disteso e sereno talché la presidenza del Parlamento affidata ad un galantuomo come Emilio Colombo possa essere considerata un esito onorevole e condiviso senza ammiccamenti di sorta.

  7. Elio Paoloni scrive:

    Una chiosa all’ottimo commento di Oscar: ricorre spesso in queste discussioni l’accostamento dell’epoca nostra a quella di decadenza dell’impero romano. Ma lo scempio attuale non ha paragone: quando l’omosessualità era non solo ben vista ma addirittura praticata da gran parte degli eterosessuali come extra del pacchetto lussuria (un po’ come oggi i gentiluomini vanno a trans) e cantata da ogni poeta (non ghettizzata nella nicchia della letteratura gay), quando in una provincia di quell’impero l’omosessualità – più o meno platonica – costituiva il rito di passaggio fondamentale del giovane in formazione, quando un imperatore, sedendo accanto al suo favorito che ne condivideva le occupazioni, poteva nominare senatore un cavallo senza tema di opposizione, ebbene, mai nessuno si è sognato di proporre la pagliacciata del matrimonio. Neppure allora, quando nessun delitto e nessuna deboscia riuscivano a destar scandalo, si è perpetrato qualcosa di così diabolico.
    Timore della nemesi? Consapevolezza che una civiltà può resistere a qualsiasi barbarie se la famiglia resta il perno di essa? Non lo so, ma queste nozze scellerate non hanno precedenti, non hanno confronto, sono una peculiarità dei dominatori della nostra epoca.

    @ francidag
    Grazie per la nota dissonante, qui siamo troppo d’accordo tra noi.

    • francidag scrive:

      La dissonanza implica l’apprezzamento per il fatto stesso che si affrontino questioni che, per solito, vengono risolte con una battuta, talvolta miserevole.
      Nella polifonia, ed in tutta l’armonica occidentale, la contrapposizione tra consonanza e dissonanza, rappresenta la base della teoria armonica occidentale. Una grande conquista.

  8. oscar scrive:

    La 5° edizione del «Dsm»- Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, la «Bibbia» americana della psichiatria (adeso conosciuta in bozza, uscirà a maggio) contiene una agrande novità: sembra che abbia addirittura cancellato la schizofrenia, inserendola fra i disturbi del comportamento, ma ha lasciato l’omosessualità fra le deviazioni sessuali.
    Cos’è una deviazione sessuale? Non di certo ci può soccorrere la statistica per cui potremmo dire che trattasi di una D.S (deviazione standard) intorno alla media. Media che nel nostro caso sarebbe l’eterosessualità.
    I pederasti, i necrofili, i coprofili, gli incestuosi ecc. ecc. Sono forse essi dei deviati?
    Ebbene diciamo di no! Siamo civili.
    Sarà almeno legittimo dire, e politicamente corretto sostenere, che trattasi di persone che -in campo sessuale – hanno dei gusti alquanto diversi dagli altri. ..o no?!
    Diciamo che sono “diversamente arrapati”.
    Bene! Ma perché a tali gusti occorre necessariamente dare dignità contrattuale e anagrafica, sotto il profilo dei rapporti civilistici?
    In epoche passate si dava “significato” alla pedofilia/pederastia.
    Presso i romani, ma ancor prima presso gli antichi greci il rapporto maestro-imberbe discepolo era di frequente cementato da atti omosessuali. Nessuno se ne scandalizzava, anzi ….., ma nessuno aveva mai invocato la regolamentazione legislativa di dette affettuosità.
    E si che il pensiero greco e poi quello romano hanno generato il diritto.
    Certo noi dobbiamo fare riferimento – ritengo – quando parliamo di questo argomento, alla concezione contrattuale del matrimonio, non a quella istituzionale, poi costituzionale e men che meno a quella religiosa.
    Bene: la loi ne considère le mariage que comme contrat civil. Viva la Francia!
    Due persone di sesso diverso procreano (bontà loro) e dunque si pone il problema della prole da identificare anagraficamente (è la base della costituzione di una società civile) e alla quale attribuire diritti e doveri civili, penali e patrimoniali; di qui la necessità di un inquadramento in un negozio giuridico.
    Ma due persone dello stesso sesso che amano stare insieme carnalmente, perché dovrebbero vedere inquadrato questo loro pur legittimo comportamento all’interno di un negozio giuridico?
    E perchè loro e non la comunità dei masochisti consenzienti o di chissà quale altro gruppo con diversi gusti sessuali? Può il comportamento sessuale di una coppia, seppure ritenuto legittimo da una comunità, necessariamente doversi tradurre in un negozio giuridico come il matrimonio, la cui origine e affatto diversa da quella affettivo/comportamentale?
    E se gli omosessuali fossero tre. Tutti legati da un grande sentimento, potrebbero legittimamente aspirare ad un inquadramento negoziale del loro rapporto? Diciamo, una sorta di poligamia omosessuale…..
    Mi sembra che il codice civile già offra quanto necessario a tutelare ogni scelta negoziale fra le parti, indipendentemente dalle loro tendenze sessuali e dove questo dovesse essere manchevole, rimane sempre possibile un adeguamento normativo a nuovi canoni.
    Conosco tanti omosessuali che disdegnano il folklore dell’omosessualità. Ma che tuttavia stanno alla finestra ad osservare quelli di loro più “sfacciati” che si battono per veder riconosciuto quanto loro hanno intimamente considerato un comportamento da non ostentere.
    Un travestito credo abbia sicuramente diritto di portare una parrucca bionda e lingerie, di legarsi a chi vuole, senza che questo debba essere opposto ai terzi, legittimandolo a subentrare in un contratto ovvero ad appropriarsi di parte dell’eredità spettante ad un figlio naturale.
    Adesso una piccola digressione.
    Si parla spesso in questo luogo del potere in tutte le sue forme.
    Si ha idea del potere trasversale degli omosessuali?
    Meditate!!
    Il prossimo parlamento si riunirà sotto la presidenza di Emilio Colombo, politico di rango, vechia guardia classe 1920. Che discrezione!

  9. francidag scrive:

    Che senso ha farsi paladino di un concetto di normalità fondato su una concezione statica delle funzioni dinamiche dell’evoluzione dell’intera specie? Perché farsi, con tanta disperante ostinazione, gli affari degli altri?
    Quando uno non é negro, non è nano, non è gigante, non è microcefalo, non é femmina, non é frocio, non è quel che ti pare, tu vuoi dire che è normale? Ci sono posizioni più progressiste che tolgono dall’elenco, per esempio, le femmine, i negri (tant’è che li chiamano colorati) o i campioni olimpici su rotelle, ma i froci no! Per qualcuno sono pure malati.
    Capisco che ognuno ha diritto alle proprie fobie, alle proprie angosce esistenziali, ma ho la sacrosanta e moderata pretesa che non se ne faccia un valore universale.
    Consentire a chiunque di stabilire un rapporto civile regolato per legge, ed opponibile a terzi, è un piccolo passo di civiltà che trova contrasto vivace solo nel rigore di stampo catto-islamico condiviso con gli ayatollah sciiti ed i loro discepoli di qualunque altra confessione anche se sodali, come si dice oggi, a loro insaputa.
    Può essere che omofobi e assimilati sospettino che da qualche parte stiano preparando norme per l’abolizione della famiglia tradizionale. Il sospetto é un poco sciocco, ma consentito. Nessuno, infatti, impedisce di credere alle presenze extraterrestri o alle scorribande notturne degli elfi della cultura legoceltica; un sorriso ed un po’ di benevola ironia non sono limitativi del diritto alla bufala.
    I bimbi allevati da coppie omosessuali per esserne uno dei partner genitore, che sono una realtà diffusa, dovrebbero forse essere internati in istituti statali per evitare che si affrocino? Un po’ di attenzione alla scienza limiterebbe la diffusione di teorie improvvisate.
    Che senso ha opporsi ai diritti degli altri quando non limitano i nostri?
    Che peccato è consentire a ciascuno di vivere la sua condizione umana in maniera pure umana? Non conosco cavalli divenuti imperatori, ma l’esempio chiarisce il perché del mancato riferimento a “persone” nella legge francese.
    Gli omosessuali esistono “di loro”. Quelli che conosco e frequento io esprimono valori che, alla mia percezione, appaiono superiori alla media. Mi riferisco alla personale educazione, alla sensibilità, alla correttezza, al riserbo, all’istruzione e via dicendo. E’ sorprendente. Sembrano alieni più che “diversi. Come cartina di tornasole questo loro “primato” é quasi seccante. Aldo Busi la trova persino sgradevole.
    Qualche tempo fa ho visto un giovane parcheggiare la sua Smart in un posteggio riservato a diversamente abili (Handicappati, disabili, inabili, infelici, ecc…). Facendo io parte, da qualche tempo, della suddetta categoria per certificato cumulo di patologie, l’ho pregato di spostare la sua vettura per farmi esercitare un piccolo diritto. Con qualche moina e con molta chiarezza mi ha mandato coerentemente a fare in culo (dato storico testuale).
    Era evidentemente omosessuale e, probabilmente, allevato da genitori etero. L’episodio mi ha tranquillizzato: una bella botta di normalità.

    • Piero Laporta scrive:

      La mia è una riflessione in punta di numeri, criticabile ma oggettiva; lei mi oppone insulti, insinuazioni e volgarità. La eterno su questa pagina perchè possa specchiarvisi.

      • francidag scrive:

        Un po’ sopra le righe, è vero, ma lungi dal voler insultare. Forse il tema è tanto coinvolgente da avermi indotto a minore ponderatezza. Non condivido la classificazione per tendenze sessuali che, se mi consente, è ovviamente incompleta talché ogni riferimento all’oggettività dei numeri mi pare azzardata. Ho accettato di essere prosaico per alleggerire la tensione che percepivo determinata dalla mia esposizione. Non intendevo certo manifestarmi volgare. Se comunque ho recato offesa chiedo davvero scusa.

  10. F. scrive:

    Solo una osservazione, brevissimamente. A mio avviso uno dei nodi fondamentali della nostra epoca è la *perversione* dei princìpi moderni e illuministi. Correttamente intesi, questi volevano emancipare l’uomo non nel senso di consegnarlo al caos, ma nel senso di rafforzarne l’individualità. E’ successo invece, in Europa e in Nordamerica, che a imporsi è stato un bieco individualismo consumistico, che peraltro non impedisce agli individui di trasformarsi in massa chiassosa, irrazionale e violenta non appena la possibilità di consumare viene loro negata.
    Se ho inteso correttamente il “Discorso di Ratisbona” di Joseph Ratzinger (2006 se non vado errato), uno dei temi era proprio quello di riequilibrare il discorso fra fede e ragione, mettendo però il logos al centro. Quindi, non certo un discorso “anti-illuminista” ma un “raddrizzamento” del legno storto della modernità. Non il reazionarismo, ma un conservatorismo illuminato.
    Qualsiasi cosa si pensi in materia di politica economica, sul piano sociale è di quest’ultimo che c’è urgente bisogno. E non si deve avere paura di passare per “reazionari”, se davvero si è “illuminati” (nel senso buono, non della nota setta massonica!) e non adepti dell’inversione demoniaca della modernità.

  11. roberta sarcinella scrive:

    In caos, ordo….ma l’Uomo moderno non sa più vedere.Continua a dilapidare il suo patrimonio etico e gen-etico impoverendosi della tradizione che lo vuole protagonista sociale e biologico. Il nucleo familiare, universalmente definito e accettato, indica l’unione tra un uomo e una donna e il frutto di tale unione (figlio naturale, figlio, da fellare, succhio) come origine e mantenimento della società, in quanto manifestazione “esclusiva e non riproducibile” se non in questa condizione, del rapporto di coppia. Nulla da eccepire dinanzi all’osservazione che l’atto della procreazione possa rientrare in una dimensione del tutto “tecnica” ed esuli dal rapporto affettivo, bisogno di amore, che tende ad unire 2 persone. “Al cuor non si comanda”, recita un detto popolare, ognuno e’ libero consapevolmente di rivolgere il suo bisogno di amore a chi crede. Ma non si può far passare la “specificità” del proprio bisogno come generale, estensibile e comprensibile a tutti, fornendo, soprattutto a bambini, una idea di famiglia che biologicamente non lo e’. E’ curioso come nello studio dei miti, che ha retto l’analisi del pensiero e delle pulsioni umane nella società moderna,l’uomo nel percorso della sua evoluzione mentale e sociale ,abbia evidenziato, criticato e condannato, unioni, anche eterosessuali, come innaturali (incesto, pedofilia) e segni di arretrata e primitiva civiltà. Non allo stesso modo, l’omosessualità, definibile come una devianza dalla fisiologica condotta sessuale, non incriminabile. Ma diverso peso ha il fatto che una unione omosessuale possa essere proposta come “normale” matrimonio e che possa influenzare lo sviluppo psico-sessuale di un bambino. Nessuno stato meglio di questo individuabile in una de-generazione ( ovvero non-generazione ne’ ri-generazione) della specie umana. Ciò riporta l’uomo alla sua primitiva animalità …. Un giorno, tanto tempo fa, un cavallo divenne imperatore; nessuno stupore se tra qualche anno ci arriverà dopo essere diventato marito o essere stato padre riconosciuto dalla sua naturale unione com un essere umano!

    • Piero Laporta scrive:

      Sottoscrivo sillaba per sillaba, cara Roberta. L’aspetto che mi preoccupa di più non è il sostegno a queste unioni del giovanottello acculturato che crede d’aver capito tutto. Il punto è che se una banca con interessi mondiali – Goldman Sachs, nel nostro caso – decide di attaccare la famiglia e annacquarla con almeno 36 unioni possibili e parimenti dignitose, significa che Mr. Goldman vede un business in prospettiva. Quale? Questo punto deve indagato a fondo. In caos ordo… grazie è un ottimo titolo per il prossimo pezzo.

  12. Elio Paoloni scrive:

    Occorre allargare la tabella: gli animalisti hanno proposto (notizia radiofonica mattutina) che gli animali domestici prendano il cognome della famiglia ospitante.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *